Dopo aver rinominato i PP bocciati, adesso la politica vuole gonfiare l’organico

Si ricorderà, del resto non è passato poi così tanto, la sceneggiata da repubblica bananiera che, alla fine dell’anno di disgrazia 2020,ha interessato le nomine presso il Ministero pubblico ticinese. Sceneggiata conclusasi con la riconferma, ad opera del parlamento, dei Procuratori pubblici giudicati non idonei dal Consiglio della magistratura (CdM).

Molto si è detto sulle valutazioni del CdM. In particolare sulle loro (presunte) lacune formali. La vicenda può essere riassunta come segue: per anni la politica ha rimproverato al Consiglio della Magistratura di essere latitante e di non formulare osservazioni sull’operato di giudici e PP, anche quando esso è manifestamente deficitario. Tanto per una volta che il CdM dà segni di vita, ecco che il giudizio viene bellamente ignorato, poiché scontenta la cadregopoli partitica – meglio nota come mercato delle vacche –  in base alla quale vengono distribuiti i posti a Palazzo di Giustizia(“tu dai una cadrega a me, io do una cadrega a te”).

Come già sottolineato, il problema non è solo ticinese. A livello federale le cose funzionano (?) esattamente allo stesso modo. La pantomima della mancata identificazione del successore del controverso PG Michael Lauber alla guida del Ministero pubblico della Confederella è lì a dimostrarlo.

I casi della vita

Tornando in Ticino: dei 5 PP sonoramente bocciati dal Consiglio della Magistratura, 4 hanno sollecitato un nuovo mandato decennale (!), e sono stati riconfermati in carica dal parlamento cantonale. E adesso ecco che fioccano le richieste di potenziamento dell’organico del Ministero pubblico. Ma tu guarda i casi della vita!

Nel Messaggio governativo del 2019 si parlava di un PP in più (già discutibile). Adesso sia il parlamento che il governicchio sono d’accordo di raddoppiare: due procuratori pubblici aggiuntivi, ciò che farebbe salire l’organico del Ministero pubblico a 22 PP, più – va da sé – un ulteriore segretario. Il tutto per la modica (si fa per dire) spesa aggiuntiva di quasi 700mila franchetti all’anno; che in 10 anni fanno 7 milioni, e scusate se sono pochi! Ovviamente il PG Andrea Pagani (PLR) è estasiato all’idea: oltre che alla squadra gli si gonfia pure l’ego.

Tipico dell’amministrazione pubblica

Le previsioni del Mago Otelma si sono dunque avverate. Prima la politica conferma in carica dei magistrati bocciati dall’organo di sorveglianza poiché non in grado di adempiere al proprio compito. Poi, per compensare le inefficienze, pretende di assumere più legulei per portare avanti il lavoro al posto di chi non lo sa fare.

Questo è il classico malandazzo dell’amministrazione pubblica. Il funzionario “inidoneo” viene semplicemente parcheggiato, va da sé a stipendio pieno, e per sbrigare il suo lavoro viene assunto qualcun altro. Così ci sono due persone al posto di una. Ma tanto il conto dell’operazione lo paga il solito sfigato contribuente, per cui che problema c’è?

Di conseguenza, al Ministero pubblico non si potenzia proprio un bel niente finché non sarà dimostrato al di là di ogni dubbio (ci scappa già da ridere) che il potenziamento è dovuto a necessità oggettive e non al fatto che il mercato delle vacche parlamentare ha portato a (ri)nominare le persone sbagliate.

Elezione popolare

Ribadiamo il concetto: i magistrati devono essere eletti dal popolo. E per un periodo di al massimo 5 anni, altro che 10. La nomina parlamentare non fornisce alcuna garanzia qualitativa dei prescelti, dal momento che l’unico requisito professionale che fa stato è la tessera del partito giusto. Quindi da questo punto di vista il passaggio all’elezione popolare non comporterebbe alcun peggioramento (anzi). Ma almeno chi si troverà con le ciapett poggiate su una cadrega statale da 200mila franchi all’anno avrà una legittimazione democratica per occuparla. E le nomine dei magistrati non sarebbero “de facto” a vita, diversamente da quel che accade ora (come abbiamo ben visto lo scorso dicembre, il parlamento li riconferma qualsiasi cosa accada).

Del resto, se il popolo è in grado di eleggere i Consiglieri di Stato, non si vede perché non dovrebbe poter eleggere i magistrati.

Lorenzo Quadri