Il parlamentare leghista chiede al Consiglio federale di seguire l’esempio austriaco

Il governo austriaco intende rendere l’islam politico un reato. In questo senso nei giorni scorsi ha presentato un disegno di legge. Il tema è d’attualità anche in Svizzera. Il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadriha inoltrato una mozione a Berna con la richiesta di introdurre nel nostro paese una regola analoga a quella austriaca.

“L’islam politico – rileva Quadri – non è di per sé terrorismo. Costituisce però il terreno in cui il terrorismo mette radici e prospera. Combatterlo è dunque necessario in un’ottica preventiva. Non si può continuare a tollerarlo con la solita scusa del multikulti”.

La Svizzera ha sottovalutato il problema della radicalizzazione e del terrorismo?

Sottovalutato è un eufemismo. Ha fatto peggio. La partitocrazia l’ha ignorato. Volutamente ignorato. Perché “bisognava” andare avanti a tutti i costi con le frontiere spalancate, col “devono entrare tutti” e col multikulti. Il dilagare dell’ islam radicale in Svizzera dimostra il catastrofico fallimento di questa impostazione. La partitocrazia, specie la $inistra, rifiuta di ammetterlo. Chiaro: dovrebbe sconfessare i propri mantra. Per cui davanti alla realtà volta la faccia dall’altra parte e strilla al “razzismo” e all’islamofobia. Risultato: la Svizzera ha registrato due attentati terroristici islamici in due mesi. A Morges ci è scappato il morto, a Lugano ci è mancato poco. Il terzo potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Se non si interviene adesso, quando? Cosa si aspetta?

Le Camere federali nella sessione autunnale hanno approvato la legge contro il terrorismo. Quindi non è vero che “non si fa niente”.

Si tratta della solita leggina all’acqua di rose. Oltretutto, come sappiamo, referendata dalla $inistra, che si preoccupa di tutelare la privacy dei jihadisti. Fatto è che il Consiglio federale e la partitocrazia alle Camere federali hanno a più riprese detto njet al divieto di finanziamenti esteri per le moschee e centri culturali islamici; hanno rifiutato di proibire le associazioni islamiste; hanno rifiutato di correggere il sistema dell’assistenza sociale facile ai migranti economici, che ci rende il Paese del Bengodi per estremisti islamici e radicalizzatori mantenuti dal contribuente. Inoltre: islamisti pericolosi noti alla giustizia rimangono a piede libero. Entrambi gli attentatori che hanno colpito in Svizzera, sia quello di Morges che quella di Lugano, rientrano in questa categoria. Fiancheggiatori dell’Isis condannati in sede penale per propaganda a sostegno di Al Qaeda, vedi i vertici del cosiddetto Consiglio centrale islamico della Svizzera, non vengono espulsi dalla Svizzera; addirittura, le sentenze emesse nei loro confronti sono assai più miti di quelle che si abbattono su un automobilista che ha infranto un limite di velocità ed è finito nelle maglie di Via Sicura. E l’elenco potrebbe continuare. Taluni saccenti soldatini della partitocrazia pretendono addirittura di mettere sullo stesso piano estremisti islamici e cristiani praticanti. E a sinistra continuano a sottolineare che la Svizzera non può espellere un terrorista islamico se costui si troverebbe in pericolo nel paese d’origine.

Se questo è combattere il terrorismo…

Mettere fuori legge l’islam politico, e quindi le associazioni che lo praticano, non si scontra con dei diritti fondamentali? Ad esempio la libertà di religione o la libertà di associazione?

La libertà di associazione, come tutte i diritti costituzionali, può essere limitata se esiste una base legale, un interesse pubblico, e se la limitazione è proporzionata. Vietare le associazioni che diffondono l’islam politico, incompatibile con lo Stato di diritto, è sicuramente nell’ interesse pubblico. Né si può parlare di una misura sproporzionata, considerando che il terrorismo islamico minaccia vite umane. Neppure si può invocare la libertà di religione, laddove quanto predicato non è più religione, bensì un’ideologia pericolosa che crea terreno fertile per il terrorismo.

Quali risultati si aspetta di ottenere con la sua mozione?

Spero che finalmente le maggioranze politiche si accorgano che non si combattono i terroristi islamici con il politicamente corretto. E che dunque occorre cambiare rotta.

MDD