L’ex partitone insiste: neanche uno straccio di argine all’invasione da sud!
I ticinesi se ne ricordino alle prossime elezioni
Almeno una decisione nei giorni scorsi il Gran Consiglio l’ha azzeccata. Non sarà la panacea, certo (anzi, siamo purtroppo ben lungi) ma tutto aiuta. La decisione azzeccata è stata quella di accettare (a maggioranza) l’iniziativa per un controllo sistematico dei nuovi permessi di lavoro presentata dal deputato PPD Giorgio Fonio. Obiettivo dell’iniziativa è quello di verificare, al momento del rilascio del permesso di lavoro, le condizioni salariali, così da sventare eventuali abusi. La Lega evidentemente ha appoggiato la proposta. Diversamente da altre forze politiche, dunque, la Lega sostiene anche iniziative che provengono da “aree” diverse. Altri invece respingono per partito preso qualsiasi proposta che arrivi dalla Lega.
Coscienza lavata?
Visto che qua e là, con bella (anzi brutta) regolarità, si leggono annunci di datori di lavoro che cercano (è notizia di settimana scorsa) un dipendente a tempo pieno laureato per 600 Fr al mese (trattasi di aziende farlocche in arrivo da oltreramina, è evidente) il controllo preventivo ha un suo perché. Ovviamente ci sarà chi indicherà cifre false. Ma già solo sapere che una verifica esiste comporta un benvenuto effetto dissuasivo.
E’ ovvio che, se si rende necessaria questa ulteriore misura burocratica – che costituirà un aiutino, non certo una soluzione – è perché:
- Partitocrazia, sindacati, padronato e stampa di regime hanno voluto la devastante libera circolazione delle persone;
- La partitocrazia, con l’appoggio di sindacati, padronato e stampa di regime, ha cancellato il “maledetto voto” del 9 febbraio.
Sicché, va bene sostenere le verifiche preventive sui nuovi permessi, e ci mancherebbe altro; ma non si pensi di essersi lavati la coscienza in questo modo.
Nessuna protezione
L’iniziativa per i controlli dei permessi è stata accolta con 59 voti favorevoli, 23 contrari e due astenuti. Chi sono i contrari? Si tratta, ma guarda un po’, degli esponenti dell’ex partitone e di qualche compagno. Ecco chi rifiuta qualsiasi iniziativa a tutela del mercato del lavoro di questo sfigatissimo Cantone; ecco chi vuole le frontiere completamente spalancate all’invasione da sud; ecco chi promuove il soppiantamento di ticinesi con frontalieri ed il dumping salariale. Ricordarsene alle prossime elezioni.
L’ex partitone non solo ha votato contro il 9 febbraio (il comitato del PLR ticinese era contrario all’unanimità ed è stato asfaltato dalle urne). Non solo ha rottamato il “maledetto a voto” a Berna. Non solo pretende di fare lo stesso con Prima i nostri. Adesso rifiuta ostinatamente perfino una misuretta come quella appena votata in Gran Consiglio. Guai! “Devono entrare tutti”! Nessuna protezione per i ticinesi! E poi i liblab hanno ancora la faccia di tolla di starnazzare contro il No Billag tirando fuori la scusa farlocca dei posti di lavoro?
Le perle di “Leider” Ammann
Vale anche la pena ricordare che il PLR è il partito del ministro dell’economia Johann “Leider” Ammann. Quello secondo cui l’iniziativa contro la libera circolazione delle persone sarebbe “inutile” e “fallirà”. Vedremo, “Leider” Ammann, chi fallirà.
E vale pure la pena ricordare che, a proposito della libera circolazione, l’allora presidente PLR Fulvio Pelli ebbe a dire: “grazie ad essa, i ticinesi potranno trovare lavoro a Milano”. Insomma: proprio un bel quadretto!
Il solito ritornello
Naturalmente, per opporsi ad ogni misura volta a limitare gli effetti devastanti della libera circolazione delle persone sul mercato del lavoro ticinese, i soldatini del PLR rispolverano sempre lo stesso ritornello. Ovvero, la presunta incompatibilità con il diritto superiore. Magari sarebbe ora di darci un taglio, perché alla storiella del “sa po’ mia” ormai non ci crede più nemmeno il Gigi di Viganello. Non è vero che “sa po’ mia”. Semplicemente, i liblab non vogliono. “Un parlamento che si dica tale deve rispettare il diritto superiore” ha infatti tuonato il deputato PLR Giorgio Galusero. Giusto. Peccato che alle Camere federali i suoi colleghi di partito – a partire dall’attuale consigliere federale Ignazio KrankenCassis allora capogruppo – quando si trattava di applicare il “maledetto voto” del 9 febbraio abbiano varato una legge che viola la Costituzione (diritto superiore). Si ringrazia dunque Galusero per aver confermato che i deputati PLR a Berna sono dei barlafüs.
Aspettiamo al varco
Prendiamo comunque atto che, a parte i PLR ormai irrecuperabili, la maggioranza dei membri del legislativo cantonale ha ammesso che bisogna intervenire per arginare i disastri fatti dalla libera circolazione delle persone. Li attendiamo dunque al varco quando si tratterà di votare sull’applicazione di Prima i nostri. Gli esponenti del triciclo PLR-PPD-P$ in Gran Consiglio seguiranno la volontà popolare oppure…?
Lorenzo Quadri