La misura di risparmio viene presentata dal Governo come un provvedimento di equità. Ma non tutti concordano
Tra le misure di risparmio inserite nel preventivo cantonale 2014 ce n’è una che riguarda i sussidi per la riduzione del premio di cassa malati. Il tema in Ticino è particolarmente sensibile, visto che i premi, nel nostro Cantone, incidono più che altrove sul bilancio delle economie domestiche (premi elevati e stipendi bassi).
A ciò si aggiunge, come noto, che da quando esiste la LAMal il Ticino si vede appioppare aumenti di premio eccessivi e non giustificati, di cui beneficiano altri Cantoni.
La nuova misura di risparmio sui sussidi di cassa malati è stata presentata dal Consiglio di Stato come una misura di equità, ossia come una misura che andrebbe a toccare le fasce più alte dei beneficiari di sussidi. Vale a dire quei beneficiari che, in fondo, ne hanno meno bisogno.
Ma è davvero così? Bruno Cereghetti, già capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS, dissente. «La misura proposta dal Consiglio di Stato tocca linearmente anche i più deboli. E non di poco: la famiglia di 4 persone più povera, ci perderebbe 410 Fr all’anno. E’ una misura che il governo ha saputo vendere bene, indicandola come sostanzialmente innocua, ma le cose stanno diversamente: in realtà si tratta di un provvedimento duro ed inopportuno».
“Capisco le necessità di contenere i costi dei sussidi per la riduzione del premio di cassa malati, ma il problema sta nel meccanismo attuale, che è aperto verso l’alto, nel sensoche più aumenta il premio, maggiore sarà il numero di assicurati che può beneficiare del sussidio, col risultato che ogni aumento dei premi si trasforma anche in un aumento importante dei sussidi e quindi dei costi per il Cantone – prosegue Cereghetti -. Il modello attuale, in vigore dal 2012, è fondato sul reddito disponibile. Un concetto, questo, che ha un nome accattivante, e trasmette un’impressione di equità, dando l’impressione di considerare i soldi che effettivamente l’economia domestica ha a disposizione. Ma la realtà è diversa».
Infatti i parametri finanziari utilizzati per calcolare il reddito disponibile del singolo beneficiario, essendo quelli fiscali, sono in realtà riferiti alla situazione di tre anni prima, quindi non descrivono la forza finanziaria aggiornata dell’assicurato. E La novità proposta dal Consiglio di Stato mescola ulteriormente le carte in tavola nel calcolo dei sussidi per la riduzione del premio. Infatti prevede che si tenga conto anche dell’ipotetico premio, inferiore, legato alla scelta dell’opzione assicurativa del medico di famiglia.
Medico di famiglia
Questo, secondo Cereghetti, oltre a rendere ulteriormente opaco il calcolo dei sussidi, finisce per scoraggiare proprio quel comportamento che si vorrebbe invogliare, ovvero assicurarsi secondo il modello del medico di famiglia.
«Infatti – osserva l’ex capo dell’ufficio assicurazione malattia del DSS – se la differenza di costo tra il scegliere e il non scegliere l’opzione medico di famiglia è troppo limitata, l’assicurato preferirà rimanere nell’assicurazione ordinaria. Perché il santo non varrà più la candela. La formula medico di famiglia limita infatti l’assicurato nella scelta del medico, penalizzando gli anziani ed i malati cronici, i quali non hanno alcuna garanzia che il loro medico di fiducia anche in futuro rimarrà sulla lista dei professionisti riconosciuti dal loro assicuratore. Quest’ultimo potrebbe infatti radiarlo in ogni momento, anche a seguito di un banale contenzioso, e l’assicurato di vedrebbe dunque costretto a cambiare medico. Questa è una cosa che può fare senza particolari patemi d’animo chi è sano, ma non chi è bisognoso di cure ed in particolare non il malato cronico. In sostanza, si tratta di un modello di principio certamente interessante, ma che è esente da rischi solo per chi il medico non l’ha bisogno, in quanto le regole le dettano gli assicuratori». Non è tutto: «Per attrarre gli assicurati verso questo modello, le casse malati praticano premi dumping: i quali sono dunque destinati ad aumentare, e non da poco, negli anni a venire. Quindi anche questa realtà ridimensiona di molto, in prospettiva, la “cura” proposta dal Consiglio di Stato».
410 Fr in più all’anno per 4 persone
Cereghetti contesta inoltre una cifra fornita dal Consiglio di Stato secondo cui il sussidio per la riduzione del premio di cassa malati, con la proposta formulata per il 2014, diminuirebbe di 42 franchi a testa all’anno: «iQuesto calcolo si basa su tutta la popolazione ticinese, non solo sui beneficiari di sussidio. La realtà è che una famiglia di 4 persone perderebbe 410 Fr all’anno, che non sono propriamente pochi».
La proposta governativa, conclude Cereghetti, se approvata porterebbe una nuova distorsione del sistema di calcolo del sussidio tramite il reddito disponibile. Un sistema che ha peraltro pesantemente penalizzato la piccola proprietà immobiliare. Ed infatti i proprietari di una casetta già dall’inizio (2012) si sono visti annullare, o quanto meno ridurre, il sussidio. «Un’ulteriore dimostrazione – chiosa il nostro interlocutore – che il sistema presenta pecche vistose, già da ora, e ancor più in prospettiva, è ingestibile finanziariamente e andrebbe quindi cambiato».
Lorenzo Quadri