Tra una settimana entrerà in vigore la misura per NON applicare la preferenza indigena

 

Ormai non c’è limite al peggio! Il primo luglio entrerà in vigore (si fa per dire) il compromesso-ciofeca con cui la partitocrazia cameriera dell’UE ha affossato il “maledetto voto” del 9 febbraio.

Il compromesso-ciofeca è la dimostrazione della scandalosa sudditanza del triciclo nei confronti dei balivi di Bruxelles. Una sudditanza emersa in tutta la sua allarmante estensione nel dibattito sull’eurodirettiva disarmista. Il triciclo PLR-PPD-P$ strillava unanime: dobbiamo genufletterci, altrimenti mettiamo a rischio l’accordo di Schengen! Bisogna salvare Schengen! O Schengen o morte!

Nessun automatismo

A parte che, come già detto a più riprese (ma repetita iuvant) non c’è alcun automatismotra njet elvetico al Diktat UE sulle armi e disdetta (da parte della DisUnione europea) dell’accordo di Schengen; alla partitocrazia inchinata a 90 gradi davanti ai suoi padroni di Bruxelles rivolgiamo una domandina facile-facile: cosa conta di più?I fallimentari accordi di Schengen, quelli che ci obbligano a tenere le frontiere spalancate, quelli che ci costano 200 milioni all’anno invece dei 7-8 promessi, quelli che a furia di “acquis” del piffero continuano a toglierci sovranità con la tattica del salame (una fetta alla volta)?  Oppure sono più importanti la nostra sovranità, i nostri diritti popolari, la nostra indipendenza, le nostre tradizioni?

Ebbene, la partitocrazia PLR-PPD-P$$ ha fatto la propria scelta. Ed ha deciso in favore dei fallimentari accordi di Schengen. Ma bene!

Capita l’antifona? Il triciclo è pronto a rottamare i valori fondanti della Svizzera pur di tenere in piedi degli accordi che dovrebbero invece essere spazzati via:tant’è che sempre più paesi – Stati membri UE! – ne sospendono l’applicazione. Qui c’è dunque una partitocrazia che in nome del flop-Schengen svenderebbe anche la nonna; anche perché gli elettori li ha già svenduti da un pezzo. E’ chiaro che in qualsiasi altra parte del mondo una classe politicante di questo tipo verrebbe mandata a casa in tempo di record. Da noi invece…

Solo due posizioni

Un piccolo inciso. E’ evidente che nel dibattito sulle armi ci possono essere solo due posizioni: chi rifiuta il Diktat disarmista dell’UE e chi invece cala le braghe. Le pavide modifiche apportate in Consiglio nazionale alla proposta iniziale del governo non cambiano nulla e non costituiscono affatto una “terza via”. Sempre di calata di braghe si tratta. Ossia, di rottamazione del diritto elvetico per farsi schiacciare gli ordini da Bruxelles. Che la linea del P$$ sia questa, non è certo una novità: la gauche-caviar vuole l’adesione all’UE. Ma che anche ex partitone e PPDog siano ossessionati fino a questo punto dai diktat internazionali deve far riflettere i rispettivi elettori.

Perché la partitocrazia è così ossessionata da Schengen?Forse perché Schengen – come pure altri trattati internazionali del flauto traverso – fornisce immancabilmente ai camerieri dell’UE il pretesto per gettare nel water la volontà popolare sgradita, con la fregnaccia dell’ “incompatibilità con il diritto superiore”? Oppure si tratta di un mantra per autoconvincersi?

Il bidone

Alla luce del desolante dibattito sulle armi in Consiglio nazionale, si capisce ancora meglio come mai le misure di sedicente attuazione (ah ah ah) del 9 febbraio non valgono assolutamente una sverza. Queste misure, ed in particolare l’obbligo di annuncio agli URC, entreranno in vigore il primo luglio. Previsione del Mago Otelma: esse non diminuiranno l’immigrazione incontrollata di una sola unità. Non impediranno l’assunzione di un solo frontaliere a scapito di un ticinese.

A rendere il provvedimento ancora più inutile il fatto che:

  • L’obbligo di annuncio scatta nei settori dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8% (!)
  • Il tasso di disoccupazione viene calcolato su scala nazionale.

Quindi: prima di raggiungere l’8% (naturalmente calcolato secondo le statistiche taroccate della SECO), campa cavallo!

E soprattutto: il calcolo a livello nazionale non tiene conto delle particolarità regionali. E’ evidente che ciò è stato voluto per essere sicuri che l’obbligo di annuncio non servirà assolutamente ad un tubo, ed in particolare che non darà fastidio ai vicini a sud.

Ci siete o ci fate?

L’aspetto grottesco della vicenda è che a denunciare l’inutilità dell’annuncio agli URC ci sono pure i $indakati ro$$i. O kompagni, ma ci siete o ci fate? Prima rottamate la preferenza indigena e votate il compromesso-ciofeca, e poi vi lamentate che il compromesso ciofeca fa schifo?

Inutile dire che, una volta in vigore l’obbligo annuncio agli URC (1° luglio), si assisterà al festival delle statistiche taroccate per far credere che la grottesca misura sia utile. E che il problema dell’immigrazione scriteriata sarebbe “risolto”. Certo, come no!

Basta con le panzane! Tutti a firmare l’iniziativa contro la libera circolazione!

Lorenzo Quadri