E’ ora di decretare il LOCKDOWN perpetuo del pagamento delle bollette della Serafe
Forse all’emittente di regime non si rendono conto che, già con il lockdown di primavera, ci aspetta “la più grave crisi economica ed occupazionale del dopoguerra”. Di conseguenza, la gente non può più permettersi di pagare ogni anno 365 Fr di canone
Che l’emittente di regime SSR faccia propaganda a sostegno di un secondo lockdown l’ha ormai capito anche il Gigi di Viganello.
Bastava ascoltare i commenti della RSI a margine della conferenza stampa della scorsa settimana in cui il governicchio federale annunciava le ultime misure per contrastare il virus cinese. A Comano i giornalai sbroccavano perché a loro dire le restrizioni non sarebbero “abbastanza severe”. Giudizio emesso sulla base di quali competenze specifiche? Risposta: di nessuna, ovviamente.
Venerdì al TG delle 20, ennesimo servizio di propaganda chiusurista in cui un membro della task force federale – quella che ha detto tutto ed il contrario di tutto – dichiara che bisogna chiudere ristoranti, bar, sale da sport (?) e quant’altro. Naturalmente i $inistrati di Comano, da prassi consolidata, intervistano solo gli “esperti” che dicono quello che loro vogliono sentirsi dire.
Ai piedi della scala
In Svizzera il primo lockdown ha provocato a tutt’oggi – e siamo solo all’inizio – costi di svariate decine di MILIARDI, più di 50mila disoccupati, un numero imprecisato di fallimenti, eccetera eccetera. Senza rivolvere assolutamente NULLA. Ed infatti adesso siamo ai piedi della scala. Con in più l’economia ed il mercato del lavoro a ramengo.
Ma la SSR, nella sua operazione di lavaggio del cervello e di indottrinamento finanziati con il canone più caro d’Europa, è riuscita a produrre l’ennesimo sondaggio taroccato pro-chiusura totale. L’obiettivo è chiaro: disporre di una base (?) su cui poi andare in giro a starnazzare che, in Svizzera come in Ticino, esisterebbe una maggioranza, tra l’altro assi risicata, a favore di una seconda SERRATA (= lockdown in italiano).
Il mini-lockdown non esiste
Perché sondaggio taroccato? Perché la tendenziosità della domanda posta è clamorosa. Ai partecipanti si chiede infatti la loro posizione a proposito di un “breve lockdown nazionale per tenere di nuovo sotto controllo l’aumento dei casi”. E la Pravda di Comano annuncia esultante: “attira sempre più consensi l’idea di un lockdown di breve durata a livello nazionale per contenere i contagi”.
Ma fateci il piacere, avrebbe detto Totò!
E’ ora che tutti se lo ficchino bene in testa: il lockdown breve NON ESISTE! Come abbiamo visto in marzo, una volta decretata la chiusura, questa viene prolungata di settimana in settimana. E va avanti per MESI. Con tutte le conseguenze drammaticamente note dal profilo economico, occupazionale, sociale e anche sanitario (depressioni, malattie, suicidi).
Nessun politicante si prenderà mai la responsabilità di decretare la fine di un lockdown quando i contagi sono ancora alti (e dopo due settimane è ovvio che sarebbero ancora alti).
A maggior ragione nel contesto attuale, con burocrati in fregola di visibilità mediatica e stampa di regime che passano il tempo a terrorizzare e a rendere isterica la popolazione.
La truffa
Parlare di “lockdown breve” è, semplicemente, una truffa.
Una seconda serrata manderebbe in rovina la Svizzera senza risolvere nulla. Se il problema sono i posti letto in cure intense, che se ne creino di nuovi tagliando sui regali all’estero!
Ma evidentemente alla SSR di quel che accade nel paese reale se ne impipano. Tanto loro sono foraggiati con il canone più caro d’Europa, estorto a tutti i cittadini. Stiamo parlando di 1,2 MILIARDI di Fr OGNI ANNO. Una somma stratosferica che entra in automatico nelle casse senza fondo della SSR. Un’entrata sicura, garantita. Anche se le aziende falliscono ed i cittadini fanno la fame.
Anzi, magari alla SSR si illudono che, chiudendo un’altra volta la gente in casa per mesi, i loro indici d’ascolto salirebbero.
Lockdown sul canone
La realtà è che, in tempo di crisi economica e di disoccupazione in crescita esponenziale, i cittadini sono costretti a finanziare la propaganda chiusurista della ro$$a SSR pagando il canone più caro d’Europa. Visto che ci aspetta “la peggiore crisi del dopoguerra”, è chiaro che in simili condizioni la gente non può più premettersi di pagare 365 Fr all’anno per finanziare l’emittente di regime.
E’ ora di decretare un bel lockdown, a tempo indeterminato, del pagamento del canone Serafe.
Lorenzo Quadri