Il Paese va a rotoli, ma le priorità di certuni sono le pippe mentali su nomi e sigle
Quando si dice « i grandi problemi del paese » ! Il PPD nel congresso di ieri si è occupato… del mercato del lavoro ticinese a ramengo? Dell’impennata del costo della vita? Della penuria energetica? No!
Riuniti in quel di Cadempino, gli uregiatti, dopo sofferta discussione, hanno deciso di cambiarsi il nome. Il PPDog diventa così “Il Centro”. Bocciata sonoramente l’alternativa “Alleanza del Centro” (come scegliere tra la zuppa e il pan bagnato).
Voci di corridoio mormorano di altre opzioni che però non sarebbero giunte in finale come “Die Mitte”, “Uregiatti”, “POL (Partito dalle orecchie lunghe)”, “Né da chi né da lì”, “PPDog”, “La Banderuola”, “Azzurri”, “Bluette”, “Alleanza dei Cocker”,“RDS (Ruota di scorta)”.
Marketing negativo
Ci scuseranno i neo-centristi se per noi, amanti delle tradizioni (e dire che i “conservatori” una volta erano loro) resteranno sempregli uregiatti.
Certo che se – oltretutto in questo periodo – gli ex PPD hanno tempo da perdere con questioni di lana caprina come il cambio del nome (un’operazione che tra l’altro comporta anche dei costi, dal momento che bisogna rifare la carta intestata, i loghi, eccetera) forse non sono bene in chiaro.
Al paese reale, al cittadino che non sa più da che parte voltarsi per arrivare a fine mese, di simili menate non importa giustamente una fava.
Se il cambio del nome era inteso come una mossa di marketing (?) in vista delle prossime elezioni cantonali, vuol dire che si sta raschiando il fondo del barile. Il risultato ottenuto è semmai pubblicità negativa. L’immagine trasmessa è quella di una formazione politica autoreferenziale, senza proposte politiche, che si guarda l’ombelico e si trastulla con le proprie denominazioni mentre il paese va rotoli.
Oltretutto in Ticino il nuovo nome, “Il Centro”, è già occupato dall’UDC (Unione democratica di centro), che tuttavia proprio “di centro” non è.
Referente cristiano
Gli uregiatti ticinesi hanno voluto adeguarsi al cambiamento di nominativo avvenuto Oltralpe. Ma lì la modifica era dettata dalla voglia matta di cancellare il referente cristiano, la famosa “C”, in passato segno distintivo ed orgoglio del partito, oggi motivo d’imbarazzo. Del resto, l’atto era dovuto: gli uregiatti il referente cristiano l’hanno abbandonato da un pezzo, per convertirsi al referente multikulti. Mantenerlo nel nome sarebbe stata pubblicità ingannevole. Per dirne una: svariati esponenti del FU partito della famiglia sono addirittura riusciti a sostenere il cosiddetto “matrimonio per tutti” ovvero il diritto delle coppie lesbiche di accedere all’inseminazione artificiale, e quindi i bambini con due madri, a cui ben presto seguirà l’utero in affitto per le coppie gay; in caso contrario sarebbe “discriminazione”.
Tuttavia a livello ticinese il problema della rottamazione grafica delle radici cristiane non esisteva: nella sigla PPD già non figuravano.
Frana a $inistra
Il nuovo nome è peraltro farlocco: il “Centro” mica sta al “centro”, ma continua a franare a $inistra, assieme al compagno di merende PLR.
Il tandem PLR-PPD è ormai ridotto a ruota di scorta dell’esagitata cricca ro$$overde – sempre più estremista, tassaiola ed antisvizzera – oltre che mestamente appiattito su posizioni “mainstream” e politikamente korrette, incompatibili (appunto)con il referente cristiano.
A livello federale si è pure assistito alle derive guerrafondaie, con il presidente nazionale uregiatto che vorrebbe addirittura mandare armi svizzere all’Ucraina, alla faccia della neutralità.
Per quel che riguarda la situazione ticinese, è manifesto che l’ala “conservatrice” è ormai estinta, ed il partito è in balia di sindacalisti in costante fregola di visibilità mediatica.
Insomma, magari sarebbe stato meglio che “Il Centro” (di che?), invece che del nome, si preoccupasse di evitare che, per contenerei prossimi congressi, basti una cabina telefonica. Anche perché ormai sono tutte convertite in bibliocabine.
Lorenzo Quadri