La Commissione del Nazionale è favorevole alla pubblicazione in internet. Ma nel merito…
Ohibò, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) ha deciso a maggioranza – 14 favorevoli, 8 contrari e 2 astensioni – che i passaporti multipli dei parlamentari devono essere resi pubblici. In altre parole, il cittadino-elettore ha il diritto di sapere di quale altro passaporto, oltre a quello elvetico, dispongono i deputati alle Camere federali. Le cittadinanze dovranno quindi figurare – se la proposta verrà definitivamente approvata – nelle note biografiche pubblicate in internet sul sito della Confederella.
Chiaramente, la decisione è corretta. Ci mancherebbe. Ma è ben lungi dall’essere sufficiente!
Punto primo
E’ il colmo che per rendere pubblica un’informazione come quella sulle nazionalità dei deputati a Berna serva addirittura un’iniziativa parlamentare. E ancora più assurdo è che la proposta non venga approvata all’unanimità!
Chi si oppone, ovvero chi NON VUOLE la trasparenza sulle nazionalità? Naturalmente si tratta dei $inistrati ro$$overdi! Quelli che si sciacquano la bocca con la trasparenza e con i conflitti d’interesse, ma solo quando fa comodo a loro! Per la gauche-caviar, anche la trasparenza – come la morale e come la legalità – si applica senso unico.
Questi $inistrati ogni tre per due blaterano di conflitti d’interesse, puntando il dito solo su quelli altrui. Ma quale conflitto d’interessi più grande ci può essere di quello in cui si trova chi fa politica nelle massime istituzioni di uno Stato con in tasca il passaporto di un altro?
Del resto, i $inistrati antisvizzeri sono farciti di politicanti dalla nazionalità plurima. Ed i risultati si vedono. Perfino il neo copresidente del partito, tale Cedric Wermuth (Cedric chi?), ha più di un passaporto. E, ma tu guarda i casi della vita, le sue principali proposte politiche sono: 1) rendere l’albanese ed il serbo croato lingue nazionali e 2) Introdurre lo ius soli. Servono altri commenti?
Punto secondo
I $inistrati, quelli che – come detto – si riempiono la bocca con la trasparenza, vorrebbero però tenere segreti i passaporti multipli dei deputati. Motivo: pubblicandoli si insinuerebbe che i titolari di cittadinanze multiple “potrebbero dare prova di slealtà”. Ossignùr. Se un politicante a livello federale (!) non si sente nemmeno abbastanza svizzero per rinunciare al passaporto del paese d’origine, la “slealtà” è ben più di un sospetto!
L’Australia, che non ci risulta essere una dittatura fascista, impone ai membri del parlamento e del governo di avere un solo passaporto. Proprio per motivi di lealtà. In Liechtenstein, chi vuole acquisire la cittadinanza del principato deve rinunciare a quella del paese d’origine. Questa regola è stata di recente riconfermata in votazione popolare, e a larga maggioranza. Invece dalle nostre parti la $inistruccia multikulti vorrebbe addirittura tenere segreti i passaporti dei politicanti; ovviamente perché i banchi ro$$overdi pullulano di beneficiari di naturalizzazioni facili! Kompagni, ma andate a Baggio a suonare l’organo!
Punto terzo
In sprezzo del ridicolo, la CIP-N è riuscita a bocciare l’estensione ai consiglieri federali della proposta di pubblicazione delle cittadinanze. In altre parole, secondo gli illuminati soldatini del triciclo, i parlamentari (che contano come il due di picche) devono rendere noti i propri passaporti; i membri del governicchio federale no. Ma sa po’?
E’ scandaloso che, secondo la partitocrazia, un Consigliere federale possa avere più di un passaporto, e non sia neppure tenuto a dirlo!
La Lega ha già proposto – tramite mozione di chi scrive – che i deputati alle Camere federali, così come pure i membri del governicchio federale, devono avere SOLO il passaporto elvetico. “Ovviamente” il triciclo, imbesuito dal multikulti, ha respinto stizzito l’atto parlamentare, strillando al “razzismo”. Eppure in altri Paesi la “sconcertante” proposta è realtà consolidata. E’ ovvio quindi che la Lega tornerà alla carica ad oltranza!
In conclusione. Rendere pubblici i passaporti dei parlamentari federali è solo un primo, minuscolo gesto di trasparenza. E’ evidente che non basta.
Stop ai doppipassaporti sotto le cupole federali!
Lorenzo Quadri