Solo americanate? No, arriveranno anche qui in conseguenza del “matrimonio per tutti”
Come da copione, e come avevamo scritto fin dall’inizio, la votazione sul cosiddetto “matrimonio per tutti” ha dato contemporaneamente la legittimazione e la stura a derive farneticanti che si pensavano limitate agli USA e che potevano pertanto essere etichettate, con una certa (giustificata) sufficienza, come “americanate”. Ed invece queste “americanate”, grazie al governicchio federale ed alla partitocrazia imbesuita dal politikamente korretto, rischiamo di trovarcele ben presto in casa.
Padri eliminati
Prima tappa: la rimozione del termine “padre” dal Codice civile svizzero, che verrà sostituito con “altro genitore”. Questo perché, con il matrimonio per tutti, le coppie di lesbiche potranno avere accesso alla donazione del seme. Ci saranno quindi figli con due madri. Ciò significa, come abbiamo scritto a più riprese, cancellare istituzionalmente la figura del padre. Ed infatti ecco che il termine sparisce dal Codice civile. Rimuovere la parola per eliminare il ruolo. Il giochetto è palese. Ma naturalmente erano tutte balle da “retrogradi fascisti”.
Via anche la madre
Tanto per non farsi mancare niente, ed in nome della tanto decantata parità, adesso apprendiamo che a medio termine potrebbe sparire anche il termine di madre.
Ciò grazie alle scempiaggini della Commissione nazionale di etica in materia di medicina umana (CNE) la quale blatera che “nel diritto di filiazione, i termini madre e padre si riferiscono chiaramente all’identità sessuale, nella misura in cui sono riferiti alla dicotomia maschio/femmina”. Tuttavia “l’elemento decisivo è la nascita, e una designazione del sesso della persona non è di fatto necessaria”. Ah, ecco. Perché, notoriamente, l’atto di partorire non ha niente a che vedere col genere – femminile – della persona: ogni giorno in Svizzera migliaia di uomini restano incinti.
E’ manifesto che ci stiamo imbarcando per direttissima verso le aberrazioni italiche del “genitore 1” e “genitore 2”. Sulle quali però il Belpaese ha fatto retromarcia.
E noi paghiamo delle Commissioni federali per formulare simili fetecchiate? Abolirle subito!
Arriva il terzo genere
Purtroppo c’è chi simili scempiaggini le ascolta pure. A partire, ahinoi, dal governicchio federale.
Il TagesAnzeiger ha infatti annunciato che nella prima metà del 2022 il CF presenterà un rapporto contenente le sue riflessioni sull’introduzione di un terzo genere nei documenti d’identità svizzeri e nei testi giuridici. Esaminerà anche la questione della completa abolizione della menzione del sesso.
In queste riflessioni terrà conto (ahinoi) delle raccomandazioni della CNE. Ed essa, oltre a pretendere di abolire il termine di mandre, vuole anche in primo luogo il “terzo genere” sui documenti legali e d’identità, e poi l’abolizione tout-court di ogni indicatore di genere.
Qui qualcuno è fuori come un balcone.
Il terzo genere non esiste: i generi sono due, maschile e femminile. Piaccia o non piaccia ai politikamente korretti. Ci sarà anche chi – una piccolissima minoranza – non si riconosce nella “divisione binaria”. Ma una percezione soggettiva non modifica la realtà. Se uno un bel giorno si sente gatto, non viene riconosciuto dalle autorità come soriano o siamese o maine coon.
Chi lo pretende?
C’è poi da chiedersi chi in concreto sentirebbe questa impellente esigenza di introdurre il terzo genere e di poi cancellare interamente i generi (neanche gli esseri umani fossero diventati su comando ermafroditi come i lombrichi).
Non si stravolge un ordinamento giuridico e non si negano realtà di fatto per accontentare (?) microscopiche minoranze o – peggio ancora – per dar retta a qualche politichetto o burocrate invasato.
Queste piccole minoranze non hanno facoltà di dettare legge a tutti gli altri.
Altro che “diversità”
Fa poi specie, ma nemmeno tanto, che a sostenere la cancellazione di differenze fattuali, siano poi gli stessi ambienti politici $inistrati che si riempiono la bocca con il “valore della diversità”; però poi vogliono omologare tutto. Ancora peggio: a volere la cancellazione del genere dai testi di legge e dai documenti d’identità sono i medesimi politicanti che l’8 giugno ostentano strofinacci viola, che pretendono le quote rosa, l’inserimento del femminicidio nel codice penale, la medicina femminile, le formulazioni al femminile anche laddove la lingua non le prevede, più una caterva di altre istanze nel nome del femminismo androfobo che va oggi per la maggiore. Dunque, quando sono funzionali alla propria politichetta, i generi esistono eccome. E non solo esistono, ma vengono esasperati ad arte per creare divisioni da cavalcare. La solita coerenza dei $inistrati.
No limits
Altra “curiosità”: a sostenere fantasiose teorie contro la divisione binaria – perché i documenti d’identità con indicato il genere maschile e femminile sarebbero discriminatori – sono gli stessi soldatini gauche-caviar che vogliono fare entrare in Svizzera centinaia di migliaia di migranti economici in arrivo da altre culture (islamiste), dove chi non si riconosce nella barbarica “divisione binaria” viene lapidato. Però il problema sarebbe la “discriminazione sui documenti d’identità elvetici”?
In Italia il DDL Zan, che voleva introdurre (almeno “in nuce”) terzi sessi e giornata nazionale contro l’omofobia, è stato affossato dal Senato. Noi siamo quindi messi peggio dell’Italia. Non pare un motivo di vanto.
Lorenzo Quadri