In Austria il candidato del partito “euroscettico” FPOe Norbert Hofer non ce l’ha fatta ad agguantare la carica presidenziale. Per una manciata di voti per corrispondenza (su cui peraltro aleggia il sospetto della taroccatura) è stato eletto Alexander Van der Bellen, un Verde di 72 anni.
Come prevedibile, da parte dei politikamente korretti si sono sprecate le dichiarazioni di “sollievo”: come se una presidenza mancata per un soffio potesse cancellare la stratosferica percentuale ottenuta dalla destra antieuropeista austriaca.
Metà dei votanti
Dietro la FPOe si è schierata la metà dei votanti. Parlare di “sconfitta”, dunque, è assurdo. E’ solo un tentativo di sminuire l’odiato nemico politico. Ed anche un esercizio di autosuggestione: si tenta di andare avanti come se “niente fudesse”. Così però non è. Quella del neopresidente verde è una vittoria di Pirro, ottenuta grazie ai voti degli immigrati scarsamente integrati. Non ci vuole il Mago Otelma per immaginare che un vantaggio tanto risicato andrà ben presto in fumo: alla prima cappellata combinata per correre dietro agli eurobalivi, il danno sarà fatto.
Lo stesso risultato lo otterrà chi pensa di ignorare o umiliare o denigrare i vituperati nazionalisti: perché, è evidente, gratificare degli ormai consueti titoli di populisti, razzisti e fascisti gli esponenti della FPOe significa estendere simili apprezzamenti non solo ai loro elettori, ma anche a chi – magari senza andare a votare – si riconosce nelle posizioni espresse da questi partiti. E magari alla prossima occasione si recherà alle urne.
Gli “impresentabili”
La “nostra” emittente di sedicente servizio pubblico non ha mancato l’occasione di prodursi nelle sue performance: ad esempio, in radio si sono sentite scomposte esultanze sulla mancata elezione di Hofer definito “impresentabile”. Eh già: perché per questi signori del politikamente korretto e delle frontiere spalancate, chi vuole limitare l’immigrazione è “impresentabile”. Mentre i patrioti sono sempre “ultranazionalisti”: devono essere bollati, già a livello linguistico, col marchio d’infamia dell’eccesso e dell’estremismo. Vanno resi immediatamente riconoscibili come un’aberrazione.
Del resto, la destra è sempre “estrema”. Lo è per il solo fatto di essere destra. I muri sul confine, poi, sono addirittura al limite del criminoso: guai anche solo nominarli! I politikamente korretti si autoerotizzano cerebralmente con il mantra dei “ponti”!
Barriera sul Brennero
La realtà è che, e questo accade ovunque, i partiti delle frontiere spalancate incassano asfaltature su asfaltature ad ogni consultazione popolare. Le $inistrucce ed i rispettivi intellettualini di regime si trovano a denigrare una fetta di popolazione sempre maggiore. Che poi si prende la rivincita nelle urne.
E’ evidente che il presidente austriaco del 50.3% di concessioni al restante 49.7% dovrà farne tante. Ha già cominciato. E dovrà farne soprattutto sui temi “caldi”. Ad esempio quello della migrazione. La barriera sul Brennero non è certo abbandonata. Anche perché accantonarla significherebbe mettere ancora più benzina nel già ben carburato motore della FPOe. Senza contare che, proprio in questi giorni, il direttore dell’Europol ha parlato chiaro davanti al parlamento di Bruxelles: “i terroristi usano il flusso di migranti per infiltrarsi nell’unione europea”. L’invito a chiudere le frontiere è evidente. Ma come, non dovevano essere tutte balle populiste e razziste?
Future scoppole
Chi tenta di spacciare la mancata elezione di Norbert Hofer in Austria come una “sconfitta” non solo sua, ma da estendere in generale a tutti gli impresentabili populisti ed ultranazionalisti (per usare il fraseggio dell’emittente di presunto servizio pubblico) che prendono invece piede in tutto il continente, si prepari ad una lunga serie di scoppole. L’avanzata euroscettica continua. Gli accordi di Schengen verranno presto definitivamente travolti. Ed è solo l’inizio.
Lorenzo Quadri