Contro il 9 febbraio, dalla Commissione degli Stati esce un’altra ciofeca dei liblab

 

L’ex partitone si riconferma il partito del sabotaggio della volontà popolare e della calata di braghe davanti alla fallita Unione europea.

Ricordiamo, nel caso qualcuno l’avesse dimenticato, che il comitato PLR si schierò all’ unanimità contro l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, e venne asfaltato dalle urne. Forse che ha imparato la lezione? Nemmeno per sogno! Ed infatti i suoi rappresentanti a Berna ne stanno combinando peggio di Bertoldo per sabotare il maledetto voto del 9 febbraio. Obiettivo: evitare qualsiasi frizione con Bruxelles. Ovvero: mettere il paese in ginocchio davanti ai trombati (definizione dell’industriale radikalchic Carlo De Benedetti) dell’UE!

Come volevasi dimostrare…

In Consiglio nazionale, quale architetto dell’anticostituzionale compromesso-ciofeca contro il 9 febbraio viene accreditato un deputato liblab, il sindaco di Soletta Kurt Fluri. Nella Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati, invece, a servire il pateracchio è l’ex presidente del PLR Philipp Müller.

Il bello è che, dopo che il triciclo di camerieri dell’UE PLR-PPD-P$$ aveva approvato il compromesso-ciofeca al Nazionale,  i Consiglieri agli Stati si erano affrettati promettere che avrebbero provveduto loro a sistemare le cose. “Ga pensi mì”! Si trattava, lo avevamo detto subito, di fregnacce. Ed infatti la “preferenza indigena un po’ meno light” uscita dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) è una lozza, come la “preferenza indigena light” della maggioranza del Nazionale. E dire che la CIP-S aveva votato (relativamente) bene sul casellario giudiziale. Sul 9 febbraio invece…

Paragoni umilianti

E’ davvero deprimente vedere che in Inghilterra il governo difende la Brexit con i denti anche mettendosi contro i legulei partiticizzati dell’alta (?)  corte di giustizia (che il Daily mail ha definito “nemici del popolo”). Invece in Svizzera il governo e la maggioranza del parlamento si battono contro la volontà popolare. Il nemico da neutralizzare , per costoro, è il popolo bestia che vota sbagliato! Di questa “classe politica” non possiamo che vergognarci (evidentemente i diretti interessati non sono in grado di vergognarsi da soli).

Far comandare l’UE

Senza alcuna decenza, la ciofeca uscita dalla Commissione degli Stati non prevede né contingenti né tetti massimi. E, come se questo non fosse già abbastanza scandaloso, si aggiunge che qualsiasi misura che dovesse venire decisa dal Consiglio federale per limitare l’immigrazione e tutelare il mercato del lavoro elvetico (campa cavallo…) dovrebbe essere avallata dal comitato misto Svizzera-UE. Traduzione: l’UE avrebbe diritto di veto sulle misure eventualmente decise da Berna. Quindi si autorizza esplicitamente i trombati (De Benedetti dixit) di Bruxelles a comandare in casa nostra!

Non stupisce che sia l’ex partitone a proporre un simile sconcio. In effetti il suo ministro degli esteri, Didier Burkhaltèèèèr, da tempo tenta di sdoganare la “ripresa dinamica”, cioè automatica, del diritto UE. Ciò significa che l’UE ci impone le leggi ed i giudici. Sicché i  conti tornano. Si va sempre nella stessa direzione.

Un’altra “lozza”

Quanto alla “preferenza indigena” proposta dalla maggioranza della Commissione degli Stati, si tratta evidentemente di fumo negli occhi. Altro che “Prima i nostri”. Non si garantisce alcun diritto dei cittadini svizzeri ad avere la precedenza nelle assunzioni. L’unico “diritto” è quello a ricevere una motivazione sul perché invece di un candidato residente è stato assunto un frontaliere. Una presa per i fondelli. Del resto sappiamo bene che il PLR, artefice di questa geniale soluzione, in Ticino era anche in prima linea nel combattere “Prima i nostri” – ed ha così rimediato l’ennesima bastonata dalle urne.

Insomma, a tutti i livelli il PLR si sta arrampicando sugli specchi per sostenere ad oltranza la devastante libera circolazione delle persone senza limiti ed il “diritto” di sostituire i lavoratori residenti con i frontalieri.  E questo malgrado la volontà popolare dica l’esatto contrario.

Chi elabora questi compromessi-ciofeca, che hanno l’unico obiettivo di sabotare la volontà popolare contraria all’UE, dovrebbe ogni tanto ricordarsi che è eletto in Svizzera, rispettivamente in Ticino. Se non gli va bene, che si candidi oltreconfine. O magari direttamente a Bruxelles.

Giocare col fuoco

Ma i sabotatori del “maledetto voto” giocano col fuoco. Se infatti – e di questo non c’è motivo di dubitare – la maggioranza delle Camere federali approverà le loro pastette, partirà l’iniziativa popolare per eliminare tout-court la libera circolazione delle persone. Blocher l’ha promessa. La partitocrazia spalancatrice di frontiere si illude forse che una simile iniziativa non avrebbe chance davanti al popolo? Crede forse di poter ricattare ed insultare il cittadino con minacce, fatwe morali e scenari apocalittici? Immagina forse di fare  affidamento sulla stampa di regime, sulla mobilitazione dell’élite e degli intellettualini da tre e una cicca, per affossare la futura iniziativa contro la libera circolazione?  Forse ha fatto male i conti. Non solo il 9 febbraio, ma anche la Brexit e le elezioni USA dovrebbero insegnare qualcosa. Le gente comune ne ha piene le tasche della casta che ci ha rovinati a suon di “aperture”. Anche in Svizzera.

Lorenzo Quadri