Lugano: a seguito dell’introduzione del fetido balzello, urgono misure accompagnatorie
Il fetido balzello sul sacco del rüt da inizio anno è una realtà anche a Lugano. Si tratta notoriamente di un doppio balzello: tassa di base (50 Fr all’anno per le persone singole, 100 per le economie domestiche) più tassa sul sacco (1.10 Fr per il sacco da 35 litri).
L’inizio non è stato brillante.
Già il cittadino luganese è “irritato” (eufemismo) perché si trova a fronteggiare il duo di nuovi balzelli antisociali, quando fino a fine 2019 i costi di raccolta e smaltimento della monnezza (che sono dei servizi di base al cittadino) erano coperti con la fiscalità ordinaria. E infatti essa serve proprio a finanziare detti servizi. A ciò si aggiunge ulteriore irritazione per la penuria di sacchi “rossi” (in realtà rosa scuro) nei grandi magazzini.
I primi test (?) con i nuovi sacchi “dark pink” evidenziano inoltre una serie di problemi.
- I sacchi sono più sottili (e trasparenti) di quelli neri. Questo aumenta il rischio di rottura, in particolare di lacerazione durante la chiusura del sacco.
- Il materiale del laccio per la chiusura è diverso da quello del sacco nero. E tende a “tagliare” le dita. Soprattutto quando il tragitto casa – container viene effettuato a piedi, non è brevissimo ed il sacco pesa. A meno che, in nome del “clima”, non si vogliano spingere i cittadini a portare il sacco del rüt in macchina fino al più vicino (o meglio: fino al meno lontano) contenitore interrato.
Corsi per separare il pattume?
Pretendere la separazione ad oltranza della monnezza, con tanto di imposizione ai luganesi di tenere in casa (o in terrazza) il rüt puteolente per non riempire il prezioso sacco, è indecente ed incivile. Inoltre, avanti di questo passo e bisognerà organizzare dei corsi per separare correttamente il pattume.
Conseguenza della separazione ad oltranza è inoltre la necessità di tenere in casa un numero spropositato di contenitori e di poi depositare il rüt in una pletora di posti diversi. Il che significa: pellegrinaggio da un quartiere all’altro alla ricerca del container corretto per il tipo di pattume di cui ci si vuole liberare. E questo pellegrinaggio si farà – poco ma sicuro – anch’esso in macchina.
Raccolta a domicilio
La tassa sul sacco con i conseguenti obblighi di separazione mette in difficoltà soprattutto le persone con problemi di mobilità: quindi anziani ed invalidi. A queste persone occorre che la città metta a disposizione un servizio di raccolta a domicilio per i vari tipi di monnezza e per i piccoli ingombranti, che sia ben più performante del poco che si fa adesso. Il servizio permetterebbe oltretutto di creare anche delle occasioni di lavoro.
Questo è un punto su cui la Lega intende insistere perché, visto che la tassa sul sacco viene calata dall’alto, allora ci vogliono anche le misure accompagnatorie. Altro che usare il rüt per fare cassetta senza migliorare i servizi. Ricordiamo che a Ginevra non si prelevano tasse sulla spazzatura, e non risulta che la Confederazione stia pianificando di mandare i cannoni.
Discariche abusive
Inoltre, come da copione, le tasse sul sacco hanno già fatto aumentare le discariche abusive. Vedi le recenti sbroccate del sindaco di Ponte Cremenaga, andato su tutte le furie dopo aver trovato della monnezza luganese depositata abusivamente nel suo comune.
Ma evidentemente le discariche illegali non si creeranno soltanto al di là della ramina. Nei boschi e nelle regioni discoste presto ne vedremo delle belle. O piuttosto delle brutte. Ad esempio, corre già voce che in Valcolla un personaggio di $inistra sia stato beccato mentre gettava il pattume in un tombino! Per la serie: sì alle ecotasse, ma le devono pagare solo gli altri.
Lorenzo Quadri