Tutti a firmare il referendum per rompere la spirale discendente di cedimenti e concessioni ad un’Unione europea fallita

 

Almeno in Ticino, ma speriamo anche Oltregottardo, la raccolta di firme contro gli accordi fiscali con Gran Bretagna, Germania ed Austria è partita. Per la riuscita del referendum servono 50mila sottoscrizioni, da raccogliere in 100 giorni.

Questo referendum è indubbiamente uno dei più importanti degli ultimi anni. Sono in gioco – solo sulla piazza finanziaria ticinese! – migliaia di posti di lavoro, con i relativi indotti. Ma è in gioco anche la sovranità e l’indipendenza del nostro paese.

Infatti il Consiglio federale – il cui motto è ormai diventato “cedere alle pretese di un’ UE fallita e di Stati Uniti che non sono poi messi tanto meglio, ancora prima che tali pretese vengano formulate” – non si è limitato a sacrificare la piazza finanziaria. Ha svenduto anche il nostro Stato di diritto. Grazie al Consiglio federale la Svizzera, reputata internazionalmente anche per la propria affidabilità e quale esempio di democrazia, è ormai scesa al rango di Repubblica delle banane.  Si è tramutata in un  paese pronto a svendere i propri concittadini ad autorità estere per reggere la coda a pochi potenti. Una delle più antiche democrazie del mondo, grazie all’incapacità del suo governo, si è comportata come una dittatura africana.

 

Da due anni non si fa che cedere

La Finma, feudo della $inistra, nel marzo 2009 autorizzò UBS a trasmettere i dati di 250 clienti americani all’autorità fiscale USA. Una procedura del tutto illegale; illegalità accertata anche in via giudiziaria. Le trasmissioni di dati avvennero senza disporre della base legale per effettuarle. Questa infatti venne inventata alla chetichella dal Consiglio federale… a posteriori.

E questa malefatta non fu che l’inizio di una vertiginosa spirale discendente. Una catena inarrestabile di cedimenti.

Da qualche settimana è online un sito molto interessante, creato e gestito da un gruppo di blasonati professionisti della piazza finanziaria ginevrina. Il sito, in francese e quindi fruibile a tutti, si chiama www.swissrespect.ch. Vale davvero la pena andare a visitarlo, poiché vi si trovano contributi estremamente interessanti e di alto livello.

Ad esempio l’intervento dell’avv. Douglas Hornung sulla trasmissione alle autorità USA, ovviamente autorizzata dal Consiglio federale e dalla ministra del 5% Eveline Widmer Schlumpf, dei nominativi di 10mila dipendenti, ex dipendenti e collaboratori di banche svizzere.

Questa trasmissione di dati grida vendetta. Il Consiglio federale, nella foga di obbedire ai suoi padroni di Washington, – e poco importa se poi questi ultimi, con vergognosa incoerenza, tollerano i paradisi fiscali al loro interno: dice niente il nome Delaware? – fa tabula rasa di ogni fondamento dello Stato di diritto e soprattutto del principio della fiducia tra Stato e cittadino, che è la base dell’esistenza stessa dell’ente pubblico. Invece di difendere i proprio concittadini, il Consiglio federale li mette, oltretutto a loro insaputa, alla mercé di autorità penali straniere.

Da un governo che scende fino a questi livelli non ci si può aspettare che il peggio del peggio. E’ ormai palese anche a “quello che mena il gesso” che, pur di accontentare i padroni internazionali, il Consiglio federale, che già ha sacrificato 10mila concittadini, non si fermerà davanti a nulla.

Far saltare gli accordi fiscali con Gran Bretagna, Germania ed Austria significa mettere un sasso nell’infernale ingranaggio della spirale discendente. Significa far capire alla fallita UE, come pure a Washington, che il Consiglio federale non è legittimato a distruggere la nostra piazza finanziaria e la nostra sovranità per ubbidire a loro.

Lorenzo Quadri