Gottardo: la stampa radikalchic della Svizzera interna vuole farci tornare un baliaggio

 Se il pedaggio antisvizzero diventa il nuovo tormentone elettorale, altri problemi (immigrazione, svendita all’UE,…) sgraditi ai media di regime passano in secondo piano – Il Ticino deve insorgere contro il balzello: visto che il problema è il transito parassitario, le misure vanno prese AI CONFINI

La stampa radikalchic della Svizzera interna – leggi il gruppo Tamedia e 20Minuten –  torna a fare politichetta contro il Ticino. Ed infatti sta scandalosamente pistonando il pedaggio al Gottardo: ovvero una “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) che il Ticino non può accettare. Perché equivarrebbe a creare una dogana all’interno della Svizzera. Il colmo è che a sostenere siffatta ciofeca sono politicanti e giornalai che poi, per fare fesso il popolazzo, si riempiono ipocritamente la bocca (e le pagine) con la “coesione nazionale”.

Non sta né in cielo né in terra che tra tutti i Cantoni ce ne sia uno – uno soltanto – raggiungibile in autostrada dal resto del paese solo previo il pagamento di un pedaggio. Pedaggio che, tra l’altro, anche i ticinesi dovrebbero sborsare per recarsi nelle altre parti della Svizzera.

Il colmo è che in quello stesso Cantone entrano quotidianamente da uno Stato estero decine di migliaia di frontalieri uno per macchina. Costoro infesciano le strade – tutte, non solo l’autostrada – e devastano l’aria ogni giorno; non solo durante qualche weekend di esodo estivo. Per le targhe azzurre non è però prevista alcuna limitazione né balzello. Perché la politichetta federale se ne frega della situazione in cui versa Ticino. Malgrado ne porti la responsabilità. La devastante libera circolazione delle persone, con conseguente invasione da sud, i ticinesi non l’hanno mai voluta.

E la tassa per frontalieri?

Di una boiata come il pedaggio al Gottardo nemmeno si dovrebbe parlare. Ed invece i media radikalchic svizzerotedeschi vogliono farla diventare un tema politico. E meglio di campagna elettorale in vista delle prossime elezioni federali. Il gruppo Tamedia e 20 Minuten  hanno addirittura lanciato l’ennesimo sondaggio farlocco, realizzato contestualmente alle elezioni federali, dal quale emerge che due terzi degli svizzeri sarebbero favorevoli al balzello.

Questi sondaggi sono pilotati. Le domande sono formulate in modo da ottenere la risposta desiderata. Nel caso concreto, si sta evidentemente cavalcando la solita crociata populista contro gli automobilisti cattivi.

E, se Tamedia e 20 Minuten hanno soldi da spendere (altro che pretendere di mungere sussidi federali), perché non realizzano un sondaggio sull’introduzione di una tassa d’entrata per frontalieri? (Un tema che, tra l’altro, la Lega intende rilanciare a Berna). Non ci vorrebbe un grande sforzo per ottenere delle percentuali di favorevoli simili o superiori a quelle dei presunti pro-pedaggio al Gottardo. Ma appunto: il tema non interessa. Perché, secondo la casta, “devono entrare tutti”.

Come l’ex DDR

Che ai politicanti ro$$overdi il pedaggio al Gottardo piaccia, non sorprende di certo. Quando si tratta di inventarsi nuove tasse e balzelli, costoro ci sono sempre. A maggior ragione se a venire munti sono gli odiati automobilisti. Compresi ovviamente quelli che guidano auto elettriche. Ma i $inistrati detestano tutte le auto, perché sono contrari alla mobilità individuale, così come sono contrari alle libertà individuali. Questi soggetti vogliono trasformare la Svizzera nella fu DDR col pretesto del “clima”.

E’ poi evidente che il pedaggio al Gottardo sarebbe solo il preludio all’introduzione indiscriminata di balzelli contro gli automobilisti, ovvero il demenziale “road pricing”: ed è anche per questo che la stampa radikalchic della Svizzera tedesca (Gruppo Tamedia e 20 Minuten) lo pistona.

Nel caso concreto, i primi promotori del pedaggio al Gottardo sono tre sconsiglieri nazionali del sedicente “centro” (un uregiatto, un liblab, ed una verda-liberala). A dimostrazione che il “centro” è ormai diventato una succursale della $inistra.

Troppi politicanti non svizzeri

Quanto al problema della coesione nazionale ed al declassamento di un Cantone con una tassa d’accesso a carico del suo turismo o della sua economia. Troppi soldatini ro$$overdi sotto le cupole federali non sono nemmeno svizzeri, bensì titolari di doppio (se non triplo) passaporto. Di conseguenza non conoscono i principi fondamentali del paese, rispettivamente se ne fregano.  Del resto, se gli elettori mandano a Berna politicanti che non si sentono nemmeno abbastanza svizzeri da rinunciare alla nazionalità del paese d’origine… che se li tengano.

Intervenire in dogana

E’ poi evidente che il pedaggio al Gottardo non servirebbe ad un tubo. Il problema è il transito parassitario attraverso la Svizzera. Quello generato da veicoli che partono dall’estero (ad esempio dalla Germania) con destinazione all’estero (ad esempio l’ Italia). Ma questi veicoli non si materializzano dal nulla davanti al traforo. E’ pertanto chiaro che qualsiasi misura disincentivante si voglia prendere, va introdotta ai confini nazionali – quindi alle frontiere – e non al Gottardo. La Svizzera infatti comincia e finisce altrove.

Occupare lo spazio

Il tentativo della stampa radikalchic di infesciare le elezioni federali con il non-tema del pedaggio al Gottardo è inoltre una manovricchia diversiva: l’obiettivo è occupare lo spazio con un argomento facile da cavalcare per il populismo di $inistra (automobilisti cattivi, traffico cattivo, e il Gottardo per darsi una spolverata di patriottismo buona per gli allocchi). Occupare spazio con l’intenzione di toglierlo a temi ben più importanti. Che però non piacciono ai giornalai di $inistra ed ai loro padroni. A partire da quelli legati all’immigrazione incontrollata, con tutti gli annessi e connessi.

Doppio affronto

E’ poi desolante che un problema essenzialmente circoscritto al Canton Uri (36mila abitanti) assuma all’improvviso, a seguito di montature mediatiche, la valenza di quasi emergenza nazionale. L’affronto al Ticino è doppio. Da un lato la leggerezza nell’immaginare misure-ciofeca che lo tagliano fuori dal resto della Svizzera, senza nemmeno pensare alle ripercussioni negative. Dall’altro, il totale e scandaloso menefreghismo della politichetta bernese e dei giornalai federali nei confronti dei problemi viari generati dai frontalieri. Che sono ben più gravi ed estesi nel tempo di quelli imputabili ai vacanzieri al Gottardo.

Lorenzo Quadri