Ennesima beffa del CF che vuole trovare lavoro ai migranti a scapito dei residenti

 

Nel dicembre del 2016 il triciclo PLR-PPD-P$ alle Camere federali ha azzerato il “maledetto voto” del 9 febbraio tramite il tristemente noto compromesso-ciofeca. Con una faccia di tolla che sbriciola ogni limite, gli spalancatori di frontiere hanno chiamato  l’immonda porcata “preferenza indigena light”. Solo che di preferenza indigena non c’è traccia.

In concreto: la Costituzione federale prevede, nel “nuovo” articolo121a,  limitazione dell’immigrazione, contingenti e preferenza indigena. L’ applicazione di questa norma invece si traduce in un obbligo di comunicazione (a carico dei datori di lavoro) agli Uffici regionali di collocamento (URC) dei posti vacanti, a partire da una percentuale di disoccupazione per professione superiore al 5%. Domanda: cosa c’entra questa roba con quanto deciso dai cittadini svizzeri oltre tre anni fa? Risposta: un tubo!

Nulla di indigeno

Quella che dovrebbe essere una preferenza indigena, di indigeno non ha nulla. Infatti agli URC si possono iscrivere anche i frontalieri, come pure i cittadini UE che arrivano in Svizzera per cercare impiego. Per contro, i disoccupati di lunga durata con passaporto rosso sempre più spesso non sono iscritti, e per un motivo molto semplice: il ruolo dell’URC è ormai ridotto a quello di poliziotto che controlla se le ricerche di lavoro vengono svolte a dovere. Mentre per quel che riguarda il sostegno effettivo al “collocamento”, che pure è insito nel nome del servizio… campa cavallo.

Quindi, altro che preferenza indigena: quanto votato dal popolo con l’intento di limitare l’immigrazione è stato vergognosamente stravolto e pervertito in una misuricchia accompagnatoria che rischia di avvantaggiare più gli stranieri che gli svizzeri. Tutto naturalmente perché la partitocrazia spalancatrice di frontiere voleva ad ogni costo ubbidire ai suoi padroni di Bruxelles, ferocemente contrari a qualsiasi limitazione della devastante libera circolazione. I balivi UE hanno ottenuto dagli svizzerotti quello che desideravano e adesso, a mo’ di ringraziamento, ci vogliono dettare le loro leggi disarmiste – che sono in pieno contrasto con la nostra tradizione e la nostra volontà popolare -, ci vogliono imporre infami “accordi quadro istituzionali”, pretendono il pagamento di un ulteriore miliardo di coesione (il secondo di una lunga serie) e via elencando.

Anche gli ammessi provvisoriamente

Ma poiché al peggio non c’è limite, il Consiglio federale brama di far annunciare presso gli URC – e quindi di far approfittare della sedicente “preferenza lighi” –  perfino i profughi e gli ammessi provvisoriamente. E tenta di  prendere i cittadini per i fondelli ricorrendo al seguente trucchetto “psicologico”: le persone di cui sopra, dice il governo, sono a carico dell’assistenza. Quindi del contribuente. Invece, è tutta gente che dovrebbe lavorare e mantenersi con i propri mezzi; “diminuiamo il numero degli stranieri in assistenza”, non è del resto proprio questo che chiedono i “populisti”?

Il ragionamento sembra filare. Ma appunto, è solo apparenza. L’imbroglio è facile da scoprire. Certo che asilanti ed ammessi provvisoriamente non devono essere a carico del contribuente. Ma non perché devono lavorare. Perché devono essere allontanati dalla Svizzera! Rimandare a casa loro! Invece gli spalancatori di frontiere vogliono far entrare tutti, farli restare, e poi “integrarli” (quale incomparabile goduria provoca il solo suono di questa parola) nel mercato del lavoro svizzero. Dove non c’è più spazio nemmeno per gli svizzeri, per cui figuriamoci per gli ultimi arrivati!

Capita la fetecchiata? Con la scusa che i rifugiati e gli ammessi provvisoriamente non devono essere a carico dello Stato sociale, invece di rimpatriarli la cricca delle frontiere spalancate vuole promuoverne l’assunzione a scapito degli svizzeri!

Ai finti rifugiati si trova il lavoro, mentre gli svizzeri giovani e meno giovani restano a casa a carico della disoccupazione o dell’assistenza!

Una sola soluzione

Ecco in cosa la partitocrazia ha trasformato l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”: in una serie di cavolate che di certo non limiteranno l’immigrazione, ma semmai avranno l’effetto esattamente contrario!

Per rimediare c’è una sola soluzione: disdire la fallimentare libera circolazione delle persone. E far vedere alla casta, la quale confida nel fatto che gli svizzerotti – specie dopo anni di lavaggio del cervello pro-bilaterali, di terrorismo di regime e di denigrazione dei contrari come “beceri razzisti” – non  avranno gli attributi di mandare affan… sia l’UE che i suoi nostrani camerieri, che ha sbagliato i conti alla grande!

Lorenzo Quadri