Lugano: approvata in Consiglio comunale la creazione della nuova casa anziani Lugano-Canobbio

Il Consiglio comunale di Lugano ha approvato il Messaggio municipale che costituisce un ente autonomo di diritto comunale  per la realizzazione di una casa per anziani assieme al comune di Canobbio.

 Lorenzo Quadri, capodicastero della socialità, è soddisfatto?

E’ certamente un passo importante e positivo. Secondo la pianificazione cantonale, in Ticino per la fine del 2020 saranno necessari circa 1000 letti in casa anziani in più rispetto al 2010. Per il Luganese si parla di un fabbisogno di 307 posti, che per la città ammunta alla metà di questa cifra. La nuova Casa anziani, realizzata in collaborazione con il comune di Canobbio, che sorgerà a Canobbio in zona Corba, avrà 80 posti. Entro fine anno dovrebbe finalmente partire il cantiere della nuova struttura polifunzionale di Pregassona dove i posti saranno 114. Con le strutture di Pregassona e Canobbio, dunque, Lugano copre il proprio fabbisogno.

Le case anziani sono strutture ancora attuali? In Svizzera tedesca, ad esempio, c’è chi dice che sono destinate a rimanere vuote, perché il futuro è (sarebbe) degli appartamenti protetti.

Le case anziani serviranno sempre. Ovviamente, l’obiettivo è quello di mantenere gli anziani il più a lungo possibile in un appartamento, tramite accorgimenti domotici e cure a domicilio. Ma arriva il momento in cui questo non è più possibile. Nel corso degli anni è cambiata la tipologia degli ospiti delle case anziani, che entrano ad un’età sempre più avanzata ed in condizioni di salute sempre più precarie; e, di conseguenza, la durata del soggiorno diventa sempre più breve. Le strutture si sono dunque adattate a questa realtà. L’ente pubblico ovviamente deve occuparsi anche di appartamenti protetti – o adattati che dir si voglia. A questo proposito, per quel che riguarda Lugano, è sul tavolo un interessante progetto in collaborazione con il servizio cure a domicilio del Luganese (SCUDO).

Come è nata la casa anziani Lugano-Canobbio?

I primi contatti al proposito tra i due comuni risalgono ad ottobre 2011. Si è visto subito che la collaborazione poteva funzionare. Canobbio poteva “mettere sul piatto” un terreno adatto, in posizione molto interessante, facilmente raggiungibile con mezzi pubblici e privati, con il valore aggiunto della vicinanza all’Ospedale civico. Lugano poteva invece far entrare la nuova casa nella rete degli istituti gestiti dalla città, ciò che consente importanti economie di scala. Ed infatti Lugano si assumerà la direzione ed amministrazione del futuro istituto, il servizio ammissioni, la piattaforma informatica, la direzione sanitaria, come pure i servizi di farmacia e lavanderia. Una collaborazione, come si usa dire oggi, win-win.

Perché è stata scelta la forma dell’Ente autonomo di diritto comunale?

L’Ente autonomo di diritto comunale è un istituto relativamente nuovo, è stato infatti inserito nella Legge organica comunale nel 2009. A parte che la tradizionale forma del consorzio è sconsigliabile quando i comuni coinvolti sono solo due, l’Ente autonomo è uno strumento più flessibile e permette inoltre, rispetto al consorzio, un maggior controllo da parte degli esecutivi e dei legislativi comunali. Credo che questa sia la prima, o una delle prime, case anziani realizzate con questa modalità.

I posti previsti nella casa anziani sono 85, suddivisi in 35 per Lugano, 25 Canobbio, 20 per i Comuni terzi. Questa ripartizione va intesa in senso rigido?

No, sono possibili naturalmente dei travasi. La differenza sta che sulle rette dei cittadini di Lugano e Canobbio, in considerazione degli apporti di entrambi i comuni, non graverà il costo del diritto di superficie.

L’investimento previsto è di 24 milioni, come verranno reperiti?

L’Ente sarà dotato di un capitale iniziale di un milione di Fr, 600mila versati da Lugano e 400mila da Canobbio. E’ ragionevole attendersi un contributo cantonale attorno agli 8 milioni. Il resto se lo procurerà l’Ente sul mercato dei capitali.

Questo ente autonomo è stato approvato  senza opposizioni, ce n’è però un altro che probabilmente non avrà vita facile…

Sì, la creazione dell’ente LAS, Lugano attività sociali, a cui il Municipio intende trasferire le attività dell’attuale divisione socialità, quindi non solo le strutture territoriali, ma anche gli sportelli sociali, la cui attività è comunque regolata da leggi cantonali, e questo nell’ottica di non perdere le sinergie attualmente esistenti. A quanto ne so, la commissione speciale del Consiglio comunale riprenderà a chinarsi sul tema nel prossimo futuro, avendo terminato l’esame dell’Ente Lugano-Canobbio.

MDD