Nessun controllo sui delinquenti stranieri
Ancora una volta, il Consiglio federale riesce a dare il peggio di sé.
In tempi recenti, molto recenti, grazie al Mattinonline, al Mattino della domenica e alla Lega dei Ticinesi ed in particolare al granconsigliere Daniele Caverzasio, è apparsa in tutta la sua evidenza una gigantesca falla nella libera circolazione delle persone.
A seguito di tale accordo bilaterale, non è più possibile richiedere sistematicamente il casellario giudiziale agli stranieri che si vogliono trasferire nel nostro Paese. La richiesta può avvenire solo in singoli casi, per comprovati motivi.
Fallimento totale
Questo modo di procedere è deleterio e con il caso Sollecito si è visto molto bene a cosa porta. Persone sotto processo per omicidio si possono trasferire tranquillamente nel nostro Paese. Entra di tutto e di più, senza che nessuno se ne accorga. Sollecito è stato scoperto e di conseguenza il permesso B che aveva ottenuto è stato revocato, non già a seguito di verifiche, ma unicamente perché il suo caso era stato molto mediatizzato anche alle nostre latitudini. Conseguenza: i casi non mediatizzati nell’area italofona non si scoprono.
Per fare un esempio: nel regime attuale un docente UE condannato per pedofilia nel suo paese d’origine potrebbe allegramente trasferirsi in Ticino e mettersi ad insegnare, e nessuno se ne accorge. Come può l’amministrazione cantonale immaginarsi (se nessuno fa la soffiata) che la persona in questione è stata condannata? Il fallimentare sistema in cui ci hanno trascinato i sostenitori della devastante libera circolazione delle persone crea quindi delle situazioni di pericolo per i cittadini.
“Sa pò mia?”
La devastante libera circolazione delle persone ci ha dunque tolto dei filtri indispensabili. Che il sistema attuale sia pieno non già di buchi, ma di veri e propri crateri, è dimostrato dal caso Sollecito.
Ma il Consiglio federale, confrontato con una mozione leghista che chiede di ripristinare la richiesta sistematica del casellario giudiziale di tutti i richiedenti prima che venga rilasciato qualsivoglia permesso di risiedere nel nostro Paese, risponde picche. “Sa pò mia”.
Non solo: risponde che non si farà assolutamente nulla per migliorare la situazione, malgrado sia comprovato quanto essa sia deleteria. Perché così vogliono gli eurobalivi.
Grazie ai devastanti accordi bilaterali, non abbiamo nemmeno la possibilità di sincerarsi che chi chiede di trasferirsi da noi non sia un criminale pericoloso.
Entrano tutti, non esce nessuno
Visto che – e c’è la prova provata – “grazie” alla libera circolazione delle persone siamo costretti a riempirci di delinquenti senza poter controllare, logica e decenza vorrebbero che, almeno, lo straniero che in Svizzera viene beccato a delinquere (si parla di reati importanti), possa venire espulso automaticamente. Del resto c’è pure un’iniziativa popolare in questo senso, accettata in votazione popolare da oltre due anni e mezzo. Invece, nisba.
Nei giorni scorsi la kompagna Simonetta Sommaruga ha dichiarato che non ci saranno espulsioni automatiche. Traduzione: dobbiamo far entrare tutti ma non espelliamo nessuno (o quasi). Le frontiere sono spalancate solo quando si tratta di permettere a cittadini UE di entrare in Svizzera. Se si tratta invece di mandarli fuori, ecco che improvvisamente le frontiere si richiudono. Poi ci chiediamo come mai siamo messi sempre peggio.
Lorenzo Quadri