Altro che gli studi farlocchi sulla crescita economica secondo i quali l’è tüt a posct!
Ed è evidente che, nella denegata ipotesi in cui la Svizzera dovesse sottoscrivere lo sconcio accordo quadro istituzionale, come vuole la partitocrazia PLR-PPD-P$$, la situazione potrà solo peggiorare
Non solo siamo in un anno o elettorale (anche a livello federale). Ma imperversa il dibattito sullo sconcio accordo quadro istituzionale con l’UE, voluto dalla casta: quello che ci trasformerebbe a tutti gli effetti in una colonia di Bruxelles. Sicché si moltiplicano i tentativi di lavaggio del cervello. Vedi gli studi “compiacenti” (eufemismo) secondo i quali la crescita economica ticinese andrebbe a gonfie vele. Vedi anche i sondaggi farlocchi, ovvero realizzati tramite domande confezionate in modo di ottenere la risposta desiderata, che vorrebbero addirittura farci credere che il 60% della popolazione svizzera sarebbe favorevole allo sconcio accordo quadro istituzionale.
L’obiettivo di simili operazioni di propaganda politica travestite (male) da studi scientifici è palese: farci credere che in Ticino, con la devastante libera circolazione delle persone, vada tutto a meraviglia. Lo sfascio del mercato del lavoro? Tutte balle della Lega populista e razzista! “Solo percezioni”!
Per poche unità…
I dati dell’assistenza li conosciamo. Si tenta di farci credere che dei cali di poche unità stiano a significare delle inversioni di tendenza; così non è. Come pure si tenta di far credere che, sempre per una variazione percentuale irrisoria, i lavoratori svizzeri sarebbero tornati ad essere in maggioranza in questo sfigatissimo Cantone. E invece il soppiantamento di residenti con frontalieri prosegue alla grande. Ringraziamo la devastante libera circolazione delle persone, voluta dal triciclo PLR-PPD-P$$.
A misurare la povertà non ci sono solo i dati dell’assistenza, o quelli della disoccupazione. Alcuni Comuni dispongono di un regolamento sociale comunale per aiutare i propri concittadini in difficoltà a far fronte a spese che, da soli, non riuscirebbero a coprire. Tra questi, la città di Lugano.
Ebbene: dal consuntivo 2018 del regolamento sociale della città di Lugano emergono un paio di dati interessanti, ma certo non rallegranti.
Sempre più domande
Ad esempio: l’aumento del numero delle domande. Che sono passate dalle 472 del 2017 alle 647 dell’anno successivo: quindi una crescita di oltre 27%. Parallelamente alle domande è evidentemente aumentata anche la spesa totale di pertinenza del regolamento. Se nel 2017 sono stati elargiti aiuti per 560mila Fr, nel 2018 erano oltre 763mila (+36.28%) con un importo medio per singolo intervento di circa 1424 Fr; anch’esso in crescita.
Chi chiede un aiuto al regolamento sociale? Nella maggior parte dei casi si tratta di persone singole (54.25% delle richieste); una percentuale in continuo aumento. A dimostrazione dunque delle difficoltà che incontra questa categoria. Siamo ben lontani dallo stereotipo del “single in Porsche”. Questo stereotipo, malauguratamente, non ha ispirato solo luoghi comuni, ma anche le aliquote fiscali, particolarmente penalizzanti per le persone sole. E la partitocrazia PLR-PPD-P$$ si rifiuta di correggerle: nel giugno 2018 in Gran Consiglio il triciclo ha infatti respinto l’iniziativa parlamentare dell’ex deputata Iris Canonica che chiedeva una tassazione più equa per i single.
La seconda categoria più rappresentata (ma parecchio staccata dalla prima) è quella dei nuclei familiari di due persone (14.68%) tra cui con tutta probabilità spiccano le famiglie monoparentali.
Per quel che riguarda la fascia d’età dei richiedenti, le più rappresentate sono quelle tra i 31 ed i 40 anni, tra i 41 ed i 50 (in entrambi i casi oltre il 22%) e tra i 51 ed i 60 (24.4%). La categoria d’età tra i 31 ed i 40 è aumentata di oltre il 6.5% lo scorso anno. Sempre più giovani si trovano dunque in difficoltà.
Una cosa è chiara…
La città di Lugano è sufficientemente grande per rispecchiare le dinamiche cantonali. In autunno è annunciato l’aggiornamento dello studio sulla povertà (si pensava di poterlo avere già in primavera, ma la trasmissione di dati “sensibili” dal Cantone è più macchinosa del previsto). Questo studio fornirà una mappatura più precisa.
Una cosa comunque è chiara già adesso: se in Ticino c’è stata crescita economica, non ne hanno beneficiato i ticinesi. E con lo sconcio accordo quadro, che la partitocrazia PLR-PPD-P$$ brama di firmare, le cose potranno solo andare peggio.
Lorenzo Quadri