Il Consiglio federale ha confermato lo scandaloso regalo di 1.3 miliardi di Fr all’UE
E ti pareva! Se aspettavamo la dimostrazione che in Consiglio federale ci sono degli zerbini di Bruxelles, tale dimostrazione è puntualmente arrivata. A fornirla è la decisione del Consiglio federale di non ritirare la proposta di regalo miliardario all’UE, ma di mandarla tranquillamente in consultazione.
Questo “miliardo di coesione” è una truffa anche nella definizione. Non si tratta infatti di un miliardo, ma di un miliardo e 300 milioni. Quindi un miliardo e un terzo. E, se per i tamberla bernesi quel terzo è “quantité négligeable”, allora paghiamo tutti un terzo in meno dell’imposta federale diretta. Poi vediamo se nessuno ha niente da dire.
Regali immotivati
Non c’è uno straccio di motivo per cui dovremmo versare una cifra del genere, che è enorme, ai balivi dell’UE. Versarla, oltretutto, senza che ci sia alcun obbligo di pagare alcunché, senza uno straccio di contropartita, e malgrado gli eurofunzionarietti non perdano occasione per prodursi in squallidi e volgari ricatti al nostro indirizzo. Vedi il famoso psicodramma dell’equivalenza della borsa svizzera garantita solo per il 2018. Questo per fare pressione sulla Confederella affinché firmi lo sconcio accordo quadro istituzionale. Addirittura, il ricatto è arrivato il giorno dopo (!) la visita in Svizzera del presidente “non astemio” della Commissione europea, Jean-Claude “Grappino” Juncker. Il quale naturalmente se ne è tornato a Bruxelles da Berna con in tasca la promessa di pagamento degli 1.3 miliardi di coesione.
Altro che reset
Il comportamento degli eurofunzionarietti non eletti da nessuno ma che pretendono di comandare in casa nostra è stato così sfrontato che perfino dal Consiglio federale si è levato qualche flebile bisbiglio di protesta: “questa è una discriminazione”, ha infatti mormorato la Doris.
Tuttavia e come al solito, quando si tratta di venire al dunque… non succede nulla. Lo scellerato regalo – 1.3 miliardi dei NOSTRI franchetti – all’UE viene mantenuto. Le proteste per la “discriminazione” della Svizzera da parte dell’UE? Già dimenticate!
Ennesima dimostrazione che questo Consiglio federale sa solo calare le braghe. Altro che “tasto reset”! Non è stato resettato proprio un bel niente. Esattamente come nell’era Burkhaltèèèèr, i pantaloni scendono ad altezza caviglia davanti a qualsiasi desiderio, ordine o diktat che provenga dall’UE. Come fa il cittadino contribuente a non sentirsi preso per i fondelli?
Motivazioni ridicole
Ridicole, poi, le argomentazioni a sostegno del regalo di 1.3 miliardi di franchetti all’UE. Ossia che essi servirebbero a “garantire la stabilità dei paesi dell’Est”, a migliorare le prospettive dei giovani e quindi alla gestione dei flussi migratori.
Balle di fra’ Luca! Ma chi credono di prendere per i fondelli questi signori del Consiglio federale?
Di miliardo di coesione – anzi, di 1.3 miliardi di coesione – la Svizzera ne ha già versato uno, una decina di anni fa. Forse che è servito a ridurre i flussi migratori? Ma certo che no! Abbiamo pagato 1.3 miliardi per non avere un migrante in meno ed oltretutto, con i nostri soldi, i paesi beneficiari hanno pensato bene di creare condizioni quadro più attrattive per la delocalizzazione di imprese in arrivo dall’Europa occidentale. In sostanza: paghiamo per farci portar via le aziende.
Speriamo nel parlamento, ma…
Anche i paracarri hanno capito che gli 1.3 miliardi che il Consiglio federale vuole regalare a Bruxelles non faranno diminuire il flusso migratorio verso la Svizzera di una sola unità. Per contrastare l’invasione, l’unica misura efficace è l’abolizione della libera circolazione delle persone. Un’ipotesi però che fa rizzare i capelli in testa a Berna.
A questo punto si può solo sperare che il Parlamento avrà il buonsenso di sventare l’ennesimo atto di zerbinaggio nei confronti dell’UE, bocciando il demenziale regalo.
La Lega, evidentemente, farà tutto quel che potrà. Purtroppo però dal triciclo PLR-PPD-P$$ non ci si può attendere niente di buono.
Lorenzo Quadri