Ai danni del cittadino svizzero questa nuova presa per i fondelli non poteva (non poteva proprio?) mancare. Oltretutto si tratta di una presa per i fondelli estremamente onerosa: ci costa 45 milioni di Fr.
Sette mesi fa il popolo elvetico ha votato l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. A seguito di quel voto democratico, gli eurofalliti hanno trattato la Svizzera da Stato canaglia, inventandosi pure sanzioni. Ridicole certo, come l’esclusione dai programmi Erasmus – costosissimi bidoni cui il 98,5% degli studenti universitari elvetici non si sogna, giustamente, di partecipare. Ma sempre sanzioni. La volontà punitiva c’era. Che mancassero gli strumenti, è un problema dell’UE.
A ciò si è aggiunta la lettera dell’ex commissaria Catherine Ashton che, con già le valigie in mano, scriveva al PLR Didier “Dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèr che sulla libera circolazione delle persone non si tratta. Ciò in violazione proprio degli Accordi bilaterali che queste trattative le prevedono: parola dell’ex ministro di Giustizia Christoph Blocher.
Paesi ostili
Simili iniziative dimostrano al di là di ogni dubbio che l’UE è ostile alla Svizzera. Alla storiella dei “paesi amici” (solo perché geograficamente vicini) ci credono ancora solo i consiglieri federali. Non stiamo parlando di quisquilie e pinzillacchere. L’UE, stando alle parole dell’orrida Ashton, vuole negare alla Svizzera – che non è Stato membro – il diritto a porre dei limiti all’immigrazione. Decidere chi si vuole far entrare in casa propria è una delle prerogative politiche più importanti in assoluto: ne va di mezzo il mercato del lavoro, la sicurezza, la viabilità, di un Paese.
Regalo immotivato
Ad un fallimentare conglomerato di Stati che vorrebbe negare (nientemeno!) ai cittadini elvetici l’esercizio dei propri diritti democratici, nessuno risponderebbe con dei regali. E invece, proprio questo è scandalosamente successo al Consiglio degli Stati. Il quale a larga maggioranza ha approvato un dono di 45 milioni, e scusate se sono pochi, alla Croazia, nuovo iscritto al club eurofallito. I 45 milioncini sono uno di quei contributi di coesione, finora ne sono stati stanziati per 1,3 miliardi di Fr di proprietà del contribuente elvetico, che vengono sperperati nei nuovi Paesi che hanno la pessima idea di entrare nell’UE.
Pesci in faccia
Siamo davvero al di là di ogni decenza. Ai pesci in faccia di Bruxelles, gli svizzerotti in un parossismo di calata di braghe, rispondono con regali di 45 milioni. Che sicuramente alla Croazia faranno anche comodo: dopo 12 mesi di adesione all’UE si è ridotta sul lastrico. Ma non è questo il punto. Il punto è che, poco ma sicuro, per questo ennesimo capitale prelevato forzosamente dalle tasche dei contribuenti non riceveremo nemmeno un grazie. E poi vengono a dirci che non ci sono i soldi per l’AVS, che non ci sono i soldi per la disoccupazione, che non ci sono i soldi per le infrastrutture, e via piangendo miseria.
Non riceveremo nemmeno un grazie in cambio dei 45 milioni che non abbiamo nessun motivo per versare. Per contro, di schiaffi dagli eurofalliti ne riceveremo ancora. E molti.
Dopo il Consiglio degli Stati, a decidere dovrà essere il Nazionale. Vedremo quello che succederà (non ci facciamo illusioni). E, va da sé, non mancheremo di pubblicare i nomi dei deputati ticinesi che si esprimeranno a favore dell’ennesimo ingiustificato regalo all’UE.
Lorenzo Quadri