Altro che sventare l’immigrazione clandestina: la partitocrazia la sta aizzando!

La partitocrazia bernese è completamente allo sbando e sta trasformando la politica d’asilo svizzera in una patetica farsa. Agli aspiranti migranti economici viene trasmesso il messaggio che nella Confederella “devono entrare tutti e devono restare tutti”. Sicché, avanti con l’assalto alla diligenza!

Questo proprio quando, per ovvi motivi geopolitici (guerra in Ucraina e tutte le conseguenze “a catena”) dobbiamo attenderci nuove ondate di migranti economici. Non per nulla la Gran Bretagna corre ai ripari…

E nel frattempo il Vecchio Continente sta facendo i conti con le conseguenze del caos asilo degli anni 2015-2016. Ed anche con i casi “Peschiera del Garda” e “Capodanno di Milano”: ovvero migranti africani che aggrediscono in gruppo delle donne bianche. Queste violenze hanno un chiaro sfondo razzista. Già.

Fatti testardi

L’inutilissima commissione federale contro il razzismo, presieduta da un’ex politicanta radikalchic, non fa mai un cip a proposito del razzismo d’importazione. Ovvero quello che viene – appunto – importato da migranti economici “in arrivo da altre culture”.

Chiaro: queste sono cose che vanno imboscate e negate, in nome del sacro dogma del multikulti e del politikamente korretto. Purtroppo, come diceva qualcuno, i fatti sono testardi. E quindi tornano costantemente a fare capolino.

Sul groppone dei Comuni

Al proposito, è bene ricordare che sono trascorsi 7 anni dalle ondate di caos asilo del 2015. Questo significa che termina il periodo durante il quale i finti rifugiati presenti sul nostro territorio sono a carico della Confederazione. Essi verranno dunque scaricati sul groppone dei Cantoni e dei Comuni. Starà a questi ultimi farsene carico. E non è solo una questione di rendite d’assistenza da pagare. Questi asilanti spesso e volentieri non sono autonomi in nulla, non hanno imparato la lingua e quindi vanno accompagnati in svariate attività quotidiane. Frena Ugo! I servizi sociali cantonali e soprattutto comunali vengono finanziati dal contribuente per sostenere i ticinesi in difficoltà. Non per fare da balia ai finti rifugiati. E nemmeno ai profughi ucraini. Che nessun sinistrato si sogni di pretendere assunzioni extra per motivi del genere! Già il governicchio cantonale ha inserito nel preconsuntivo 2022 una maggiore spesa di 4 milioni di franchetti per funzionari dedicati alla gestione degli ucraini. Ma siamo scherzando?

Il mondo al contrario

Adesso che in Ticino è già presente un numero sproporzionato di profughi ucraini, dovremmo accogliere nuove ondate di migranti economici? E’ chiaro che non se ne parla proprio. Un simile rischio va sventato. E’ un compito, prioritario, della politichetta federale. Cosa fa, invece, la partitocrazia bernese? Proprio il contrario!
Nella scorsa sessione i soldatini della casta in Consiglio nazionale sono infatti riusciti nell’eroica impresa di adottare due mozioni a sostegno (!) di finti rifugiati e clandestini.

Soppiantati

Una prima mozione è quella presentata dal deputato uregiatto Fabio Regazzi, presidente dell’USAM (Unione Svizzera Arti e Mestieri). La mozione chiede che i richiedenti l’asilo la cui domanda è stata respinta, ma che per qualche motivo non possono venire rimpatriati, devono poter lavorare in Svizzera anche perché – secondo il mozionante – in vari casi essi sarebbero “qualificati”, e le loro competenze “richieste sul mercato del lavoro”.

Cosa, cosa? Ve li diamo noi i FINTI rifugiati (domanda d’asilo respinta) “qualificati e richiesti sul mercato del lavoro”! Il mercato del lavoro deve qualificare e richiedere cittadini SVIZZERI! Prendiamo l’esempio di questo Cantone:  siamo invasi dai frontalieri (75mila in continua crescita), che soppiantano i ticinesi nelle assunzioni. Tramite il permesso S, la ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) e compagnia cantante vogliono “integrare professionalmente” i profughi ucraini. Il che significa una sola cosa: farli lavorare a scapito dei ticinesi. Gli ambienti economici, bramosi di manodopera a  basso costo, cianciano di fantomatiche formazioni d’eccellenza (?) di cui disporrebbero i rifugiati ucraini. Ma va là! Non ci risulta affatto che le migliori università del mondo siano in Ucraina; ci risulta invece che le università elvetiche siano tra quelle al top. Però ad essere qualificati sarebbero gli ucraini?

E adesso, grazie alla maggioranza della partitocrazia in Consiglio nazionale, sempre con la balla solenne delle “competenze richieste sul mercato del lavoro”, dovrebbero poter lavorare pure i FINTI rifugiati, e sempre a scapito dei residenti?

Soppiantati in casa loro dai frontalieri, soppiantati in casa loro dai profughi ucraini, soppiantati in casa loro dai FINTI rifugiati: i ticinesi, secondo la partitocrazia, dove dovrebbero andare per trovare un lavoro? Sulla Luna?

Pure i clandestini

Tanto per non farsi mancare niente, il Triciclo in Consiglio nazionale è pure riuscito  ad approvare una mozione commissionale che chiede che non solo gli asilanti respinti, ma addirittura coloro che risiedono clandestinamente in Svizzera, possano “seguire più facilmente una formazione professionale”.

Qui qualcuno è fuori come un balcone. E non si tenti di sdoganare simili boiate  sostenendo che gli asilanti respinti non devono rimanere qui a carico dell’assistenza e quindi è meglio che lavorino  (a scapito degli svizzeri): non ci caschiamo.  Certo che gli asilanti respinti ed i clandestini non devono rimanere qui in assistenza. Il fatto è che non devono rimanere qui del tutto!

La politichetta deve semplicemente stabilire che i richiedenti l’asilo che hanno ricevuto una risposta negativa sono tenuti a lasciare la Svizzera senza tante storie! Avanti con i rimpatri!

Se invece queste persone , che non hanno diritto all’asilo, rimangono qui come se la loro domanda fosse stata accolta, è evidente che la politica d’asilo in Svizzera si trasforma in un’imbarazzante farsa! Venite tutti da noi, che vi diamo casa e lavoro! Se avete o meno diritto a rimanere non importa: tanto non fa differenza!

 Ecco il messaggio che la partitocrazia immigrazionista  manda agli aspiranti migranti economici! Se questo non significa istigare un assalto alla diligenza! E’ ancora peggio del catastrofico “Wir schaffen das” dell’Anghela Merkel!

Quanti finti rifugiati pensa di fare arrivare qui la casta spalancatrice di frontiere?

Prendere esempio da BoJo

Le scandalose “performance” del Triciclo dimostrano per l’ennesima volta che è indispensabile prendere esempio da Boris Johnson: i richiedenti l’asilo vanno alloggiati in appositi centri costruiti in paesi africani! Altro che incitarli a venire qui!

Ripetiamo il concetto per l’ennesima volta: lo scopo dell’asilo è protezione; NON immigrazione!

Lorenzo Quadri