E che nessuno si sogni di aumentare moltiplicatori d’imposta con la scusa della pandemia

Ormai è chiaro a tutti: dopo la crisi sanitaria, il maledetto virus porterà a quella economica. I danni sono difficili da stimare, ma certamente saranno ingenti. I soldi per gli aiuti pubblici non crescono sugli alberi: qualcuno alla fine il conto lo dovrà pagare. Una cosa deve essere chiara: le misure di solidarietà decise a tutti i livelli non servono ad indennizzare la globalità delle perdite, bensì a preservare le aziende ed i posti di lavoro, affinché esistano ancora quando sarà passata la crisi sanitaria.

Si è parlato molto degli aiuti diretti messi in campo da Confederazione e Cantoni. Questi contributi devono essere però mirati: occorre evitare che ci siano furbetti, magari in arrivo dal Belpaese, che si fanno gli attributi di platino con i finanziamenti covid svizzeri.

Visto che l’obiettivo è preservare posti di lavoro, è evidente che occorre preservare quelli dei residenti. Col fischio che il contribuente rossocrociato deve pagare – per il tramite di garanzie federali su prestiti bancari a tasso zero, o in altra forma – per il mantenimento degli impieghi dei frontalieri! Non tutti i posti di lavoro sono uguali e lo Stato deve finalmente rendersene conto!

Fisco

Inoltre anche il tema fiscale andrà affrontato, e non solo rinviando i termini per l’inoltro della dichiarazione fiscale o per i pagamenti. Una modesta ma significativa misura, come quella introdotta dal Canton Uri, prevede di aumentare gli interessi creditori versati a chi paga le imposte in anticipo. C’è anche chi, come il Canton Zugo, ha diminuito il moltiplicatore cantonale d’imposta di quattro punti per tre anni!

Una cosa è certa: che nessuno si sogni di aumentare le tasse o di far salire moltiplicatori causa coronavirus, magari mentre nel contempo si continua a spendere e spandere in cose tutt’altro che essenziali! Chiaro il messaggio, o ci vuole un disegno?

I tagli da fare

E’ evidente che le cose dovranno cambiare, ma cambiare davvero. Parecchie voci di spesa pubblica andranno decurtate in modo massiccio. I regali all’estero (a partire dalla marchetta di 1.3 miliardi alla fallita UE) vanno azzerati da subito. La spesa per i finti rifugiati con lo smartphone va drasticamente tagliata. Avanti con i rimpatri e non si fa entrare più nessuno!

Anche la spesa sociale per mantenere stranieri dovrà essere decurtata. Altro che libero accesso degli immigrati economici comunitari allo Stato sociale svizzero, come prevede lo sconcio accordo quadro istituzionale che la partitocrazia PLR-PPD-P$$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi) smania per sottoscrivere.

I paesi della stessa UE hanno dimostrato che la devastante libera circolazione delle persone, con i suoi nefasti ammennicoli, può essere messa fuori gioco in caso di pandemia. Bene, facciamo la stessa cosa! Stop all’assalto alla diligenza dello Stato sociale elvetico da parte di cittadini UE: i soldi pubblici servono a noi!

E’ poi manifesto che anche le demenziali ecotasse decise nei mesi scorsi dalla partitocrazia in preda all’isterismo climatico vanno rottamate. Nel frattempo il mondo è cambiato. I cittadini e l’economia non si possono più permettere, in nessun caso, simili ingenti spese supplementari! E anche per la kultura per pochi intimi ci saranno meno soldi. Il Ticino non potrà di certo più essere il terzo Cantone in cui lo Stato spende di più per la cultura. Altro esempio: la partitocrazia si scordi di stanziare un ulteriore mezzo miliardo per mantenere ad oltranza i privilegi pensionistici dei dipendenti cantonali!

Parola d’ordine

Visto che poi per permettere la ripartenza tutti dovranno fare uno sforzo, la parola d’ordine dovrà essere: sostegno all’economia locale. Quindi basta chiamare padroncini, basta spesa in Italia, eccetera.

E chiaramente: via la devastante libera circolazione che ci ha impestati! Perché è chiaro anche al Gigi di Viganello che, se il Ticino è campione di contagi e di morti, è per la contiguità con il Belpaese in regime di frontiere SPALANCATE volute dalla partitocrazia triciclata!

Lorenzo Quadri