Proseguono le indecenze della politica bernese. Nel caso concreto, del Consiglio degli Stati. Dopo aver rifiutato di correggere le balordaggini di Via Sicura, i Senatori ne hanno combinata un’altra: non vogliono ritirare il passaporto svizzero ai terroristi islamici con doppia cittadinanza.

Promemoria
Partiamo dall’inizio. Nelle scorse settimane, una delle commissioni della cosiddetta “Camera alta” ha rifiutato, con pretesti del piffero, di modificare il bidone Via Sicura, che sanziona un eccesso di velocità senza alcuna conseguenza più duramente di una rapina.

Ricordiamo che a Berna solo Udc e Lega si sono opposte a Via Sicura, flagrante esempio di persecuzione dell’automobilista all’insegna del populismo ro$$overde. PPD e PLR – che adesso tentano di prendere per i fondelli gli automobilisti spacciandosi per loro improbabili paladini (?) in vista del voto sulla tassa di collegamento – l’hanno invece approvata a piene mani. Allo stesso modo in cui hanno sempre accolto tutte le misure che criminalizzano e mungono i conducenti, rispettivamente respinto tutte quelle che chiedono un’inversione di tendenza (vedi ad esempio l’iniziativa della mucca da mungere, su cui voteremo il 5 giugno). L’opposizione alla tassa di collegamento da parte di PLR e PPD non è infatti motivata dalla volontà di evitare agli automobilisti un balzello che peraltro non devono pagare loro, visto che grava i proprietari dei posteggi. E’ motivata dalla difesa di interessi di categoria.

Contro la revoca
Tornando a Berna e alle prodezze del Consiglio degli Stati. I Senatori, dopo aver rifiutato di correggere le cappellate di Via Sicura, adesso ne hanno combinata un’altra: i membri della loro Commissione delle istituzioni politiche hanno votato a maggioranza contro la revoca automatica della cittadinanza agli svizzeri (di carta) con doppio passaporto che partecipano ad attività terroristiche all’estero. Questo perché, udite udite, “un meccanismo automatico sarebbe contrario ai principi dello Stato diritto in quanto non lascerebbe margine di manovra al giudice”. L’escalation delle fregnacce politikamente korrette sembra dunque non conoscere alcun limite. Così come la lamiera (tolla) dei signori senatori. Infatti “l’automatismo contrario ai principi dello Stato di diritto che non lascia margine di manovra ai giudici” già esiste in Svizzera. Dove? Proprio nel bidone Via Sicura. E chi si rifiuta di correggerlo? Sempre i Consiglieri agli Stati!

Ecco qua un fulgido esempio di coerenza: gli automatismi introdotti dai ro$$overdi vanno benissimo, quelli richiesti dall’odiata “destra” sono contrari allo Stato di diritto (uella). Niente di nuovo sotto il sole, poiché analoghe ridicole boiate le abbiamo sentite in abbondanza nel dibattito sull’iniziativa d’attuazione per l’espulsione dei delinquenti stranieri, fieramente avversata dall’élite politikamente korretta e spalancatrice di frontiere (nulla a che vedere con la “società civile”, che è tutt’altra cosa).

Pippe garantiste
Che tenere in Svizzera dei terroristi islamici costituisca un attentato alla pubblica sicurezza, pare evidente. Fino a lì dovrebbero arrivarci anche le “dure cervici” dei moralisti a senso unico, per quanto rintronate dalla fallimentare ideologia multikulti. E noi pensiamo di combattere i terroristi islamici, e di tutelare la sicurezza del nostro paese, a suon di pippe mentali da legulei sullo “stato di diritto”? Nel caso qualcuno non fosse ancora uscito dal letargo: quella contro il terrorismo islamico è una guerra. E le guerre non si vincono cavillando per tenere artificialmente in vita improponibili ed ingiustificabili garantismi. Nemmeno in Svizzera. Quindi: via subito il passaporto rosso ai neo-svizzeri complici dei terroristi, e che questa gente non abbia mai più il diritto di rimettere piede nel nostro Paese!

Naturalizzazioni facili
Naturalmente il fatto che ci siano dei jihadisti con il passaporto rosso non fa che dimostrare come il regime di naturalizzazioni facili permetta di diventar svizzeri anche a dei pericolosi criminali nemici dell’Occidente: individui che sono, per loro natura, la negazione dell’integrazione. Ma come: le naturalizzazioni facili non dovevano essere tutta una balla della Lega populista e razzista?
Lorenzo Quadri