Carla Del Ponte monta in cattedra: “La ricca Svizzera deve accogliere più siriani!”
Certo che l’illuminata opinione dell’ex procuratrice Carla Del Ponte secondo cui la Svizzera deve spalancare le frontiere agli asilanti siriani mancava proprio. “La Svizzera e l’UE sono ricche e possono permettersi di accogliere un numero molto maggiore di siriani in fuga dalla guerra”, sentenzia l’ex procuratrice. Che, tanto per rincarare la dose, garantisce: “dopo la guerra i migranti siriani torneranno tutti in patria”. Ohibò, qui qualcosa non ci torna.
Punto primo: cominciamo ad averne piene le scatole di questi Soloni e “Solonesse” con i piedi bene al caldo che, tronfi come tacchini, montano in cattedra a moraleggiare, rimproverando al “popolino” chiusure e razzismi e tentando di inculcarci sensi di colpa perché “in Svizzera devono entrare tutti”.
Punto secondo: La Svizzera sul fronte dell’asilo, per rapporto al numero di abitanti, fa già molto di più di tanti altri paesi UE. E se cominciasse invece a fare di più per i propri concittadini in difficoltà? Se la smettesse di tartassare il ceto medio per finanziare la spesa della socialità andata fuori controllo anche per colpa dell’immigrazione nello stato sociale (vedi finti asilanti, vedi permessi B a carico dell’ente pubblico, vedi…)?
Punto terzo: la Svizzera sarà anche ricca (?); la Signora Del Ponte lo è di sicuro (tanto meglio per lei); ma la maggior parte dei cittadini elvetici non lo è. Quindi la Signora ex procuratrice ed ex ambasciatrice, oltre a calare sentenze (o meglio ancora: al posto di calare sentenze) può anche attivarsi in prima persona, attingendo dalla propria ampia disponibilità finanziaria.
Punto quarto: gli asilanti ammessi provvisoriamente non rientrano affatto in patria una volta che è tornata la pace, e questo lo sanno anche i paracarri. Al contrario, restano tutti qui. Ammissione provvisoria è diventato sinonimo di ammissione definitiva. La stessa kompagna Simonetta Sommaruga, davanti al parlamento, non lo ha nascosto: “passano gli anni, le persone si sposano (matrimoni di comodo?, ndr), fanno bambini che vanno a scuola qui e si sa come vanno queste cose…”. Appunto, si sa esattamente come vanno queste cose. Rimangono tutti in Svizzera invece di rientrare nel paese d’origine. E non solo rimangono tutti qui, ma vanno tutti (quasi il 90%) in assistenza. Una situazione che perfino il già consigliere nazionale P$$ Rudolph Strahm, ex Mr Prezzi (quindi non il Mattino populista e razzista) ha definito “esplosiva”.
Punto quinto: invece di correggere la situazione di cui sopra, facendo in modo che le ammissioni provvisorie tornino ad essere effettivamente tali, il Consiglio federale ha appena partorito un progetto che vuole garantire agli ammessi provvisoriamente la permanenza in Svizzera vita natural durante. Quindi proprio il contrario di quello che dovrebbe fare. Tra tutti i partiti, solo il P$$ ha approvato la proposta: non servono altri commenti.
Punto sesto: i siriani sono una piccola percentuale dei richiedenti l’asilo in Svizzera, attorno 10%. Vogliamo accogliere più siriani? Ci va anche bene. Però di migranti economici in arrivo dall’Eritrea, dal Magreb, eccetera, ossia i giovanotti con smartphone e vestiti alla moda, non ne facciamo più entrare nemmeno uno.
Punto settimo: come si fa a distinguere un vero profugo siriano da un terrorista dell’Isis sotto mentite spoglie? Attenzione inoltre che l’equazione siriani = tutta brava gente non è esattamente scontata. Ad esempio, il super-ricercato di Chemnitz era un siriano; nei giorni scorsi un quindicenne (!) siriano a Liezen (Austria) ha picchiato e violentato una prostituta. Eccetera.
Lorenzo Quadri