Frontalieri e ristorni: l’ex partitone insiste nel fotocopiare le proposte leghiste dopo averle denigrate per anni
Il partito propone esattamente quelle misure a cui la sua Consigliera di Stato si è sempre opposta. E lo chiamano “Buongoverno”?
Come ciliegina sulla torta, il PLR strombazza la presentazione di interpellanze al Consiglio federale in un periodo in cui ciò è impossibile, dal momento che alle Camere federali gli atti parlamentari possono essere presentati solo durante le sessioni: e quella primaverile è finita il 21 marzo. In casa PLR nessuno ha mai letto il regolamento del Consiglio nazionale?
A Napoli dicono “Accà nisciuno è fesso”. Traduzione: “qui nessuno fesso”. Questa pillola di saggezza partenopea va rammentata all’ex partitone il cui nuovo “trend” pare sia quello di farsi bello fotocopiando le iniziative della Lega.
Ormai il PLR sa solo parlare di ristorni delle imposte alla fonte di frontalieri. Certamente, un tema di rilievo, ma non di sicuro l’unico legato al frontalierato. E neppure il più importante.
Tutti gli altri problemi del Cantone non sembrano riscontrare l’interesse del PLR. Ma è ovvio: se parliamo del contingentamento dei frontalieri, che alla gente interessa sicuramente di più dei ristorni viste le deleterie conseguenze occupazionali dell’invasione da sud, è ovvio che l’ex partitone si trovi in gravissimo imbarazzo. Il suo comitato si è infatti espresso all’UNANIMITA’ CONTRO l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, venendo poi asfaltato dalle urne.
Se poi vogliamo tematizzare un altro problema che interessa particolarmente i ticinesi, come i premi di cassa malati fuori misura e la presa in giro del rimborso – elemosina di 68 milioni di Fr invece di 450, deciso di recente dalle Camere federali, anche in questo caso per l’ex partitone il terreno si fa minato: infatti i cassamalatari sono targati PLR (vedi Ignazio Cassis presidente di Curafutura). E avanti di questo passo.
Nel lontano 2007…
Sicché, stringi stringi, alla fine di “potabile” resta ben poco. In effetti, non resta nemmeno la questione dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri e del loro blocco (non si capisce tra l’altro se l’ex partitone intenda il blocco dei versamenti o la disdetta della vetusta convenzione con l’Italia risalente a 40 anni orsono).
Il PLR, nel tentativo di gettare fumogeni sul proprio deplorevole ruolo in materia di immigrazione di massa, si aggrappa dunque ai ristorni dei frontalieri. Fosse almeno un tema suo, si potrebbe capirlo. Invece si tratta di un tema fotocopiato dalla Lega: siamo quindi ampiamente nel campo delle “iniziative Xerox”.
I primi atti parlamentari della Lega dei Ticinesi sul tema ristorni dei frontalieri datano dell’ormai lontano 2007. Ed è stata ancora la Lega dei Ticinesi, con l’appoggio del PPD Berltraminelli, a decidere il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri nel 2011: la ministra del PLR, Laura Sadis, era contraria a questa misura. E lo è tuttora (l’ha ripetuto più volte).
Fumogeni
Adesso il PLR scopre (?) che, inserendo la Svizzera su black list illegali, la vicina ed ex amica Penisola ha violato la convenzione tra i due paesi (ma va?) e che quindi si giustificano delle misure di ritorsione. A questo punto, ci cadono letteralmente le calzette. Queste cose la Lega le ripete da anni. Chi in tempi non sospetti ha invocato delle misure di ritorsione per far cambiare l’atteggiamento del Belpaese nei confronti del Ticino (che dà lavoro a 60mila frontalieri a decine di migliaia di padroncini)? Il Gatto Arturo? Ma naturalmente, per l’ex partitone, erano tutte balle populiste e razziste.
Il copione è desolante nella sua squallida ripetitività: prima denigrano le proposte della Lega, solo perché le fa la Lega. Poi le fotocopiano. Pensando, forse, che la gente non se ne accorga. E pensando, forse, che agitandosi come sui carboni ardenti ed infesciando le redazioni di comunicati-fuffa, gli elettori si dimenticheranno che il comitato PLR si è schierato all’UNANIMITA’ CONTRO il contingentamento dei frontalieri.
Ma i liberaliradikali commettono ancora un altro svarione. Infatti classificano la disdetta della convenzione con l’Italia sui ristorni come una misura di ritorsione. Ma non lo è. Anzi: disdicendo questo accordo vetusto la Svizzera non solo fa i propri interessi: fa anche quelli dell’Italia. Infatti quest’ultima, da una convenzione che preveda che i frontalieri vengano tassati come gli altri italiani residenti in Italia, potrebbe incassare 220 milioni all’anno in più. Valutazioni di tipo elettorale (chi aumenta le tasse ai frontalieri perde le elezioni in Lombardia) la frenano. Se però fosse la Svizzera a disdire, la posizione della Penisola cambierebbe…
Sadis contraria
Ancora una volta, tuttavia, i comunicati del PLR in cui il partito invoca disdette di accordi, blocchi di ristorni e misure di ritorsione scopiazzando senza pudore le proposte della Lega, sono in piena contraddizione con le posizioni della sua consigliera di Stato, Laura “Non c’è margine di manovra” Sadis. La ministra dell’ex partitone è sul fronte diametralmente opposto: è contraria alla disdetta dell’accordo del 1974, è contraria al blocco dei ristorni ed è contraria alle ritorsioni. Njet su tutta la linea alle tesi del suo partito. E questo lo chiamano “buongoverno”?
L’interpellanza fantasma
Per finire, la ciliegina sulla torta. Nel comunicato del 1° d’aprile (data emblematica…) i liblab annunciano in pompa magna che il neo-consigliere nazionale Giovanni Merlini avrebbe presentato, si suppone in quella data, un’interpellanza sul tema della fiscalità dei frontalieri. Peccato che la Lega ne abbia già presentate almeno una decina. Non solo, e qui viene il meglio. Alle Camere federali, gli atti parlamentari possono venire presentati solo durante le sessioni. La sessione primaverile è finita il 21 marzo. Sicché il 1° aprile Merlini non può aver presentato proprio un bel niente. In casa PLR nessuno ha mai letto il regolamento del Consiglio nazionale?
Se queste sono le strategie con cui l’ex partitone si illude di recuperare il secondo seggio in Consiglio di Stato, i due ministri leghisti possono dormire tra quattro guanciali.
Lorenzo Quadri