Favoriscono i pacchi a vantaggio dell’e-commerce, deleterio per l’economia locale
L’ex Gigante Giallo si sta sempre più trasformando in un nano.
Visto che smantellare uffici postali a tutto spiano (altro che “prossimità”!), falcidiando perfino le bucalettere, ancora non bastava, ecco che a sparare fonchiatearriva la sedicente “Commissione di esperti sul servizio universale della Posta”.
La Commissione è presieduta, ma tu guarda i casi della vita, dalla politicante PLR di turno (l’ex consigliera agli Stati argoviese Christine Egerszegi) ed è composta in massima parte da burocrati e professorini (tra i quali non figura nemmeno un esponente ticinese).
La rottamazione
Ebbene, di recente la Commissione dei cosiddetti esperti ha presentato il proprio rapporto finale (un papiro di 47 pagine) in cui suggerisce di demolire il servizio pubblico della Posta. In sostanza, si propone di distribuire le lettere ed i quotidianisolo tre giorni alla settimana a partire dal 2030. Ossia da dopodomani (il tempo scorre veloce).
Il motivo di questa autentica rottamazione del servizio postale sarebbe la solita “digitalizzazione”. Per contro, la consegna giornaliera dei pacchi dovrebbe rimanere garantita. Ohibò. Come si spiega il trattamento privilegiato per i pacchi? Risposta: con il boom dell’ e-commerce. Ma bene!
Regali dello stramaledetto virus
Il boom dell’e-commerce è uno dei tanti regali avvelenati della pandemia da stramaledetto virus cinese, così come il pernicioso telelavoro. Entrambi svuotano i centri cittadini, danneggiando l’economia locale: in particolare il commercio e la ristorazione. Ecco il bel risultato delle politiche della $inistra chiusurista. Da notare che, secondo uno studio pubblicato ad inizio mese dalla John Hopkins University, il lockdown durante la prima ondata pandemica avrebbe ridotto la mortalità da covidsolo dello 0.2% negli USA ed in Europa. Altrimenti detto, non è servito ad un tubo.
Per contro, la decisione di rinchiudere i cittadini ha fatto sì che la gente si mettesse a lavorare da casa (telelavoro) e a fare acquisti da casa (e-commerce). Poi, una volta sperimentata questa modalità, si è abituata e l’ha mantenuta anche dopo la fine della pandemia. A farne le spese è l’economia del territorio! E adesso a pistonare l’e-commerce arrivano gli esperti di regime? Ma non ci siamo proprio!
Istituito dal DATEC
E’ inaudito che in Svizzera, non nel Burundi, si parli di distribuire la posta, giornali compresi, solo tre giorni alla settimana. E che a uscirsene con simili boiate non sia un provocatore smanioso di mettersi in mostra, bensì un rispettabile gruppo di esperti istituito dal Dipartimento Simonetta (DATEC) e dal DFF, e presieduto da un’ex politicante PLR.
Scusate ma ci scappa da ridere! La kompagna Sommaruga voleva ulteriormente foraggiare la stampa di regime con i soldi dei contribuenti; il pacchetto di aiuti ai media – giustamente asfaltato dai votanti lo scorso 13 febbraio – prevedeva tra l’altro il finanziamento della consegna dei giornali la mattina presto. E adesso arrivano gli esperti (?) della commissione voluta dalla kompagna Simonetta medesima a dire che in fondo tra pochi anni i giornali si potranno consegnare anche solo tre volte a settimana? E’ il colmo!
Carta straccia
Sarebbe poi interessante sapere quali sarebbero le conseguenze occupazionali della messa in atto dei suggerimenti contenuti nel rapporto (licenziamenti di massa nell’ex Gigante giallo).
Ci piacerebbe pure sapere quanto è costato il rapporto della lodata commissione, la quale verosimilmente non lavora gratis.
Il documento, è chiaro anche al Gigi di Viganello, è carta straccia. E’ infatti chiaro che nessun politicante sano di mente sarebbe disposto a sposare una prospettiva che trasformerebbe la celebrata Posta svizzera in quella di un paese del Terzo Mondo. Che la digitalizzazione abbia ridotto i flussi di lettere cartacee è senz’altro vero. Ma recapitare la corrispondenza “fisica” tre volte alla settimana significa porre le premesse per la sua abolizione.
Digitalizzazione selvaggia
E’ una fregnaccia clamorosa sostenere che per i cittadini e per l’economia non sia importante che una busta venga consegnata il giorno successivo. Partendo da questa fonchiata, si creerebbe un disservizio che costringerebbe gli utenti trovare delle alternative. Con il pretesto delle richieste dell’utenza si vuole dunque pilotare il comportamento della clientela, spingendo verso la digitalizzazione selvaggia.
Basta lettere di carta (solo email) ma avanti con l’e-commerce che devasta l’economia locale (i pacchi continuerebbero ad essere consegnati tutti i giorni; ma non c’è alcuna indicazione che per gli svizzeri sia più importante ricevere un pacco che una lettera). E, ovviamente, la consegna a giorni alterni segnerebbe la fine dei giornali cartacei. Altro che aiuti statali per puntellare la stampa di regime!
Il fatto che qualcuno, oltretutto incaricato dalla politica, formuli le ipotesi sopra indicate – e non come scherzo di Carnevale – è significativo. Si tratta forse di un primo “ballon d’essai”? E’ questo il futuro che qualcuno vorrebbe preparare?