Il Consiglio federale vuole permettere ai sedicenti profughi di recarsi nel paese d’origine

 

E’ evidente che i finti rifugiati che rientrano al natìo paesello per le vacanze o per festeggiamenti vari non sono affatto in pericolo di vita a casa loro: quindi devono perdere lo statuto di profugo

Come volevasi dimostrare, Svizzera sempre più Paese del Bengodi per i finti rifugiati con lo smartphone!

Di recente si è saputo (?) che l’84% dei migranti economici in arrivo dalla Somalia sono a carico dell’assistenza. Ma come: non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista?  Il “bello” (si fa per dire) è che la percentuale astronomica mica vale solo per i finti rifugiati somali. La si ritrova in tutte le etnie. A partire dagli eritrei, che sono il gruppo più rappresentato tra gli asilanti in Svizzera. Peccato che siano tutti finti rifugiati che non scappano da nessuna guerra. E che poi tornino al natìo paesello a trascorrere le “vacanze” (vacanze da cosa, visto che sono  mantenuti?) perché “lì è più bello”.

Però questi vacanzieri, invece di venire rimpatriati rimangono qui, a carico nostro. Ohibò, cosa stanno facendo i due consiglieri federali competenti per il dossier “asilo”, ovvero i due esponenti liblab KrankenCassis e Keller Sutter (KKS)?

Risultato: il numero degli eritrei in assistenza è cresciuto del 2200% (sic!) nel giro di soli otto anni. E nümm a pagum. Poi però la partitocrazia ci viene a raccontare che non ci sono soldi per l’AVS. (Ma come: secondo gli spalancatori di frontiere, gli immigrati mica avrebbero dovuto pagare le pensioni agli svizzeri? Invece l’immigrazione incontrollata continua, gli stranieri sono sempre più numerosi, eppure le casse dell’AVS sono sempre più vuote? Ohibò, siamo forse davanti all’ennesima balla di fra’ Luca dell’establishment multikulti?).

 La notizia si spande

Intanto la notizia degli asilanti somali (praticamente) tutti a carico del contribuente svizzerotto ha fatto ben presto il giro del mondo, venendo riportata da vari portali internazionali. Bella pubblicità, non c’è che dire! Di fatto, un invito a tutti i migranti economici a venire nella Confederella e ad attaccarsi alla mammella della nostra socialità. Così tra l’altro la buona KKS ed i suoi burocrati potranno riempire i nuovi centri per finti rifugiati che si ostinano a voler costruire. E, soprattutto, il business ro$$o dell’asilo potrà continuare a prosperare, per la gioia delle tante associazioni contigue al P$ che ci marciano.

 La cappellata epica

Visto che le disgrazie non vengono mai sole, a pochi giorni dalla (non) notizia – perché lo sapevamo già da un pezzo – che l’84% dei finti rifugiati, e non solo somali, è a carico dell’assistenza, ecco che il Consiglio federale, e meglio il Dipartimento di Giustizia della PLR Keller Sutter, si produce in un’altra “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) di proporzioni epiche.

Facciamo un passo indietro. In dicembre, in uno dei sempre più rari sussulti d’orgoglio, il Parlamento federale ha deciso che i finti rifugiati non devono poter rientrare nel paese d’origine. Il perché è ovvio: se hai ottenuto lo statuto di rifugiato, vuol dire che in casa tua rischi le penne. Ma se davvero al tuo paese sei in pericolo di vita, non ci torni a trascorrere le vacanze!

E adesso, cosa ti va a combinare il Dipartimento di giustizia retto dalla ministra liblab? Tramite ordinanza, aggira la decisione del parlamento e comincia ad inventarsi eccezioni su eccezioni al divieto di viaggi in patria per i rifugiati.

 Motivi gravi?

Secondo i ro$$i burocrati bernesi, per motivi gravi gli asilanti devono poter rientrare al paese d’origine senza dover temere di perdere lo statuto di rifugiato in Svizzera. Quali sono i motivi gravi? Non certo la villeggiatura, assicura il governicchio federale, ma per esempio, decesso o grave malattia di un congiunto. Ma anche, udite udite, un matrimonio di un parente o la nascita di un bambino. E l’assenza può durare fino ad un mese. Signori, qui qualcuno si è bevuto il cervello!E’ chiaro che il Dipartimento di Giustizia PLR intende autorizzare i finti rifugiati a fare trenta giorni di vacanza nel paese d’origine. Ci aspettiamo, evidentemente, una pletora di certificati medici farlocchi redatti da affidabilissimi dottori africani, di nonni che muoiono e rinascono per quindici volte, e soprattutto di parti e  matrimoni a go-go!

E con quale faccia di tolla i burocrati bernesi buonisti-coglionisti pretendono di farci credere che ritornare al natìo paesello e starci per un mese per partecipare ad una festa di matrimonio non sarebbe una vacanza, bensì un grave motivo familiare? Davvero a Berna ci sono dei burocrati e dei politicanti IMBESUITI al punto da credere  che qualcuno metterebbe sul serio in pericolo la propria vita per andare ad un party?

E’ evidente che il rifugiato che torna in patria per una festa di matrimonio, e già che è lì ci rimane per un mese intero, non corre alcun pericolo in casa propria. Sicché deve perdere lo statuto di profugo seduta stante! Föö di ball!

Se questa è la nuova (?) politica d’asilo targata PLR, siamo a posto!

La tattica del salame

Inoltre, non serve essere il mago Otelma per prevedere come andrà a finire. Riempiendosi la bocca con i “motivi umanitari” ed a suon di ricatti morali, il triciclo politikamente korretto estenderà ben presto, con la tattica del salame (una fetta alla volta) il diritto dei finti rifugiati di tornare nel paese d’origine per ogni e qualsiasi motivo, anche il più futile, continuando però a farsi mantenere in Svizzera.

Risultato: i migranti economici, ancora una volta, se la ridono a bocca larga degli svizzerotti fessi. Quelli che non hanno soldi per i loro anziani, ma per tutti gli approfittatori in arrivo dai quattro angoli del globo sì. Ridono a crepapelle anche i $inistrati che, col business ro$$o dell’asilo, si fanno gli attributi di platino.

Lorenzo Quadri