Mentre anche l’Austria potenzia per l’ennesima volta i controlli al Confine per far fronte all’emergenza finti rifugiati, i sette scienziati insistono nel ripetere che va tutto bene; proprio come sul mercato del lavoro ticinese…

Proseguono le “dimostrazioni di attenzione” del Consiglio federale nei confronti del Ticino. Il CF, rispondendo ad un’interpellanza del sottoscritto, ha dichiarato che sospendere gli accordi di Schengen “sa po’ mia”. Peccato che nell’UE  questi accordi siano di fatto già sepolti, dati i provvedimenti che stanno prendendo tanto stati membri.

L’antifona è dunque sempre la stessa. Mentre i paesi UE interpretano in modo assai elastico (a proprio vantaggio) i trattati internazionali, gli unici rimasti a rispettarli pedissequamente, contro i propri interessi, sono gli svizzerotti.

“Evidenti vantaggi”

Forse qualcuno crede ancora alla barzelletta raccontata dai partiti $torici quando, nel giugno 2005, dopo la votazione popolare sul tema, gli accordi di Schengen, accolti a livello nazionale, vennero imposti ai ticinesi che li avevano, invece, rifiutati.

I partiti $torici ebbero la lamiera di raccontare che questi accordi avrebbero portato “evidenti (sic!) vantaggi dal profilo della sicurezza” ed inoltre – tema su cui sbrodolò a suo tempo anche l’allora Consigliere federale uregiatto Joseph Deiss – permettevano di ancorare il segreto bancario nel diritto internazionale, blindandolo. Ecco: gli effetti benefici di Schengen nel campo della sicurezza sono paragonabili a quelli in materia di segreto bancario. La realtà è l’esatto contrario di quanto starnazzato dai politicanti del “bisogna aprirsi” per uccellare i cittadini.

A questo si aggiunge, sempre per gli accordi di Schengen, una spesa annua di 100 milioni invece dei 7 annunciati. E scusate se è poco!

Intanto l’Austria e l’Estonia…

Ad ennesima dimostrazione della lungimiranza e dell’acume del Consiglio federale: i sette scienziati non hanno fatto a tempo a rispondere che, in barba all’emergenza finti rifugiati, in materia di accordi di Schengen l’è tüt a posct, sa po fa nagott, eccetera, che l’Austria annunciava l’ennesimo potenziamento dei controlli alla frontiera. L’Estonia ha invece annunciato la costruzione di un MURO SUL CONFINE con la Russia (vedi quello ungherese) per “garantire la sicurezza dell’area Schengen”. Ma come, non dovevano essere tutte balle populiste, razziste e fasciste? Kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga e reggicoda Mario Gattiker: ennesima figura marrone!

Mentre dunque gli Stessi Stati membri della disunione europea danno dei chiari segnali di “dismissione” di Schengen – applicazione “à la carte” – gli unici ad andare avanti come se “niente fudesse” sono gli svizzerotti. In situazioni eccezionali non si dovrebbero prendere delle misure eccezionali? Non sia mai! La priorità bernese è una sola: rispettare servilmente i diktat internazionali. E anche la conclusione può essere una sola. Questo Consiglio federale proprio non è all’altezza!

Il solito mantra

Tanto per mettere la ciliegina sulla torta del sostegno incondizionato ai fallimentari accordi di Schengen, il Consiglio federale precisa di essere “consapevole dei problemi del Ticino” (il solito mantra non poteva mancare):  infatti, sviolina l’esecutivo, i finti rifugiati che entrano in Svizzera dalle frontiere con l’Italia non rimangono tutti in Ticino (e ci mancherebbe) ma vengono spalmati sul territorio nazionale.

Sull’equità della ridistribuzione si potrebbe ampiamente disquisire. Infatti al nostro Cantone, che già si sorbisce il centro di Chiasso, ne è stato imposto un altro a Losone. Comunque, al di là dell’equità o meno della distribuzione dei finti rifugiati, il punto è un altro. Il punto è che i finti rifugiati non devono poter entrare in Svizzera. Per questo bisogna far saltare i fallimentari accordi di Schengen. In caso contrario, che messaggio si trasmette ai rifugiati economici? Facile: quello di venire pure qui, tanto gli svizzerotti fessi provvedono a mantenere chiunque.

E poi: la vicina Penisola continua a non applicare  gli accordi di Dublino per scaricare gli asilanti di sua spettanza sul groppone dei paesi confinanti , e noi non chiudiamo le frontiere?  Ma sa po’?

Lorenzo Quadri