La sentenza della CRP contro il decreto d’abbandono non poterà a nulla di concreto
Nella vicenda che ha portato alla demolizione, più di due anni fa, di un annesso fatiscente dell’ex Macello di Lugano (il bene culturale è sempre rimasto al suo posto), di penalmente rilevante c’è una sola cosa: il comportamento degli okkupanti autogestiti. Tutto il resto è panna montata politico-mediatica che, a furia di montarla, è diventata burro Floralp, nel frattempo irrancidito.
Non serve il Mago Otelma per prevedere che la CRP (Corte dei reclami penali), con la sua sentenza sul tema, darà un nuovo “là” al circo equestre sul nulla ad opera dei giornalai e della politichetta.
I fatti sono noti: nei giorni scorsi, dopo oltre un anno e mezzo (!) trascorso a pettinare bambole, la CRP ha sentenziato che l’inchiesta esperita dal Ministero pubblico – quella che ha portato al decreto d’abbandono – sarebbe lacunosa (?) e pertanto occorrono ulteriori accertamenti. Embè? Dove sarebbe lo “sgub” (scoop)? Di accertamenti se ne possono fare all’infinito. Ma, se non c’è niente da trovare, non si troverà nulla. E’ invece chiaro che i nuovi interrogatori sul sesso degli angeli faranno lievitare il conto a carico del contribuente. Quando la pantomima giudiziaria sarà terminata, pretenderemo che ne venga reso pubblico il costo. Ricordiamo infatti che nell’ inchiesta sono stati impegnati vari Procuratori pubblici e perfino il Procuratore generale, oltre ai tre giudici della Corte dei reclami penali: quelli che hanno partorito la logorroica sentenza (ben 93 pagine!) che ribalta il decreto d’abbandono.
Sono lì in troppi
Se la giustizia ticinese può permettersi un simile dispendio di tempo, di risorse e di energie su una banale questione di politichetta contro il municipio di Lugano, le opzioni sono solo due: o i magistrati sono troppi, oppure c’è un grosso problema nel fissare le priorità. E intanto che il potere giudiziario si perde via in quisquilie, la delinquenza – specie quella d’importazione – imperversa sul territorio. E, in queste condizioni, qualcuno ha ancora il coraggio di chiedere potenziamenti della Magistratura? Ma anche no!
La “rüdera”
Intanto, come ha rilevato il sindaco Michele Foletti, le macerie dell’annesso demolito sono ancora sul posto a fare brutta mostra di sé. Questo malgrado siffatta “rüdèra” non possa più avere alcun valore probatorio, essendo stata manomessa un’infinità di volte dagli autogestiti stessi. Di conseguenza, i progetti di riqualifica del sedime non possono partire. C’è da temere che questo stato di cose durerà a lungo. Sappiamo chi ringraziare.
Melma e ventilatore
Non solo la presunta valenza penale del caso ex Macello è inesistente. Lo è anche l’interesse pubblico. Ai ticinesi delle vicende di molinari e affini non importa una fava. Ai luganesi, idem con patate. Le priorità della città sono ben altre. Ma naturalmente, e sempre a scopo di politichetta, la stampa di regime crea il “caso” e dedica alla sentenza della CRP paginate di aria fritta. Chiaro: i media mainstream sono farciti di giornalai di $inistra, supporter dei molinari e bramosi di screditare il municipio di Lugano, reo di essere del colore politico sbagliato. Come diceva Totò, “accà nisciuno è fesso”: il decreto d’abbandono annullato riguarda formalmente solo la municipala PLR Karin Valenzano Rossi ed il vicecomandante della Polizia cantonale Lorenzo Hutter, ed eventuali ignoti. Sono quindi solo loro a tornare sotto inchiesta. Ma l’intenzione della stampa di regime e dei soliti politichetti è quella di (ri)fare il processo politico all’Esecutivo, spandendo melma col ventilatore in periodo elettorale (elezioni federali e poi comunali).
Stampa di regime
Che la Pravda di Comano ed il giornale di servizio del partito delle tasse (La Regione) montino la panna su tutto ciò che ha attinenza con l’ “autogestione” non sorprende affatto: trattasi di bollettini ufficiali dei ro$$overdi, addirittura interscambiabili. Non a caso il vicedirettore italico della Regione, autore di esagitati quanto imbarazzanti editoriali pro-brozzoni, andrà a fare il capo della Divisione kultura della R$I, riccamente foraggiato con il canone più caro del mondo.
Ma anche il Corrierino del Ticino segue, per l’ennesima volta, il mainstream mediatico. Senza ombra di spirito critico né “liberale”. Addirittura, sull’edizione di venerdì, in un’intera paginata a tema, il foglio PLR invita tra le righe i molinari ad organizzare un corteo per festeggiare. Come si è visto, è invece arrivata l’okkupazione abusiva delle vecchie scuole di Viganello (come mai gli accessi dello stabile non sono stati murati per tempo?). Le quali, ovviamente, non potranno trasformarsi nel Macello-bis. E quindi andranno liberate.
Lorenzo Quadri