In certi ambienti politici, come pure mediatici, l’autolesionismo nei rapporti internazionali è diventato un “must”. Farsi valere nei confronti di Stati esteri o di organizzazioni sovranazionali che ne fanno più di Bertoldo non è politikamente korretto.
Politikamente korretto è invece parlar male della Svizzera e delle sue peculiarità, coltivare ed alimentare sensi di colpa immotivati, applicare alla lettera regole UE che nemmeno l’Unione europea medesima rispetta. Il cosiddetto Swiss Finish, ossia la voglia matta, anzi la deformazione mentale, di voler sempre fare i primi della classe quando si tratta di mettersi da soli vincoli, ostacoli e lacciuoli internazionali. Un atteggiamento puramente masochista. Atteggiamento che è il risultato di decenni di strapotere della $inistra in ambito educativo, kulturale e soprattutto mediatico.
Il presidente della Confederazione Ueli Maurer prima nel discorso di Capodanno e poi al WEF di Davos, ha rimesso la Chiesa al centro del villaggio, precisando che la Svizzera è sotto attacco perché ha fatto i compiti. Ha i conti pubblici in attivo, risultato ottenuto a costo di sacrifici imposti alla popolazione. Gli aiuti all’estero infatti non hanno fatto altro che aumentare; per non parlare dell’esplosione dei costi dell’asilo. La Svizzera con le casse piene ed incapace di difendersi diventa così una preda ghiotta per Stati bancarottieri che vedono in questa operazione la possibilità di riempirsi le casse e di danneggiare un’economia concorrente. Il dramma è che gli alleati per questa operazione distruttiva li trovano all’interno della stessa Svizzera. Del Consiglio federale, dei partiti, del cosiddetto “quarto potere” ossia l’informazione.
Ha fatto dunque benissimo il presidente della Confederazione Ueli Mauer al WEF a sbattere sotto il naso degli astanti queste verità. A maggior ragione se si pensa alla faziosità dell’assemblea, che ha addirittura elogiato Monti per il lavoro svolto. Monti, premier non eletto, ha semplicemente inventato tasse a raffica danneggiando l’economia e l’occupazione. Con simili politiche di austerità non si rilancia un paese, lo si affama.
La R$I deplora che si parli bene della Svizzera
Il colmo è stato il commento dell’inviato del TG R$I al WEF a proposito dell’allocuzione di Maurer. Allocuzione che il baldo giornalista ha bollato come inopportuna e fuori posto. Questo ci conferma, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, l’aria che tira alla R$I. Chi parla bene della Svizzera viene biasimato dagli inviati della televisione di cosiddetto servizio pubblico. Invece chi ne parla male viene lodato. Ogni commento a questo punto diventa superfluo. Non stupisce dunque per nulla il fatto che ospiti fissi della R$I siano personaggi che hanno fatto della denigrazione della Svizzera e dell’internazionalismo ad oltranza la propria missione: per questo vengono premiati dalla televisione pubblica tramite una visibilità che niente giustifica.
Per non parlare poi delle delegazioni diplomatiche che vengono mandate a Roma a discutere con un governo che tra un mese non sarà più in carica. Delegazioni che, invece di difendere gli interessi della Svizzera, si schierano dalla parte dell’Italia. Vedi il caso della kompagna Ada Marra consigliera nazionale vodese per il P$$ (poteva forse essere esponente di un altro partito?). Ma tutto questo è il politikamente korretto.
Lorenzo Quadri
Lorenzo Quadri