Modificare il Codice penale per proteggere meglio le vittime di rapine in casa

L’iniziativa parlamentare è stata presentata in Consiglio nazionale nel corso della sessione da poco terminata

Nei paesi a noi vicini, lo riconoscono tutti e lo dicono le statistiche, la delinquenza ha compiuto un “salto di qualità”. Se una volta gli scassinatori aspettavano che le abitazioni fossero vuote per mettere a segno i propri “colpi”, adesso prendono in ostaggio gli inquilini per farsi consegnare con la violenza, non di rado efferata, soldi ed oggetti di valore.

Questi episodi alle nostre latitudini sono ancora, fortunatamente, rari (sempre meno). Lo stesso non si può però dire per i paesi a noi limitrofi. Nel nord Italia, ad esempio, le rapine in casa stanno diventando il pane quotidiano. Idem in Francia. E poiché con la libera circolazione delle persone ancora prima dei lavoratori a basso costo arrivano i criminali, noi ticinesi, che ci troviamo geograficamente incuneati nel Belpaese, non possiamo illuderci di rimanere un’isola felice all’infinito.

Quasi mai la polizia è in grado di sventare un’aggressione in casa. Non perché gli agenti non siano “bravi”. Semplicemente perché le forze dell’ordine non hanno il dono dell’ubiquità, e non riescono ad arrivare in tempo sul luogo del reato. La vittima (o le vittime) di una rapina in casa sono dunque affidate sostanzialmente a se stesse, alla loro prontezza di reazione e alla loro capacità di autodifesa.

Diritto naturale e legale

Difendere se stessi, i propri familiari ed i propri averi, è un diritto naturale ed anche, ovviamente, legale. Il Codice penale svizzero (come tutti gli altri) contempla la legittima difesa. Prevede però anche che essa abbia dei limiti. Nel caso vengano oltrepassati, si parla di eccesso di legittima difesa, che torna ad essere punibile. Accade dunque che, per paura di eccedere, l’aggredito in casa rinunci a difendersi. La vittima si mette dunque in pericolo per paura di finire lei, e non il criminale, sul banco degli imputati. Non può essere che la legge inibisca il diritto dell’onesto cittadino di difendersi da predatori sempre più feroci, facendo così il loro gioco.

Ridefinire i limiti

Si tratta dunque di ridefinire i limiti della legittima difesa. E di farlo a vantaggio delle vittime di aggressioni. Lo impongono le mutate circostanze. Al proposito chi scrive, nella sessione parlamentare appena conclusa, ha presentato in Consiglio nazionale un’iniziativa parlamentare, che contiene una proposta concreta di modifica del codice penale. Questa:

Art. 16 3. Atti leciti e colpa. / Legittima difesa discolpante
Legittima difesa discolpante
1 Se chi respinge un’aggressione eccede i limiti della legittima difesa secondo l’articolo 15, il giudice attenua la pena.
2 Chi eccede i limiti della legittima difesa per scusabile eccitazione o sbigottimento non agisce in modo colpevole.
3 (Nuovo) Se un terzo si introduce senza diritto in un’abitazione, l’eccitazione del proprietario/inquilino è scusabile e il suo sbigottimento presunto.

Qual è il cambiamento proposto?

Allo stato attuale, chi ha commesso un eccesso di legittima difesa è discolpato se “ha ecceduto i limiti per scusabile eccitazione o sbigottimento” (capoverso due). La difficoltà risiede nel fatto che la dimostrazione di aver agito in stato di “scusabile eccitazione o sbigottimento” la deve portare l’accusato. Il nuovo capoverso tre che viene proposto stabilirebbe, per le aggressioni in casa – e solo per quelle – l’inversione dell’onere della prova. L’aggredito nella propria abitazione che eccede nella legittima difesa non deve dimostrare di essere scusabile, ma lo è di principio. A meno che qualcuno – il magistrato che lo vuole mettere in stato d’accusa – riesca a dimostrare il contrario.

Si tratta quindi di una proposta semplice e concreta (per quanto giocoforza  tecnica) che metterebbe il nostro codice penale più al passo con i tempi, che sono cambiati purtroppo in peggio. E la causa  del degrado è, ancora una volta, la libera circolazione, che contribuisce a far arrivare fino alle nostre latitudini la feroce delinquenza dell’Europa dell’Est; per non parlare della criminalità che stiamo importando, e che ancora importeremo, dall’Africa. Altro che “immigrazione uguale ricchezza”!

Sacralità dell’abitazione

La modifica di legge proposta servirebbe inoltre a meglio garantire la sacralità dell’abitazione. Anche a scopo deterrente: il criminale che la infrange sappia che agisce a proprio rischio e pericolo.

Il tempo dei buonismi-coglionismi, che finiscono col tutelare più i criminali delle loro vittime, è finito: serve una scelta di campo. E questo è particolarmente vero nel caso di vittime che non facevano null’altro che starsene tranquillamente a casa propria, quando sono state prese di mira.

Agire ora

E’ vero che, in campo di rapine in casa, in Ticino e in Svizzera al momento non c’è ancora un’emergenza. Ci mancherebbe che ci fosse. Ma il percorso di una modifica legislativa – in particolare se c’è di mezzo il codice penale – dura anni. Dunque bisogna muoversi adesso, prima che sia troppo tardi. E che il tema in Ticino sia sentito, lo dimostra il fatto che l’iniziativa popolare lanciata a livello cantonale dal Guastafeste lo scorso aprile a sostegno della legittima difesa ha raccolto facilmente le 7000 firme necessarie alla sua riuscita.

Lorenzo Quadri