In Italia è stata presentata la “Costituente” musulmana che chiede più moschee
La si vedeva arrivare e puntualmente è arrivata. Nel Belpaese è stata presentata nei giorni scorsi la “Costituente islamica” che nascerà nel 2018. Obiettivo: chiedere più moschee e più cimiteri islamici. Il promotore, tale Roberto Hamza Piccardo, precisa che non si tratta di un partito bensì di un ente che avrà il compito di trattare con lo Stato, con la pretesa di rappresentare tutti i musulmani che vivono in Italia. A giustificazione della creazione della Costituente, il promotore porta alcuni numeri. “Nella Penisola i musulmani sono 2.7 milioni di cui 900 mila già italiani. Entro il 2030 in Italia ci saranno 5 milioni di islamici e nel 2060 un terzo della popolazione sarà straniera”, dichiara Piccardo sulla Stampa.it.
In Svizzera, per contro, già adesso un terzo della popolazione è straniera; altro che nel 2060. E, se aggiungiamo anche i naturalizzati, ecco che arriviamo “allegramente” (allegramente si fa per dire) a quota 40%. E poi noi saremmo quelli “chiusi e razzisti”?
“La poligamia è un diritto”
La Costituente del Belpaese non sarà un partito, dice il suo ideatore. Non lo sarà per ora. Il Mago Otelma prevede che a breve lo diventerà. E che, dopo aver ottenuto moschee e cimiteri – giocando, va da sé, sul ricatto morale e sulla “non discriminazione” – avanzerà pretese di ben altro genere.
In effetti il nuovo ente si propone, come era scontato, quale organismo moderato; per meglio fare fessi i buonisti-coglionisti. Però intanto il signor Piccardo, ma tu guarda i casi della vita, risulta essere vicino all’associazione islamista dei Fratelli musulmani. Che moderata non è. Il noto giornalista e scrittore Magdi Allam gli ha dedicato il passaggio seguente: «Nella compagnia dei predicatori dell’odio non poteva mancare il referente italiano di Hamas, il convertito Hamza Piccardo Roberto, il più acceso sostenitore della distruzione di Israele e apologeta del terrorismo islamico palestinese nel nostro Paese (…) Volete sapere la sua previsione per il futuro? Eccola: “In Italia diventeremo la maggioranza. Il tasso di natalità tra i musulmani è di 3,8 figli per donna, la media italiana è di 1,2. Basta fare un giro all’uscita di una scuola materna o elementare per rendersi conto di quanto il nostro Paese stia diventando multirazziale. Il 65% dell’immigrazione è rappresentata da musulmani”. Sembra più una minaccia, che un’ipotesi».
E non è finita, perché il moderatissimo Piccardo, stando alle informazioni che si possono raccogliere tramite una sommaria ricerca in rete, sarebbe anche curatore di un’edizione del Corano “contestata per i passaggi antisemiti ed antiebraici contenuti anche nelle note”. In tempi recenti ha inoltre sostenuto che “la poligamia è un diritto civile”. Capito come questi islamici sono compatibili con la società occidentale? E adesso si preparano a scendere in politica in Italia, quindi ad un tiro di schioppo da noi. Sicché anche il Gigi di Viganello, o di Usmate Carate, ha capito che le pretese della sedicente Costituente deborderanno ben presto dai cimiteri e dalle moschee per andare a parare su temi quali sharia e poligamia. Lo stesso Piccardo nel 2006 avrebbe del resto contratto matrimonio in una moschea di Verona con una donna, la quale ha poi dichiarato di essere stata ripudiata via sms.
Il primo esperimento
E’ evidente che quello che accade in Italia succederà presto anche in Svizzera. Pure dalle nostre parti, prima o poi – più prima che poi – spunterà un partito islamico. Al quale non mancherà di certo la massa critica di potenziali aderenti. Per questo, possiamo ringraziare la politica di naturalizzazioni facili di stranieri non integrati imposta dalla $inistruccia multikulti con al seguito il sedicente “centro”; il quale, pavido e rincoglionito, è terrorizzato all’idea di vedersi appioppare l’etichetta di “razzista ed islamofobo”.
Un primo “ballon d’essai” è stato lanciato lo scorso anno nel Canton Vaud. La comunità musulmana locale ha sostenuto attivamente il referendum contro la nuova norma antiaccattonaggio votata dal parlamento cantonale in quanto sarebbe “contraria ai principi del Corano”. Questo primo tentativo di opporsi ad una legge svizzera con motivazioni religiose non è andato a buon fine: il referendum è stato asfaltato. Ma nessuno si arrende alla prima difficoltà. Men che meno gli islamisti. Tanto più che alle nostre latitudini, e lo sanno benissimo, costoro possono contare sulla fattiva collaborazione dei multikulti spalancatori di frontiere. Il P$$ vuole addirittura rendere l’Islam religione ufficiale in Svizzera. La ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, non ne vuole sapere di vietare i finanziamenti esteri alle moschee, e nemmeno di dichiarare fuori legge le associazioni islamiste, malgrado si tratti di misure che tutti gli esperti di lotta alla radicalizzazione caldeggiano. Ed i liblab non sono messi meglio.
Tattica del salame
E’ evidente che l’islamizzazione della Svizzera non avviene di botto. Si fa una fetta alla volta, con la cosiddetta tattica del salame (ma come: la carne di maiale per l’islam non era tabù?). Uno dopo l’altro si sdoganano, in casa nostra, principi musulmani incompatibili con una società occidentale. Ovviamente si parte dal basso. Dalle richieste all’apparenza più innocue. Poi, gradatamente, si alza la posta. Potendo contare, va da sé, sulla fattiva alleanza della casta spalancatrice di frontiere. La quale, tramite la stampa di regime (a partire da quella di sedicente “servizio pubblico” foraggiata col canone più caro d’Europa), tramite gli intellettualini da tre e una cicca, i moralisti a senso unico e compagnia cantante, sottopone i cittadini al lavaggio del cervello. Alle “masse” viene inculcato il pensiero unico multikulti, mentre i contrari vengono denigrati e delegittimati come spregevoli razzisti. Gli islamisti si servono della libertà di religione come cavallo di Troia per imporre le loro regole in casa nostra. Ma la libertà di religione, come tutti i diritti costituzionali, non ha valore assoluto; e soprattutto, non possiamo tollerare che venga utilizzata per sdoganare regole teocratiche contrarie al nostro Stato di diritto.
All’islamizzazione della Svizzera non dobbiamo concedere alcuna apertura (altro che “bisogna aprirsi”), e contemporaneamente bisogna combattere il suo principale alleato: ovvero il pensiero unico multikulti e spalancatore di frontiere. Cominciando col non votarne i galoppini alle prossime elezioni.
Lorenzo Quadri