Cassa malati: una nuova tranvata non è sostenibile. Serve un cambio di paradigma

Portata a Berna la proposta dell’ex capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS Bruno Cereghetti

Proseguono, e ti pareva, le notizie allarmanti sul fronte dei premi di (s)cassa malati. Questa volta a metterci del suo è il portale Comparis.ch, il quale preconizza per il 2024 aumenti medi del 6%, con picchi fino al 10%. Aumento medio vuol dire – il passato insegna – che un buon numero di assicurati si dovrà smazzare una pillola ben più salata. Ricordiamo che in Ticino l’aumento medio del 2023 è stato del 9.2%. Un’autentica tranvata, che oltretutto ha provocato una “migrazione di massa” da assicuratori costosi ad altri più convenienti, spesso piccoli. Non si sa fino a quando questi ultimi, in considerazione della mole di nuovi assicurati, potranno mantenere premi vantaggiosi.

Tesi farlocche

Oltre a formulare le proprie previsioni – tra qualche mese si vedrà se risulteranno confermate o meno – Comparis.ch si lancia in esternazioni politiche del tutto fuori luogo. Il responsabile del portale se la prende infatti con la restituzione delle riserve in eccesso. A suo dire sarebbe la causa degli aumenti di premio. Sarebbe infatti venuto a mancare il “cuscinetto” che permetteva di calmierarli. Alcuni giornali hanno addirittura sparato titoloni a tutta pagina in tal senso. Frena, Ugo! Come si fa a bersi simili fetecchiate?

Le riserve restituite (tra l’altro nel 2021) ammontano a circa 380milioni di franchi. Ai tempi gli esuberi navigavano sui 7 miliardi, e scusate se è poco. Venirci a dire che per questo motivo gli assicuratori si sarebbero svenati, da un lato fa ridere i polli, dall’altro è una denigrazione gratuita delle richieste di rendere obbligatoria (e non più facoltativa, come ora) la restituzione delle riserve in eccesso. Restituzione a cui la Lega punta da tempo, ottenendo delle maggioranze in Consiglio nazionale, ma purtroppo perdendo al Consiglio degli Stati.

Se le riserve si sono assottigliate, la colpa non è di certo delle restituzioni lillipuziane. Va ricercata altrove. Ad esempio nelle perdite in borsa! E’ il colmo che Comparis.ch a tal proposito non faccia un cip. Intanto però sproloquia sugli assicuratori che sarebbero stati obbligati (sic) a restituire le riserve, quando l’attuale quadro legale dice altro (ovvero che la restituzione è facoltativa). Avessero dovuto ridare le riserve, almeno non le avrebbero bruciate in borsa. Ma il portale è l’avvocato d’ufficio dei cassamalatari?

Impennata dei sussidi

Una nuova tranvata a 2 cifre nei premi di cassa malati dell’anno prossimo evidentemente non è sostenibile; in particolare in Ticino. Non c’è bisogno di dilungarsi sul perché. Essa causerebbe anche un’impennata dei sussidi per la riduzione del premio di assicurazione malattia. Nel 2022 in Ticino a questa voce si sono spesi ben 185 milioni di franchi. E il 2022 è stato l’anno in cui i premi di cassa malati in media non sono aumentati. Aspettiamo il consuntivo 2023 per vedere a quanto ammonta la pillola!

Consumo eccessivo

Che la crescita dei premi sia una conseguenza dell’aumento della spesa sanitaria sarà anche vero. Molto più dubbia è la trasposizione. Il sospetto – non solo un sospetto, per la verità – è che i premi aumentino assai più dei costi.

Quale causa principale di crescita della spesa sanitaria viene ovviamente indicato il consumo esagerato di prestazioni mediche. Comparis questa volta cita tra i motivi “il ricorso più frequente alla psicoterapia”. Niente di strano, visto il continuo bombardamento sulla salute mentale ad opera della stampa di regime, che di fatto aizza i lettori ad andare dallo psicologo.

Ovviamente il sovraconsumo avviene in vari ambiti. Uno è quello dei centri medici, dove chi entra finisce per fare shopping di prestazioni che nemmeno gli servono. Un settore che non viene mai citato è quello degli infermieri indipendenti, il cui numero in Ticino continua ad esplodere. E si tratta di un unicum a livello nazionale. Nel nostro Cantone se ne contano ad oggi circa 400; in tutta la Svizzera, gli infermieri indipendenti sono 1500. La sproporzione è smaccata. Questo personale poi manca dagli ospedali e dalle case per anziani.

Il preventivo di spesa 2023 per gli infermieri indipendenti contrattualizzati dal Cantone (che sono solo una parte del totale) segna un aumento del 36% (!) rispetto al 2022. Oltretutto un certo numero di loro sono  dei “padroncini” italiani.

Come si spiega questa impennata tutta ticinese? Verosimilmente col fatto che altrove le autorità attuano delle strategie per impedirla. Da noi  invece…

Ridurre i premi a tutti

Il parlatoio federale, anche a causa della sua lobbizzazione, fatica a trovare delle piste per contenere l’esplosione della spesa sanitaria. Tuttavia il peso dei premi di cassa malati deve venire alleviato. In particolare al ceto medio, il cui potere d’acquisto risulta pesantemente eroso, con impatto negativo sull’economia nel suo insieme.

Appare dunque interessante l’ipotesi – avanzata dall’ex capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS Bruno Cereghetti – di un contributo da parte della Confederazione, mirato a ridurre in modo lineare i premi di cassa malati per tutti, che andrebbe ad aggiungersi ai sussidi cantonali destinati alle fasce più deboli. Chi scrive, a nome della Lega, ha presentato nei giorni scorsi un postulato al Consiglio federale che chiede di valutare l’introduzione di un contributo in tal senso. Il finanziamento potrà avvenire tagliando sui regali all’estero e sulla spesa per l’asilo. O anche tramite gli utili della BNS.

E’ ora di tenere in Svizzera i soldi dei cittadini svizzeri. Rendere sopportabile il costo dell’assicurazione malattia è sicuramente una priorità!

Lorenzo Quadri