Ci sarebbe mancato altro! Ma i sinistrati rossoverdi continuano a non volerne sapere

Per la serie “e ci sarebbe mancato altro”, dopo il Consiglio nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha stabilito che le doppie cittadinanze dei parlamentari e dei consiglieri federali vanno rese pubbliche. Mercoledì ha infatti approvato, per 29 voti contro 12, l’iniziativa parlamentare di Marco Chiesa in questo senso.

Chi sono i 12 contrari? Elementare, Watson: si tratta dei soliti $inistrati ro$$overdi!

Interesse pubblico

E’ evidente che i cittadini hanno un interesse a conoscere nomi e cognomi di chi siede nel parlamento, o un domani addirittura nel Consiglio federale, a prendere decisioni fondamentali per il futuro della Svizzera con in tasca il passaporto di un altro paese.

Esempio tanto banale quanto attuale: i rapporti con l’UE. I balivi di Bruxelles ci discriminano e ci ricattano. Nelle decisioni che riguardano i contenziosi tra Confederella e  DisUnione europea, i politicanti attivi a livello federale che hanno anche la nazionalità di uno Stato membro, fanno gli interessi di chi?

E ancora: devono essere dei soldatini della partitocrazia con passaporto estero a venirci a dire che dobbiamo inchinarci agli eurobalivi? (Fermo restando che, come dimostra la scandalosa decisione di versare a Bruxelles la marchetta da 1.3 miliardi, nel triciclo PLR-PPD-P$ più Verdi-anguria abbondano i politicanti pronti a svendere la Svizzera pur avendo solo il passaporto rosso).

In Australia…

Che la doppia nazionalità ponga dei problemi di lealtà è un dato di fatto, non certo una balla del Mattino populista e razzista. Anche se la casta politikamente korretta non lo vuole sentire e strilla al razzismo. In Australia, ad esempio, i membri del parlamento, e quindi anche quelli del governo, devono avere solo il passaporto australiano. Chi ne ha di aggiuntivi non è eleggibile. Se viene “beccato” a posteriori, perde il mandato. Negli anni scorsi è accaduto ad un ministro. Nessuno se ne scandalizza. Del resto, anche nella diplomazia elvetica chi ha legami con un paese non vi viene mandato in rappresentanza della Confederazione.

Trasparenza a senso unico

Rendere pubblici i passaporti dei politicanti federali risponde ad ovvie esigenze di trasparenza. Ci mancherebbe che i cittadini non avessero il diritto di sapere chi pretende di fare politica nelle massime istituzioni elvetiche, però non si sente nemmeno abbastanza svizzero per rinunciare alla cittadinanza d’origine. Nel dibattito in Consiglio nazionale sul versamento della marchetta da 1.3 miliardi all’UE in cambio di NIENTE, sono intervenuti – ovviamente a sostegno del versamento – soldatini verdi e rossi con nazionalità plurima. Ci sta bene, tanto per fare un esempio, che una turca con doppio passaporto ci venga a dire che dobbiamo regalare i soldi delle nostre imposte alla fallita UE?

La trasparenza è un concetto su cui i sinistrati rossoverdi amano ricamare ad oltranza. Già oggi i deputati devono pubblicare sull’apposito sito del Parlamento ogni genere di legami d’interesse; anche se fanno parte di una bocciofila. I $inistrati sognano di rendere pubbliche anche le dichiarazioni dei redditi. Però, secondo la gauche-caviar immigrazionista, le nazionalitàplurime devono rimanere un segreto di Stato. Come mai? I kompagnuzzi hanno forse qualcosa da nascondere? Imbarazz, tremend imbarazz?

Vogliono lo “ius soli”

Da notare che i $ocialisti (a livello federale) ancora di recente si sono bullati sui loro social di aver presentato delle iniziative parlamentari per introdurre lo ius soli: ovvero, chi nasce in Svizzera acquisisce automaticamente il passaporto elvetico. Ah, ecco! E tutti questi “diversamente svizzeri” un domani dovrebbero poter accedere ad ogni carica politica. Consiglio federale incluso. E poi i kompagni hanno il coraggio di dire che non è vero che loro vogliono le naturalizzazioni facili, ma quando mai…

Non gettiamo la spugna

La posizione della Lega sul tema è chiara. (Almeno) chi fa politica deve avere un solo passaporto. A maggior ragione chi fa politica a Berna. Al proposito sono già state depositate delle mozioni. Che naturalmente la partitocrazia multikulti ha asfaltato. Compreso il sedicente “centro” PLR-PPD, sempre più ruota di scorta della $inistra.

Pensate che, ai soldatini del triciclo incadregati nel parlamento bernese, andrebbero bene persino i Consiglieri federali con passaporto multiplo: nemmeno ai membri del governicchio federale hanno voluto imporre di avere una sola cittadinanza!

Va da sé che non gettiamo la spugna così facilmente. Pertanto, continueremo a battere il chiodo!

Lorenzo Quadri