Altro che spendere centinaia di milioni per far lavorare i finti rifugiati!
A volte c’è davvero da chiedersi se certi burocrati federali conoscano il significato della parola “vergogna” o se debbano invece cercarlo sul vocabolario. Oppure se i medesimi burocrati si divertano a lanciare provocazioni per far “inalberare” la gente.
Sicché ecco che riprende vigore la “ca_ata pazzesca” (cit. Fantozzi) di versare sussidi ai datori di lavoro per invogliarli ad assumere finti rifugiati in assistenza. Già qualche mese fa il Consiglio federale se n’era uscito con questa boiata, indicando anche un impegno finanziario: 130 milioni all’anno. Apperò! E nümm a pagum…
Previsione facile
Non serve essere il mago Otelma per prevedere che l’operazione si tradurrà in un semplice aumento della spesa per i cosiddetti profughi di 130 milioni di Fr annui, senza altri risultati: poiché i finti rifugiati non sono integrabili nel mondo del lavoro.
Adesso la questione viene rilanciata. La SEM, Segreteria di Stato della migrazione (Dipartimento Simonetta) ha infatti annunciato, urbis et orbis, di aver pronta una serie di misure (?) per promuovere l’assunzione di finti rifugiati con permesso B. Tra queste, degli aiuti finanziari. Ed i datori di lavoro, almeno stando ad un’inchiesta realizzata lo scorso anno dall’ex direttore della SEM Eduard Gnesa, si sarebbero detti disponibili a “formare e ad assumere” asilanti; naturalmente con i soldi del solito sfigato contribuente. Frena Ugo!
Non sono integrabili
La bella pensata della SEM nasce dalla constatazione che a livello svizzero, per qualche misterioso motivo (?), solo il 25% dei migranti economici autorizzati a lavorare ha un impiego. Gli altri? Tutti in assistenza. In Ticino il dato è ancora più desolante: lavora solo il 15%. Per certe etnie, poi, la percentuale è vicina allo zero. E ricordiamo che il numero degli eritrei in assistenza è aumentato del 2282% nel giro di soli otto anni. Questo a conferma che i finti rifugiati non sono integrati né integrabili nel mondo del lavoro.
Promuovere l’assunzione di svizzeri
Inoltre e soprattutto: per colpa della devastante libera circolazione delle persone, voluta dalla casta spalancatrice di frontiere (triciclo PLR-PPD-P$ in primis) il mercato del lavoro ticinese è andato in palta. Non per ripetere sempre le stesse cose, ma vale la pena ricordare solo tre semplici dati:
- Il numero dei frontalieri attivi nel terziario è quadruplicato;
- Nel Mendrisiotto i frontalieri sono la maggioranza dei lavoratori;
- Ogni mese che passa le cifre dell’assistenza infrangono un nuovo record.
Ebbene, vista la situazione, è assolutamente inaccettabile che i soldi del contribuente vengano spesi per sussidiare l’assunzione di finti rifugiati, naturalmente a scapito dei residenti. Operazione peraltro destinata a concludersi con un buco nell’acqua, visto che – come detto – questi giovanotti non sono in grado di lavorare. Bisogna invece promuovere l’assunzione degli svizzeri, troppo spesso discriminati in casa propria!
Rimpatriare
Si obietterà che gli asilanti in assistenza costano. Infatti. Ma non per questo bisogna trovargli un lavoro e sussidiare pure chi li assume. Gli asilanti in assistenza vanno rimpatriati. E’ su questo fronte che la SEM deve concentrare i propri sforzi: sui rimpatri. Altro che andare a caccia di scuse per far restare tutti, come invece accade ora!
Tanto più che, con la conclusione ufficiale della pace tra Etiopia ed Eritrea, è accertato anche formalmente che gli eritrei non scappano da nessuna guerra. Quindi sono finti rifugiati. E, ma tu guarda i casi della vita, la maggioranza dei migranti economici presenti in Svizzera sono proprio eritrei. Sicché: föö di ball! Tornare al natìo paesello! Basta con le fetecchiate politikamente korrette! Basta spendere soldi per avvantaggiare gli immigrati e discriminare gli svizzeri in casa propria!
Lorenzo Quadri