La certezza del diritto ha fatto la fortuna della nostra economia. Il CF l’ha rottamata
La piazza finanziaria svizzera si sta contraendo sempre più. Non ci volevano grandi studi per accorgersene. I dati sono però stati messi nero su bianco di recente, in una pubblicazione della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali.
Morale: la nostra piazza finanziaria impiega meno persone, conta meno banche e rappresenta una quota minore del PIL. Va da sé che anche il gettito fiscale cala.
Impieghi spariti
Questa recessione si vede benissimo in Ticino. Sulla piazza finanziaria del nostro Cantone sono sparite centinaia, se non migliaia, di posti di lavoro. Si trattava di impieghi ben remunerati ed in genere occupati da ticinesi.
I licenziamenti proseguono, spesso a poche unità per volta, per non fare rumore. Ed infatti politicanti, sindacati, associazioni di categoria e giornalai tacciono.
I disoccupati della piazza finanziaria sono tuttavia un tema su cui la politichetta cantonale farebbe bene a chinarsi seriamente. Tanti sono finiti in assistenza. La loro ricollocazione è particolarmente difficile. Anche perché il settore terziario – dove potrebbero avere una seconda chance – è invaso da frontalieri a causa della devastante libera circolazione delle persone voluta dal Triciclo.
Anche il gettito fiscale di pertinenza della piazza finanziaria è crollato. Ne sa qualcosa la città di Lugano.
I responsabili dello scempio
La ragione di questo scempio è nota: la svendita del segreto bancario, frettolosamente decisa dalla partitocrazia calabraghista. I politicanti della casta si sono chinati a 90 gradi davanti alle pretese di paesi esteri, che hanno lanciato una guerra economica contro la Svizzera. Primi fra tutti la fallita UE e gli USA. I quali però i propri paradisi fiscali – vedi il Delaware, dove “Sleepy Joe” Biden è stato senatore – se li tengono ben stretti.
L’Italia oltretutto, impipandosene di quanto stabilito nella famosa road map del 2015, non concede agli operatori elvetici (ticinesi in primis) l’accesso alla propria piazza finanziaria. Una decisione gravida di conseguenze per l’occupazione in Ticino. Il rischio è quello della delocalizzazione di impieghi nel Belpaese. Non dimentichiamoci poi del telelavoro, sdoganato dalla pandemia distramaledetto virus cinese, e dei rischi che esso comporta. Già ci sono banche che lo prevedono nei nuovi contratti, per risparmiare sugli uffici. Ma per telelavorare non c’è bisogno di essere sul territorio. Il telelavoro può essere svolto anche dall’India o dalla Romania. Con buona pace dell’occupazione in Ticino e di tutto ciò che ruota attorno alla presenza di uffici (ristoranti, negozi, eccetera).
La fallita UE vuole trasformare la Svizzera in una sua colonia. Come la Russia con l’Ucraina, solo usando altri mezzi. A questo scopo, continua a discriminarci e a ricattarci. Uno dei tanti ricatti riguarda proprio le prestazioni finanziarie in paesi UE. Bruxelles vuole che gli Stati membri facciano come l’Italia. Ed infatti anche la Germania da un po’ di tempo si è adeguata.
Continuano a reggere la coda
Gli States e l’UE hanno rovinato la nostra piazza finanziaria grazie al calabraghismo del governicchio federale e della partitocrazia.
Governicchio e partitocrazia, però, continuano a reggere la coda ai balivi di Bruxelles. Il CF ha ripreso automaticamente (la fanfaluca della “valutazione caso per caso” non se la beve nessuno) le sanzioni alla Russia, in primis quelle dirette contro privati cittadini (i cosiddetti oligarchi).
Non solo queste sanzioni sono illegali, ma esse sono state decise – lo ha denunciato la Delegazione delle Commissioni della gestione delle Camere federali, mica il Mattino populista e razzista – senza avere la più pallida idea dell’effetto boomerang che avrebbero comportato per l’economia svizzera!
La nostra già declinante piazza finanziaria ci cascherà dentro in pieno. Il motivo è noto. I patrimoni dei borsoni russi abusivamente congelati, prima o poi dovranno venire sbloccati. Ed è ovvio che in quel momento, visto il trattamento ricevuto, non resteranno in Svizzera ma emigreranno altrove. Risultato: ulteriore ridimensionamento della piazza finanziaria elvetica.
In seguito i titolari dei patrimoni bloccati senza base legalefaranno causa alla Confederella, la quale perderà ed il contribuente – mica il “medico italiano” del PLR: il contribuente – si troverà a pagare risarcimenti stellari.
Certezza del diritto
La Svizzera, accodandosi ciecamente alle sanzioni UE, non ha solo rottamato la storica neutralità, ma anche un altro dei suoi punti di forza: la certezza del diritto.
Di conseguenza, visto il precedente creato, anche magnati di altre nazioni non proprio tranquille dal profilo geopolitico si affretteranno a portar via i loro soldi dal nostro Paese, rispettivamente rinunceranno a portarli: un domani potrebbero venire congelati, quindi meglio non rischiare. Un comportamento che capiremmo benissimo. Siamo i primi a dire che le riserve auree della Banca nazionale devono tornare tutte in Svizzera per non essere ostaggio di paesi esteri.
E la sovranità svizzera?
Eppure i soldatini del P$ alle Camere federali – troppi dei quali sono studenti a vita o parlamentari professionisti dal passaporto plurimo che non hanno mai lavorato un giorno – berciano di fantomatiche task force per individuare i patrimoni da bloccare.
E l’ambasciatore statunitense in Svizzera (noto come foraggiatoredella campagna elettorale del rimbamBiden oltre che come attivista LGBQ) si permette addirittura di minacciare la Confederella nel caso in cui gli yankees, a loro insindacabile giudizio, ritenessero che Berna non avrà fatto abbastanza per scovare e congelare le palanche degli “oligarchi”.
UE ed USA hanno già rovinato, per i propri interessi, la nostra piazza finanziaria. Adesso, sempre per i propri interessi, vorrebbero rovinarla ancora di più. E i nostri politichetticontinuano a corrergli dietro come cagnolini.
Quando poi ci sarà da ricostruire l’Ucraina, poco ma sicuro che USA ed UE si faranno gli zebedei di platino, mentre gli svizzerottifessi dovranno soltanto pagare il conto. Pena altre ritorsioni dagli eurobalivi.
“Forse” i politicanti triciclati dovrebbero cominciare a preoccuparsi di difendere la sovranità della Svizzera, invece di sciacquarsi ipocritamente la bocca con quella dell’Ucraina.
Lorenzo Quadri