Il Dipartimento ro$$o tenta di indottrinare i bambini con le ideologie della $inistra

Prevaricati i diritti delle famiglie – o qualcuno pensa che i figli siano di proprietà dello Stato?

Non è la prima volta che il DECS targato P$ approfitta (abusa) dell’agenda scolastica per fare politichetta ed indottrinamento. Ovvero per promuovere tra i più giovani le posizioni ed i modelli di società che “piacciono” alla $inistra.

L’anno scorso era il turno del climatismo (con tanto di esaltazione, in un diario scolastico, di scioperanti climatici che bigiano la scuola). Adesso arriva l’ideologia genderfluid LGBTQVattelapesca, che il DECS pretende di rifilare non solo agli alunni delle medie, ma anche ai bambini di V elementare, che hanno 10 anni.

L’iniziativa è pacchiana, velleitaria ed inadeguata.

La Lega ha pertanto chiesto ai propri municipali di portare il tema nei rispettivi Esecutivi, affinché l’agenda non venisse consegnata agli allievi di V elementare. Vari municipi, tra cui quello di Lugano (quindi della principale città del Cantone), hanno così bloccato la distribuzione.

Il Dipartimento inguaia la scuola

Chi scrive è stato il primo a sollevare la questione. L’input è giunto da una docente di scuola elementare che, confrontata con l’agenda del DECS, ha espresso il proprio disagio sia come insegnante che come madre. Ed infatti il DECS  con la sua trovata mette in difficoltà in prima linea proprio la scuola.

C’è un’età per ogni cosa: se a 10 anni non si insegnano le equazioni differenziali, un qualche motivo ci sarà. Lo stesso vale per concetti come orientamento sessuale, identità di genere, fluidità ed altro. Concetti  che oltretutto nell’agenda in questione vengono ammucchiati in tre righe, presentati come sinonimi e “imbellettati” come se comportassero un valore aggiunto.

I docenti di scuola elementare non sono formati per trattare simili argomenti. Questa non è un’opinione, è un dato di fatto. Basta una parola fuori posto, un giudizio di valore affrettato, ed il disastro è servito. Va da sé che né i docenti né le direzioni scolastiche sono state interpellate. E sarebbe il colmo se ci si dovesse inventare formazioni ad hoc per gli insegnanti solo perché il Dipartimento ro$$o sfrutta l’agenda scolastica per fare ideologia.

Prevaricazione

L’agenda del DECS è poi prevaricatoria nei confronti delle famiglie. I genitori hanno il sacrosanto diritto di decidere in quali tempi e modalità vogliono affrontare con i propri figli i temi sensibili (e tra l’altro molto diversi tra loro) legati ad orientamento sessuale, identità di genere e compagnia bella. Senza che arrivi il Dipartimento $ocialista ad irreggimentargli la prole fin dalla più tenera età. O magari nei piani alti del DECS qualcuno pensa che i bambini siano di proprietà dello Stato?

Boria gauche-caviar

I ro$$overdi che si agitano a sostegno dell’agenda pretendono che il messaggio da essa propinato sia  giusto per definizione. Chiaro, è quello della solita boriosa $inistra che – senza ovviamente averne alcun titolo – pretende  di arrogarsi il diritto di stabilire cosa è bene e cosa è male. E chi non è d’accordo è un becero fascista retrogrado da azzittire e diffamare. Il bello è che poi i kompagni hanno pure la faccia di tolla di spacciarsi per paladini della “pluralità”.

Esperti?

Il fatto che i contenuti dell’agenda sarebbero stati proposti da “esperti” è un’aggravante. Tanto per cominciare, lo sanno anche i paracarri che gli esperti sono come gli avvocati: per uno che dice bianco, se ne trovano due che dicono nero. Inoltre, a degli “esperti” non può certo sfuggire che non si può trattare un bambino di 10 anni come un adolescente di 14.  La conclusione ovvia è che dietro l’operazione ci sia una volontà di indottrinamento.

Visto che si parla di “compiti dello Stato” e di “misure di risparmio”: non è certo compito dello Stato produrre agende scolastiche. Se continua a farlo, è per un secondo fine. L’agenda, del resto, è solo uno dei tanti  tasselli del mosaico: la $inistra che ha colonizzato il DECS continua a sfruttare la scuola come mezzo per inculcare i propri messaggi politici nei più giovani.  Vedi ad esempio la propaganda in aula a sostegno dei privilegi pensionistici degli statali. E’ quindi ora che il Dipartimento cambi colore. 

Il primo passo

E’ chiaro che l’agenda è soltanto l’inizio.  Ben presto si pretenderà di inculcare negli allievi le corbellerie care ai kompagni, ma che fanno a pugni con la biologia: la quale, per fortuna, non si piega alle derive della politichetta mainstream. Ad esempio che esiste un “terzo sesso”; che il genere non è un dato biologico, bensì un’opinione che si può cambiare come si cambia la camicia; che un bambino può avere due madri o due padri; e via fantasticando. 

Per non farsi mancare niente, l’identità di genere viene trattata come una questione che toccherebbe ampie fette di popolazione. Quando le persone che non si identificano con il proprio sesso sono un paio ogni centomila o giù di lì. Non si butta all’aria la nostra società per un caso su cinquantamila. 

La panna montata sui comportamenti “non binari” serve ad inculcare dubbi farlocchi a chi nemmeno li avrebbe, approfittando di giovani la cui identità è ancora in fase di formazione. 

Tra parentesi: chissà perché la $inistra immigrazionista i suoi discorsi sul “genderfluid” non li va a fare agli islamisti a cui spalanca le porte del nostro Paese.

I bambini sono “una cosa futile”?

L’accusa, da parte dei ro$$overdi, di “sollevare polemiche su questioni futili”, va respinta al mittente. Punto primo, partiti che conducono crociate contro le “tutine da ginnastica sessualizzanti” o contro la segnaletica stradale con troppe sagome maschili (!) non sono in condizione di calare lezioni.

Punto secondo, qui ci sono di mezzo i nostri bambini ed il loro sviluppo. E questa non è di certo una questione futile. 

Quanto alla polemica, l’ha innescata il DECS con la sua iniziativa velleitaria. 

Oppure i “grandi esperti” che hanno ideato l’agenda non sapevano nemmeno che il tema gender è divisivo e che avrebbe inevitabilmente provocato reazioni? A maggior ragione se propinato d’imperio a bambini di 10 anni? 

E la campagna elettorale per le federali (?) non c’entra una fava. La Lega avrebbe preso le posizioni che ha preso in ogni caso ed in qualsiasi momento, poiché si tratta di una questione di principio. Eventuali pompature mediatiche dipendono – appunto – dei media.

Lorenzo Quadri