In quel di Lugano, all’interno dei due partiti del cosiddetto “centro”, non si parla più della famosa “collaborazione” su cui tanta panna è stata montata in occasione delle elezioni federali, con esiti disastrosi. In effetti, dato che sia PLR che PPD – come purtroppo anche la Lega – ad aprile potrebbero perdere un seggio in Municipio, altro che “alleanze”: mors tua, vita mea! Come cambia il mondo nel giro di pochi mesi!

Ma soprattutto, i due partiti del sedicente centro sono entrambi piombati nel più totale caos interno.

In casa PPD, il disastro è avvenuto venerdì sera. L’assemblea del partito, riunita al Capannone di Pregassona, ha deciso di mettere in lista la sindacalista Nadia Ghisolfi, leventinese appena arrivata da Bellinzona, escludendo la luganese doc, nonché attuale subentrante in Municipio, Sara Beretta Piccoli. Che non l’ha presa affatto bene, e la si può capire. Si tratta tuttavia di una decisione democraticamente presa dall’assemblea sezionale. Accortosi delle conseguenze che potrebbe avere a Lugano l’estromissione di Sara per far posto a Nadia, il presidente sezionale Angelo Petralli (ma non aveva dimissionato?) ora pretende che qualcuno dei candidati scelti lasci il posto all’esclusa. Ah ecco. Per la serie, il responso dell’assemblea lo accetto solo se mi va bene, in caso contrario… l’è tutto da rifare! Fulgido esempio di democrazia!

Ma si può fare peggio di così? Petralli ha voluto Ghisolfi candidata. La conseguenza è stata l’esclusione di Beretta Piccoli. E adesso pretende che qualcuno, che è stato legittimamente designato dall’assemblea, faccia fagotto per poter recuperare Beretta Piccoli?

Ma il fu partitone non è certo messo meglio. Il ripescaggio, per il CC, dell’ex (?) $ocialista euroturbo Jacques Ducry ha infatti scatenato le ire del già presidente distrettuale PLR Valentino Benicchio. Ma come, dice in sostanza Benicchio: Ducry ha sbattuto la porta in faccia al partito, è stato eletto in Gran Consiglio (nel 2015) ed in Consiglio comunale come $ocialista, e noi lo ri-accogliamo a braccia aperte come se niente fosse? Benicchio non ha mancato di sottolineare di trovarsi in disaccordo quasi su tutto con il presidente sezionale Guido Tognola, ed ha lanciato una stoccata anche a Fabio Schnellman, nuovo “candidato forte” dopo la rinuncia di Bertini: “meglio che continui a fare il funzionario”.

Insomma: la notte dei lunghi coltelli è appena iniziata e nelle prossime settimane e mesi se ne vedranno di ogni!

Intanto una cosa è certa. Il PLR di Lugano, che corteggia il kompagno Ducry, non è più minimamente rappresentativo dell’ala liberale.Questa importante fetta di elettorato è stata  ripudiata dall’ex partitone. I liberali luganesi traggano le loro conclusioni in vista del 5 aprile.

Lorenzo Quadri