Gigante giallo allo sbando: strage di uffici postali, ma intanto i grandi “magnager”…
Ma guarda un po’, nuova figura marrone del Gigante Giallo (che cromaticamente fa pure “pendant”)! Dopo lo scandalo Autopostale, adesso salta fuori che i capi di Swiss Post Solutions (SPS), una filiale della Posta di cui quest’ultima detiene interamente il capitale azionario, il 21 e 22 gennaio scorso hanno organizzato un evento extralusso ad Ho Chi Minh, dove si trova la sede della divisione asiatica di SPS.
E pare che il “magna e bevi” con le relative trasferte aree – ovviamente non in economy! – sia costato la bellezza di 200mila franchetti! Apperò!
Oltretutto lo stile di direzione del boss di SPS, tale Jörg Vollmer, è proprio improntato allo spendi e spandi per i dirigenti. I quali in un’altra occasione sono stati pure intrattenuti e sollazzati con degustazioni di vini pregiati in quel di Flims, mentre ai dipendenti si fa tirare la cinghia.
“Come i gilet gialli”
Intanto che i “magnager” SPS fanno la bella vita in Asia, l’ex Gigante giallo continua a chiudere uffici postali come se piovesse (o nevicasse). Uno degli ultimi ad essere balzato per questo motivo agli onori della cronaca è quello di Besso, popoloso e centrale quartiere di Lugano. Quindi la storiella che si chiude dove non ci sarebbe la clientela è l’ennesima balla di Fra’ Luca con cui i mammasantissima della Posta cercano di giustificare scelte di smantellamento già decise a tavolino impipandosene dei numeri e delle conseguenze sul servizio pubblico.
Contro la chiusura dell’Ufficio postale di Besso, la Commissione di quartiere ha consegnato nei giorni scorsi 4738 firme al municipio di Lugano; firme raccolte non on-line, bensì in forma cartacea, tra i cittadini. I promotori hanno dichiarato di essere pronti a scendere in strada come i gilet gialli francesi, il che non sarebbe neanche una cattiva idea! Gilet gialli contro ex gigante giallo!
“Sa po’ fa nagott”
Mentre a Berna il parlamento ha detto a più riprese che bisogna cambiare le regole del gioco per impedire alla Posta di chiudere uffici postali in maniera scriteriata al fine di massimizzare gli utili, l’ex Gigante giallo va avanti “come se niente fudesse”: finché le regole applicabili sono quelle attuali, la Posta tira dritta, tranquilla come un tre lire!
Proprio a proposito della chiusura della Posta di Besso, il Consiglio federale ha risposto in dicembre ad una domanda presentata da chi scrive in Consiglio nazionale. Dichiarazione del governicchio bernese: “chiudere uffici postali rientra nella libertà imprenditoriale della Posta”.
Bravi, avanti così! E se qualcuno si aspetta che con l’arrivo alla testa del Dipartimento federale competente (il Datec) della ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga le cose miglioreranno… campa cavallo!
Chi ci guadagna?
Certo che siamo proprio messi bene. Un’azienda interamente di proprietà della Confederazione – perché nella Posta non c’è un solo franco dei privati – ne combina peggio di Bertoldo. Ed i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale cosa fanno? Si trincerano dietro il consueto “sa po’ fa nagott”!
Del resto, gli utili pompati dalla Posta tramite politiche scriteriate giovano anche al Consiglio federale. Tutti soldi in più che vanno a finire nel calderone delle casse federali. Così la Confederella si trova con più fondi da spendere/sperperare a piacimento. Ad esempio per i migranti economici. O per i regali miliardari alla fallita UE. Capita l’antifona?
Lorenzo Quadri