In un prossimo futuro, la difesa del Paese sarà affidata a stranieri e ad islamisti?
“L’Assistenza spirituale dell’esercito è confrontata nell’esercito di milizia con un’immagine riflessa della società. Per poter affrontare adeguatamente tale diversità, continua a percorrere la strada intrapresa e stipula nuovi accordi di partenariato (…) con la Federazione delle organizzazioni islamiche svizzere (FOIS)”.
Con questa frase fumosa, scritta in italiano approssimativo, l’esercito svizzero spalanca le porte ai cappellani islamici. Si mira dunque creare la figura dell’imam dell’esercito. Che giustamente aveva già suscitato in passato varie polemiche. Era quindi stata accantonata. Ma era chiaro che prima o poi la questione sarebbe tornata alla ribalta. Povero esercito svizzero, alla mercé di vertici imbesuiti dal multikulti! A partire, ovviamente, dalla capodipartimento uregiatta Viola Amherd (Viola chi?).
Promuovere la radicalizzazione?
Certo che i cappellani militari islamici ci mancavano. L’esercito, a cui spetta il compito fondamentale di difendere il Paese, infiltrato dagli islamisti, mentre i politicanti del triciclo applaudono giulivi in nome del politikamente korretto.
E’ infatti evidente che non ci sarà alcun controllo su ciò che i futuri imam militari predicheranno ai soldati da loro assisti spiritualmente: i nostri valori o proprio il contrario? Come non c’è alcuna garanzia che a fare i cappellani musulmani non verranno mandati degli estremisti: costoro sono bravissimi a dissimulare la propria vera natura.
I vertici dell’esercito, capadipartimento in primis, si stanno prendendo scientemente il rischio di promuovere la radicalizzazione tra i soldati, quindi tra chi dispone di un’arma d’ordinanza in casa. E adesso vuoi vedere che, con la scusa della possibile radicalizzazione tra i militi, i politichetti di turno torneranno presto alla carica con la pretesa di abolire l’arma a domicilio? Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
L’ultima pensata
Avanti di questo passo, il futuro del nostro esercito di milizia si annuncia assai fosco.
Oltretutto, l’imam militare non è che l’ultima trovata di una lunga serie. Qualche mese fa il comandante delle forze armate ha infatti avuto la bella idea di lanciare, come “ballon d’essai”, l’opzione degli stranieri nell’esercito. Per lo meno in alcune funzioni. E’ la solita tattica del salame. Una volta che gli stranieri avranno assunto “alcune funzioni”, poi la loro presenza verrà estesa a tutte: altrimenti sarebbe “discriminazione”! Di conseguenza, ci saranno stranieri anche tra i graduati. La difesa del Paese affidata a stranieri e ad islamisti! Ecco la bella strada su cui ci sta avviando la Consigliera federale uregiatta!
Più furbi dei bernesi
Le immagini di gruppi di soldati “svizzeri” che posano fieri davanti ad aquile bicipiti (bandiera albanese) sono già abbastanza preoccupanti di loro. Significa infatti che ci sono giovani “svizzeri” che non si sentono per nulla tali. Del nostro paese non gliene frega un tubo. E qual è la risposta istituzionale? Apriamo direttamente l’esercito agli stranieri non integrati! E, già che ci siamo, mandiamo pure l’imam militare nelle camerate, a fare proselitismo per l’islam politico, che contraddice i fondamenti della nostra società.
La Fratellanza musulmana è molto più furba dei camerieri dell’UE in Consiglio federale (non ci vuole tanto): approfittando di una “classe dirigente” (parola grossa) schiava del multikulti, mette la volpe a guardia del pollaio. Inserisce elementi che mirano alla rottamazione dei nostri valori cardine perfino in quell’istituzione – l’esercito – che ha il compito di difendere il paese!
Ha fatto proprio bene il PPD a togliersi il referente cristiano dal nome, visto che la “sua” capa del dipartimento militare promuove l’islamizzazione dell’esercito.
E’ chiaro che sull’imam militare la Lega non starà a guardare: atto parlamentare in arrivo!
Verso il baratro
Ecco come il triciclo PLR-PPD-P$$ (Verdi-anguria inclusi) pensa di impedire il dilagare dell’estremismo islamico in Svizzera: nessun divieto di finanziamenti esteri alle moschee, nessuna messa fuori legge dell’islam politico, assistenza sociale facile agli estremisti islamici, leggina antiterrorismo referendata dai ro$$overdi, e adesso pure gli imam nell’esercito, dove il “lupo travestito da agnello” potrà radicalizzare a piacimento.
Come se non bastasse, un’organizzazione quale il CCIS (Consiglio centrale islamico della Svizzera) è libera di operare sul territorio elvetico. Malgrado i suoi vertici siano stati condannati penalmente per propaganda jihadista.
Avanti così, a passo spedito verso il baratro!
Lorenzo Quadri