Sgovernanti federali allo sbando. Toccherà ancora al popolo rimediare al disastro
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. A margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, conclusasi la scorsa domenica, il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR ha affermato di essere “pessimista sulla situazione in Ucraina”. C’è un’escalation militare, ha detto, e la Svizzera non può intervenire per mediare “poiché la Russia non la considera abbastanza neutrale”. Ed infatti ieri, sul sito del ministero degli Esteri di Mosca, la portavoce ha ribadito che “la Svizzera non è più neutrale, e quindi non può svolgere alcun ruolo di mediazione nel contesto della crisi dell’Ucraina”. Ma va?
E per colpa di chi la Svizzera non è più considerata neutrale, e mica solo dalla Russia, ma da tutto il mondo? Risposta: per colpa del governicchio federale e della partitocrazia, ed in primis proprio del “medico italiano” del PLR!
E’ stato il Gigi di Viganello?
Quindi il buon Cassis prima rottama la neutralità, poi si lamenta che la Svizzera non è più considerata neutrale e dunque si è giocata il ruolo di mediatrice nel conflitto in corso. Ma sa po’? Il ministro degli esteri liblab ha perso un’ulteriore occasione per tacere.
Chi ha applicato con il copia-incolla tutte le sanzioni UE contro Mosca, sanzioni che (oltre a costituire un boomerang) sono lesive della neutralità? Chi ha ricevuto virtualmente in Piazza federale su maxischermo l’ “amico Volodymyr”? Chi ha organizzato a Lugano un’assurda conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina (come se la guerra fosse finita), alla quale peraltro hanno partecipato solo scartine, ed il cui unico obiettivo era mostrare al “mondo” che la Svizzera è schierata?
Chi è addirittura riuscito ad evocare la confisca (ovvero il FURTO) dei beni dei cosiddetti oligarchi russi attualmente bloccati nelle banche elvetiche, invece di chiarire senza se né ma che una simile cappellata non entra in linea di conto, né adesso né mai? Chi? Forse il Gigi di Viganello? No! E’ stato sempre Cassis! E poi costui ancora si sorprende se la Russia non considera più la Svizzera neutrale?
Non dobbiamo giustificarci
Sempre alla medesima conferenza di Monaco, la ministra della Difesa, l’uregiatta Viola Amherd (Viola chi?) ha invece dichiarato che il “no svizzero alla riesportazione di armi verso l’Ucraina non sempre viene capito in Europa”. E a noi, cosa ce ne frega? Non dobbiamo giustificarci con gli eurofalliti per le nostre leggi democratiche. E certamente non dobbiamo vergognarcene. Sono semmai i balivi di UE, USA e NATO a doversi vergognare dei loro squallidi tentativi di comandare in casa nostra! Tentativi che vanno stroncati sul nascere senza aprire nessuno spiraglio.
Ed invece, come sappiamo, la partitocrazia sogna di autorizzare la riesportazione di armi verso l’Ucraina (e solo verso l’Ucraina), cosa che comporterebbe l’annientamento definitivo della neutralità elvetica. Lo ha ribadito nei giorni scorsi una decisione – presa comunque a stretta maggioranza, 13 a 12 – della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale.
A giustificazione di questa nuova cappellata viene evocata la storiella che la riesportazione di armi svizzere verrebbe concessa a Stati che “condividono i nostri valori” (i quali, è sottointeso, le rivenderebbero ad altri Stati che “condividono i nostri valori”). Come se l’Ucraina fosse un paese occidentale ed eurocompatibile. I valori dell’Ucraina sono semmai quelli della Russia; non certo i nostri.
Un altro pretesto viene formulato tramite domanda retorica: “perché le sanzioni contro la Russia sono compatibili con la neutralità, mentre autorizzare la riesportazione delle armi verso l’Ucraina no?”. La risposta è scontata: le sanzioni NON sono compatibili con la neutralità, e dunque ancora meno lo è autorizzare la riesportazione di armi verso un paese in guerra!
Per fortuna, per consentire la riesportazione di materiale bellico, occorrerebbe cambiare la legge federale. E quindi, se il parlatoio bernese dovesse procedere in tal senso, il referendum è garantito.
La sorpresa dei giovani
Tra tante cappellate c’è almeno una notizia positiva: da un recente sondaggio condotto dall’istituto di ricerca Sotomo è emerso che ben il 35% dei giovani tra i 18 ed 35 anni ritiene che la Svizzera stia violando il principio della neutralità, mentre parecchi altri sono incerti. In generale, solo il 49% degli interpellati, quindi una minoranza, ritiene che la neutralità sia rimasta intatta. Se si considera il lavaggio del cervello che partitocrazia e stampa di regime stanno praticando al popolazzo da ormai un anno, quel 49% è poca cosa.
Non all’altezza
Quella della neutralità non è una via facile. Occorre tenere la barra dritta. Bisogna saper resistere alle pressioni dei balivi UE, USA e NATO, e dei loro camerieri della partitocrazia. Bisogna infischiarsene delle shitstorm (= tempeste di cacca) della stampa di regime e degli intellettualini da tre e una cicca. I nostri politicanti – a partire dal “medico italiano” del PLR – hanno dimostrato di non saperlo fare. E quindi di non essere all’altezza della neutralità e nemmeno della Svizzera.
Ancora una volta toccherà ai cittadini rimediare. Tutti a firmare l’iniziativa popolare “Sì alla neutralità”, che chiede il ripristino della neutralità integrale! I formulari si possono richiedere scrivendo a meutel@bluewin.ch o telefonando allo 091 973 10 43, orari ufficio.
Se l’iniziativa riuscirà e se verrà approvata dalle urne, le pescate di una partitocrazia allo sbando verranno spazzate via in un colpo solo.
Lorenzo Quadri