Scuola ro$$a: “abbiamo visto in classe che gli stranieri sono importanti per il Ticino”

 

“Abbiamo visto in classe che gli stranieri sono importanti per la popolazione del Canton Ticino. Perché?”.  Questa la prima domanda che, nell’ambito di una verifica di geografia, e si è vista rivolgere una classe di scuola media del Luganese. Domanda alla quale un’allieva ha replicato lapidaria: “preferisco non rispondere a questa domanda. Saranno importanti per vari motivi. Ma io resto dell’idea che non lo sono”. Il solerte docente ha valutato la risposta come sbagliata, appioppando di conseguenza un voto 4+ (nel test evidentemente c’erano altre domande che hanno risollevato la nota).

Il padre della giovane ha pubblicato il tutto sui social. E la “rete” si è (giustamente) scatenata. Ma c’è anche chi ha tentato di giustificare l’ingiustificabile.

Strana coincidenza

Si può girarla e pirlarla come si vuole, ma qui siamo davanti ad un esempio plateale di scuola ro$$a. Particolare significativo:  l’istituto in cui si è verificato l’episodio è uno di quelli che si era proposto per la sperimentazione della scuola che (non) verrà del kompagno Bertoli, poi asfaltata in votazione popolare. Che strana coincidenza, eh?

Punta dell’iceberg

La domanda posta nella verifica è chiaramente tendenziosa. Non è stato chiesto: “gli stranieri sono importanti per il Ticino?”, bensì “perché gli stranieri sono importanti per il Ticino?”. Il lavaggio del cervello in chiave immigrazionista è palese. Ma la domanda è solo la punta dell’iceberg. Il grosso è ciò che la precede. Ovvero quel “Abbiamo visto in classe che gli stranieri sono importanti”. Quindi: cosa “abbiamo visto in classe”? Cosa è stato insegnato? Evidentemente, le solite fregnacce multikulti: gli stranieri sono indispensabili, “immigrazione uguale ricchezza”, “devono entrare tutti”. Questa è propaganda di regime inculcata a ragazzi della scuola dell’obbligo. Il dipartimento dovrebbe intervenire, ma  è ovvio che  non lo farà.  Perché i  vertici condividono. Se la domanda fosse stata: “abbiamo visto in classe che limitare l’immigrazione è importante per la popolazione del Ticino. Perché?”,il docente reo di una tale abominevole eresia sarebbe stato sospeso all’istante.

La risposta “sbagliata”

A dimostrazione che siamo davanti ad un caso di propaganda immigrazionista a scuola,  la risposta dell’alunna – ovvero: “per me gli stranieri non sono importanti” – è stata giudicata sbagliata. Quindi: se mi vieni a pappagallare che “gli stranieri sono fondamentali”, che “immigrazione uguale ricchezza”, che “bisogna spalancare le frontiere” ti dò 6.  Se invece mi dici che non sei d’accordo, prendi zero punti. Al lavaggio del cervello si aggiunge il ricatto.

“Formulata male”?

Qualcuno in rete ha pure tentato di giustificare il fattaccio con argomenti del tipo: “forse la domanda era formulata male”. Ohibò. Quindi chi non sa formulare le domande è poi chiamato a giudicare le risposte? Ma il guaio è che la domanda era invece formulata perfettamente: ripetimi la propaganda pro-stranieri che ti ho propinato in classe, e se l’hai imparata a dovere ricevi un bel voto.  Se invece ti passa per la zucca la malsana idea di contestare…

Risposta lodevole

In questo senso è quindi ammirevole la ragazzina che, invece di piegarsi per portare a casa una bella nota, ha avuto il coraggio di esprimere il proprio dissenso, assumendosene le prevedibili conseguenze. Brava!

Altro che la “Gretina” del populismo climatico, che di clima ne capisce quanto il Gigi di Viganello, però viene invitata a pontificare in illustri (?) consessi su cose di cui non sa una fava; che bigia le lezioni, però viene incensata dai professorucoli rossoverdi che addirittura aizzano gli allievi a seguirne l’esempio (vedi certe lettere indecenti che giravano per i licei cantonticinesi nei mesi scorsi; anche in quell’occasione, ovviamente, dal DECS  infeudato alla gauche-caviar silenzio tombale).

Interesse reciproco

Quanto alla solita storiella che “gli stranieri hanno costruito le nostre strade e le nostre gallerie, hanno portato soldi nelle nostre banche, e quindi senza gli stranieri il Ticino sarebbe nel Medioevo”:simili ritornelli non si possono più sentire.

Punto primo:gli stranieri che hanno lavorato alle infrastrutture ticinesi non lo hanno fatto per beneficienza. Senza questa opportunità  professionale, avrebbero patito la fame. Anche chi ha portato soldi nelle banche ticinesi, pensava al proprio tornaconto. L’interesse era reciproco.

Punto secondo:le nostre strade ed i nostri tunnel sono stati costruiti anche da operai ticinesi. Ma naturalmente gli intellettualini della gauche-caviar non lo sanno, perché loro di nonni muratori mica ne hanno avuti: vengono da famiglie ricche da generazioni.

Punto terzo: poco ma sicuro che quelli che fanno il lavaggio del cervello agli alunni sugli “stranieri indispensabili al Ticino”, e se non vi adeguate a questa linea vi boccio, su questioncelle come la criminalità d’importazione, gli stranieri che arrivano per farsi mantenere dagli svizzerotti e poi sputano nel piatto dove mangiano, la sostituzione di lavoratori ticinesi con frontalieri, eccetera, non emettono un cip. Ad esempio: questi zelanti maestrini l’hanno detto che i tre quarti dei galeotti rinchiusi nelle nostre carceri sono stranieri? Che tra gli autori dei reati più gravi (omicidi, stupri,…) gli stranieri sono clamorosamente sovrarappresentati? Che il 90% dei sedicenti rifugiati è in assistenza? Che in Ticino l’occupazione cresce solo per i frontalieri? Ah già: queste sono nozioni che non rientrano nel piano di studio.

Lorenzo Quadri