Quadri: «E’ un furto legalizzato»

Come volevasi dimostrare, in materia di premi di cassa malati pagati in esubero, il furto ai danni dei ticinesi si consolida. La Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati, riunitasi giovedì e venerdì, ha infatti dato il proprio nulla osta alla proposta partorita dai direttori cantonali (a maggioranza). Quella proposta che prevede una restituzione globale di 800 milioni di Fr – che per il Ticino si tradurrebbero in 65 milioni.
Come valuta questo scenario Lorenzo Quadri, presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali?
«Negativamente. Non ne ho mai fatto mistero. I conti sono presto fatti. Secondo i calcoli di Bruno Cereghetti, già capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS, all’appello dal 1996 ad oggi mancano circa 450 milioni di Fr. Si tratta di calcoli sicuramente affidabili. Questi soldi non sono stati sottratti ad un’entità astratta, ma sono stati prelevati, molto concretamente, dalle tasche dei ticinesi tramite premi dopati. Questi soldi devono dunque rientrare nelle nostre tasche. E devono rientrare integralmente, non in piccola parte. Anzi, a voler essere corretti dovrebbero rientrare anche con gli interessi. E’ chiaro quindi che non ci si può accontentare di 65 milioni: ne mancano all’appello altri 385».
Quindi un’elemosina, come ha detto il presidente dell’Ordine dei medici ticinesi Franco Denti?
Chiamiamola come  vogliamo, elemosina o contentino, ma sta di fatto che è solo una piccola parte del dovuto. Oltretutto, e al danno si aggiunge la beffa, l’elemosina ce la autofinanziamo parzialmente. Difatti il pagamento degli 800 milioni verrebbe spalmato sui Cantoni riceventi, casse malati e Confederazione.
E non è ancora finita perché, mentre noi ticinesi pagavamo premi di cassa malati gonfiati per tappare i buchi che si creavano in altri Cantoni in cui i premi erano troppo bassi,  noi venivamo bacchettati come spendaccioni e malati immaginari; chi riceveva, invece, veniva lodato come “virtuoso”.
Ma è realistico pensare di ottenere una restituzione integrale?
Purtroppo, è facile profetizzare che un principio di equità elementare (chi ha pagato somme che non gli toccava pagare deve venire risarcito) verrà messo fuori gioco a Berna a colpi di maggioranza. I cantoni paganti come il nostro, infatti, sono in minoranza in Consiglio nazionale e ancora più minoritari al Consiglio degli Stati.  Sicché alle Camere federali non ci saranno mai le maggioranze necessarie per far passare una restituzione integrale. C’è però da chiedersi se sia accettabile che un principio basilare di equità venga cancellato a colpi di votazioni a maggioranza.
Cosa dovrebbe fare il Ticino?
Tanto per cominciare, sarebbe buona cosa che il direttore del DSS evitasse di dichiararsi soddisfatto dei 65 milioni, perché non ce n’è motivo. D’accordo che 65 milioni sono meglio di zero, ma ne mancano 385. Il Ticino deve continuare a puntare con decisione sulla restituzione integrale dei premi pagati in eccesso, tramite premi bloccati fino ad esaurimento del credito (e non con metodi di restituzione fantasiosa che oltretutto cofinanziamo). Non riusciremo ad ottenere quello che ci spetta? Almeno deve essere chiaro a tutti che siamo vittime di un furto legalizzato, che ne siamo consapevoli e che per noi la questione dei premi pagati in eccesso è lungi dall’essere risolta. Tanto più che, allo stato attuale, le garanzie che in futuro i premi di cassa malati saranno equi mica ci sono. Si potrebbe anche pensare all’equivalente di un blocco dei ristorni dei frontalieri: i 385 milioni mancanti li detraiamo dalle imposte alla fonte, poi vada la Confederazione a farseli dare da chi “ha avuto”…
MDD