Cadregopoli senza freni! La nomina del nuovo PG trasformata nel mercato del bestiame
Lunedì il mercato del bestiame in cui si è trasformato il Gran Consiglio è riuscito ad eleggere all’importante carica di Procuratore generale proprio il candidato che il famigerato assessment zurighese secretato (neanche fosse il Terzo Mistero di Fatima) raccomandava di non eleggere. E le pippe mentali sulla sottile differenza semantica (?) tra “non idoneo” e “non raccomandato” si faccia il piacere di risparmiarcele, visto che la differenza è la stessa che intercorre tra la zuppa ed il pan bagnato.
Anche la commissione di esperti, per quel che conta, puntava un aspirante diverso.
L’indecorosa vicenda della nomina del nuovo Procuratore generale (PG), che evidentemente risponde a criteri di idoneità partitocratica (io do una sedia a te, tu dai una sedia a me) e non qualitativa, scredita sia la giustizia che il parlamento. E certo non fa un favore al neo-PG.
La pantomima dell’assessment prima commissionato dall’Ufficio presidenziale del GC su richiesta del PLR e poi rottamato – con tanto di perizia farlocca per giustificarne l’imboscamento – dallo stesso PLR perché non dava la risposta che il partito voleva avere, segna certamente un punto bassissimo nella vita delle istituzioni ticinesi. Sarebbe questo il famoso “Buongoverno” dell’ex partitone?
Naturalmente il conto di simili complotti sbracati (qualcuno magari pensa di giocare al Machiavelli dei poveri?) lo paga il contribuente. Adesso c’è da sperare che il PLR – in nome del tanto evocato “Buongoverno” – abbia almeno il “guizzo” di prendersi a carico i costi dell’assessment “desaparecido”; e anche quelli della perizia per farlo imboscare. Sarebbe il minimo!
Unica nota positiva
L’unica nota positiva di questo mercato del bestiame su una delle cariche più importanti nella Magistratura ticinese (poi ci si chiede come mai i cittadini non hanno fiducia nella giustizia…) è l’iniziativa parlamentare della Lega per l’elezione popolare del PG, presentata proprio lunedì. In effetti, dopo quel che abbiamo visto nelle scorse settimane, è matematicamente impossibile per il popolo fare peggio del parlamento. Almeno l’elezione popolare porta con sé la legittimazione democratica; e anche la possibilità di lasciare a casa l’eletto al turno successivo, nel caso si rivelasse non meritevole.
Ironia della sorte…
E il colmo è che il Consiglio di Stato, in una presa di posizione dello scorso anno, se ne è pure uscito a dire che l’elezione parlamentare dei magistrati consentirebbe la scelta di candidati “non vicini ad un partito”. Certo, come no! E gli asini volano! Da quando in qua i politicanti eleggerebbero in modo “non politico”?
Purtroppo non ci vuole il mago Otelma per prevedere quale sarà il destino dell’iniziativa parlamentare leghista. Appare infatti evidente che la partitocrazia non ha alcuna intenzione di spossessarsi della prerogativa di utilizzare la carica di Procuratore generale per farne una cadregopoli; l’ennesima. Senza un’iniziativa popolare, dunque, ben difficilmente le cose cambieranno.
Lorenzo Quadri