I trombati dell’UE sbroccano: “sull’immigrazione in Svizzera decidiamo noi!” 

Il Beltra e Vitta, audizionati a Berna nell’ambito dell’applicazione del 9 febbraio, avranno difeso la posizione del 70% dei ticinesi, oppure…?

Qui siamo proprio a livelli da barzelletta! In Consiglio nazionale il triciclo PLR-PPDog-P$$ (con partitini di contorno) ha sabotato alla grande il maledetto voto del 9 febbraio partorendo – grazie (?) all’ “architetto” Kurt Fluri, PLR – un compromesso-ciofeca anticostituzionale.

Il compromesso-ciofeca non ha nulla a che vedere con l’articolo 121 a della Costituzione. Non ci sono né contingenti, né tetti massimi e nemmeno la preferenza indigena, ma solo alcune misuricchie di diritto interno. Trattasi infatti della solita calata di braghe dei camerieri dell’UE.

I “trombati”

Eppure, e qui sta la barzelletta (che a dire il vero non fa neanche tanto ridere): malgrado la maggioranza del Consiglio nazionale sul “maledetto voto” abbia abbassato i calzoni a livello caviglia, anzi a livello talloni, i funzionarietti di Bruxelles non sono ancora contenti! Pretendono ancora di più!

Costoro – in una recente serata a Lugano l’industriale radikal-chic Carlo De Benedetti, esponente dei “poteri forti”, li ha definiti “dei trombati” – pretendono di decidere  loro come la Svizzera applicherà il 9 febbraio.

Discriminare i non residenti

Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole. Questi trombati (De Benedetti dixit) pensano di poter stravolgere le decisioni democratiche di uno Stato sovrano che non è membro dell’UE.

Come no: i cittadini elvetici votano per tornare a decidere autonomamente sull’immigrazione, ma a Bruxelles insistono per dettare le regole in casa nostra! Hanno pure il coraggio di venire a dire che “la forza lavoro in Svizzera non deve essere discriminata a seconda della nazionalità o della residenza”. Uhhhh, che pagüüüraaa! E invece è proprio quello che succederà! Se la forza lavoro in Svizzera sarà discriminata a secondo della nazionalità o della residenza, lo decide la Svizzera. Comunque la risposta è sì: ci sarà la preferenza indigena, quindi i non residenti saranno discriminati. I “trombati” (De Benedetti dixit) se ne faranno una ragione. Perché se questi signori non hanno capito che, per dare all’UE una chance di sopravvivenza, occorre assumere posizioni più elastiche in materia di libera circolazione delle persone, nel senso di accettare delle limitazioni, è meglio che cambino mestiere. A meno che la loro aspirazione sia proprio quella di fare i becchini della DisUnione europea.  Specialmente dopo la Brexit, che ha smentito in modo clamoroso i catastrofismi degli spalancatori di frontiere. Ha infatti dimostrato che si può voltare le spalle all’UE e nessuna delle previsioni isterico-apocalittiche dei camerieri di Bruxelles si realizza. Perché sono fregnacce. La libera circolazione delle persone è foffa ideologica internazionalista, ma non è affatto necessaria all’economia: lo ha detto anche l’ex vicepresidente della BNS Jean Claude Danthine.

Accordi-quadro?

Ciliegina sulla torta: i funzionarietti di Bruxelles vengono ancora a remenarla con il demenziale accordo quadro con l’UE. Quello che ci imporrebbe – a noi, che non siamo un paese membro! – di riprendere le leggi comunitarie e di sottostare, in casa nostra, alla giurisdizione di giudici UE. La domanda nasce spontanea: ma costoro ci sono o ci fanno? Davanti a votazioni popolari come il 9 febbraio e Prima i nostri, credono ancora che siamo disposti a farci ridurre a colonia della fallita UE? Naturalmente l’aspetto più squallido di tutta la vicenda è che  il ministro degli Esteri PLR Didier Burkhaltèèèèr è pronto ad accodarsi, e a propinarci la scellerata “ripresa automatica” del diritto UE. Lui la chiama “ripresa dinamica”, ma è esattamente la stessa cosa. Il fatto che il Consigliere federale PLR abbia nominato a Segretaria di Stato,  dopo la partenza dell’Yves “Immigrazione uguale ricchezza” Rossier, un’esponente del P$$, ossia del partito che vuole le frontiere spalancate e l’adesione della Svizzera all’UE, ha un chiaro significato.

Cosa avranno detto?

Intanto il Consiglio degli Stati ha annunciato che interverrà sul compromesso-ciofeca sul 9 febbraio approvato dalla maggioranza del Nazionale rendendolo “più incisivo”. Poiché è un po’ che abbiamo smesso di credere a Gesù Bambino, siamo facili profeti nel prevedere che, al massimo, si andrà a parare sui soliti cerotti sulla gamba di legno.

In quest’ottica, nei giorni scorsi il presidente del Consiglio di Stato Paolo Beltraminelli ed il direttore del DFE Christian Vitta sono stati audizionati a Berna dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati. Cosa avranno detto? Avranno difeso la volontà del 70% di ticinesi che hanno plebiscitato l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, o avranno invece sostenuto tesi annacquate – come quelle contenute nel controprogetto-sciacquetta contro “Prima i nostri”, asfaltato in votazione popolare il 25 settembre –  tradendo la volontà dei cittadini?

Comunque, la conclusione è sempre la stessa: o la libera circolazione viene limitata così come deciso dal popolo, oppure ci sarà un’iniziativa popolare per cancellarla una volta per tutte.

Lorenzo Quadri