L’allarme sugli  apprendisti frontalieri è giĂ  scattato, in considerazione del fatto che sono oltre ottocento. Non solo, ma un certo numero di essi è in realtĂ  costituito da maggiorenni giĂ  formati. E’ ovvio che pensare di mettere in concorrenza dei giovani appena usciti dalla scuola media (che si avvicinano per la prima volta al mondo del lavoro) con degli adulti che giĂ  lavorano è gravemente scorretto nei confronti degli apprendisti “veri”.

Adesso nella vicina Penisola è filtrata la notizia che in Ticino ci sarebbero ancora circa 240 posti di tirocinio liberi. E subito è partito  l’assalto alla diligenza. I toni sono proprio quelli: “Tutti in Ticino! Si cercano apprendisti!” titola il blog del giornale.

Blog che naturalmente non manca di glorificare, a beneficio dei suoi lettori, i vantaggi del lavorare in Svizzera risiedendo in Italia. Per non farsi mancare nulla, c’è pure l’invito a fare i furbetti, con il solito pensiero sottointeso: “tanto gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente”.

Il seguente passaggio è, in effetti, da manuale: “Se si entra con lo status di frontaliero, si dovrĂ  necessariamente tornare almeno una volta alla settimana in Italia. Chiaro che i residenti in provincia di Como, Varese e in Brianza siano un po’ piĂą avvantaggiati. Ma non è detto: anche gli svizzeri stanno diventando un po’ piĂą “italiani”. In ogni caso, fate attenzione: la delazione è incoraggiata per cui è possibile che alla denuncia di eventuali irregolaritĂ   segua immediatamente l’intervento delle autoritĂ , con conseguente espulsione”. (Purtroppo l’ultima frase è poco realistica).

 

Interessanti spunti

Peraltro l’articolo comporta anche informazioni manifestamente sbagliate, come l’indicazione che un apprendista guadagnerebbe in media attorno ai 3000 Fr.

Degna di nota anche il seguente asserzione: “Le probabilità di assunzione potrebbero essere più elevate se il Canton Ticino non avesse recentemente emanato, in seguito a un referendum, una legge che privilegia l’assegnazione dei posti vacanti ai giovani ticinesi. Per cui essi rimangono in sospeso fino a quando non si accerta che vi sia un autoctono disponibile a ricoprire quell’incarico”.

Magari ci fosse la legge in questione! Al di là della confusione tra referendum ed iniziative, interessante osservare che il contingentamento viene di fatto accettato, Oltreconfine, come una realtà già in essere. Senza peraltro che ci si scandalizzi granché.

Evidentemente non si immagina che il popolo abbia votato il contingentamento da oltre 5 mesi, ma che questo voto non abbia ancora alcun effetto pratico. Ma intanto il Consiglio federale, invece di applicare la volontĂ  popolare, va ad inginocchiarsi davanti a Bruxelles. E viene preso a pesci in faccia.

Quello che dice la Commissione europea, negli stessi Stati membri UE conta come il due di briscola. Solo a Berna ci si supera in stucchevoli dimostrazioni di obbedienza canina (senza voler offendere il miglior amico dell’uomo) nei confronti di chi non ha né potere, né legittimità per imporre la propria volontà a chicchessia.

 

E’ questo che vogliamo?

Nella provincia di Varese (non a Caltanissetta), quasi un giovane su due non ha lavoro. Questa situazione non è destinata a migliorare, anzi. E qual è la brillante soluzione? Istigare i giovani disoccupati a darsi al frontalierato. Facendo concorrenza sleale ai ticinesi quindicenni. Che si trovano confrontati con il deleterio fenomeno del soppiantamento ad opera di frontalieri già alla fine della scuola media. E’ questo che vogliamo?

Visto che, come sanno anche in Italia, il 9 febbraio il popolo ticinese ha plebiscitato i contingenti, si abbia almeno il coraggio di cominciare a non rilasciare nuovi permessi G per apprendisti frontalieri.

 

Lorenzo Quadri