Il G20 alla carica con lo scambio automatico

Opporre resistenza è l’ultima occasione che abbiamo per evitare la disfatta completa. Se Berna calerà ancora le braghe, lo sfascio dell’autonomia e delle specificità svizzere sarà totale. Perché il segreto bancario è solo il primo capitolo

Come volevasi dimostrare, è partito l’ennesimo tiro al piccione contro il segreto bancario svizzero. Il G20 se ne è infatti nuovamente uscito con la pretesa dello scambio automatico di informazioni.
Questo continuo gioco al rialzo attesta il fallimento della politica della calata di braghe ad oltranza promossa dal Consiglio federale, e segnatamente dalla ministra del 5% Eveline Widmer Schlumpf.
Come volevasi dimostrare, le varie organizzazioni sovranazionali non elette da nessuno, paesi esteri invidiosi, e via elencando, non sono affatto disposti ad accontentarsi di quanto finora ottenuto, peraltro senza alcuna fatica.

Porte spalancate agli aggressori
Visto che la Svizzera ha abbandonato la propria finanziaria con centinaia di migliaia di posti di lavoro senza nemmeno abbozzare uno straccio di difesa; visto che il Consiglio federale è arrivato al punto di autorizzare illegalmente la svendita di oltre diecimila bancari ed ex bancari alle autorità inquirenti USA (un vero e proprio tradimento che grida vendetta); visto tutto questo perché – devono essersi chiesti a Bruxelles, a Washington, eccetera – non andare fino in fondo e prendersi tutto?
L’ipocrisia dei nemici della Svizzera, ossia di coloro che ci hanno dichiarato guerra economica (sempre di guerra si tratta) è monumentale: solo dalla Svizzera i grandi accusatori pretendono di tutto e di più; ma i veri paradisi fiscali all’interno dell’UE e degli USA, vedi il Delaware noto come “la più  lavatrice di denaro al mondo”, proseguono indisturbati e traggono profitto dallo smantellamento della piazza elvetica.
Se costoro si permettono di tutto e di più, se nemmeno si preoccupano di nascondere la plateale ipocrisia di cui sopra,  è perché sanno di avere mano libera. Tutto è permesso. Tutto è permesso perché l’autorità federale, invece di organizzare la difesa contro l’assalto, ha spalancato le porte agli aggressori. Che adesso spadroneggiano.

Il prossimo passo
Lo scambio automatico di informazioni è il prossimo passo. Se si arriverà a compierlo sarà davvero la fine. I kompagni che scriteriatamente esultano per il progressivo sfascio del segreto bancario non sembrano rendersi conto che esso comporterà la creazione di decine di migliaia di disoccupati  -molti dei quali non ricollocabili – oltre ad un crollo definitivo del gettito fiscale: quindi il famoso svuotamento delle casse pubbliche.
Come scrive sul Corriere del Ticino di sabato Lino Terlizzi, tra la situazione attuale, per quanto deplorevole, e lo scambio automatico di informazioni c’è ancora “gap”. Questa è dunque l’ultima opportunità che abbiamo per resistere.
Che sia chiaro: l’UE e gli altri organi sovranazionali non eletti da nessuno vogliono la fine dell’autonomia elvetica. Il segreto bancario è solo il primo passo.
Lorenzo Quadri