Violenza sulle donne, l’ipocrisia degli immigrazionisti che ci si sciacquano la bocca
Lunedì 25 novembre era la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Anche in Ticino c’è stata una manifestazione sul tema, con tanto di corteo a Lugano. “Vogliamo vivere libere da violenza, minacce, molestie, aggressioni” eccetera: questi gli slogan scanditi. Aspirazioni ovviamente legittime. Non fosse che anche in questa occasione, ed è l’ennesima volta, le manifestati – sostanzialmente donne di $inistra – tacciono su un punto fondamentale. Infatti, non si può dire semplicemente che la violenza sulle donne, o il sessismo, è un problema di uomini. Bisogna specificare che è soprattutto un problema di uomini stranieri.
E al proposito le cifre non lasciano dubbi.
Altro che simmetria
Nel tentativo di mascherare la realtà tramite illusioni ottiche, i – anzi, soprattutto le – politicanti dichiarano a gran voce che i responsabili della “violenza di genere” in Svizzera sarebbero per metà svizzeri e per metà stranieri. La presunta “simmetria” è però una fanfaluca. Infatti, gli stranieri sono il 25% della popolazione. Mica la metà. E questo in proporzione significa che commettono il doppio delle violenze sulle donne.
Tentare di tacere questa realtà in nome dell’ideologia multikulti, significa cercare di prendere la gente per scema.
Inculture d’importazione
E’ chiaro anche al Gigi di Viganello che non si può combattere il patriarcato continuando a spalancare le frontiere a migranti economici che poi importano in casa nostra proprio questo “modello culturale(?)”. Non solo lo importano, ma lo tramandano pure alle generazioni successive.
Negli scorsi mesi il capodicastero polizia PLR (non un leghista populista e razzista) di Mendrisio, Samuel Maffi, ha dichiarato sulla stampa: “Il numero dei casi di violenza domestica si è stabilizzato da qualche anno (…) semmai sono l’intensità e la violenza dei litigi ad essersi accresciute. Segno forse dei cambiamenti sociali degli ultimi anni, che hanno visto radicarsi in Svizzera culture ed ideologie per le quali la violenza verso le donne è purtroppo la normalità”.
Quindi, non si può fare entrare tutti, compresi i migranti che – per dirla con la kompagna Simonetta Sommaruga – “non rispettano le donne” e poi puntare genericamente il dito contro gli uomini, senza le dovute distinzioni.
Antisemitismo
Lo stesso discorso vale per l’antisemitismo. Qui si palesa tutta la monumentale ipocrisia dei $inistrati, che dicono di combatterlo e poi spalancano le porte a migranti islamici antisemiti. Non ancora contenti, si dilettano nel diffondere odio contro lo Stato di Israele. Se l’antisemitismo cresce, la colpa è degli spalancatori di frontiere, che l’hanno importato. Non di quattro sfigati ornati di svastiche, che sono dei poveretti, irrilevanti sotto ogni punto di vista.
Delle due, l’una
Per cui, cari kompagni e kompagne, delle due l’una.
O si difendono le donne, o si spalancano le frontiere. Perché l’immigrazione incontrollata da certe (in)culture mette in pericolo le donne: nel Belpaese se ne è accorta anche la nota giornalista di $inistra Lucia Annunziata.
O si combatte l’antisemitismo, o si spalancano le frontiere. Perché l’immigrazione incontrollata da certe (in)culture, sempre le stesse, mette in pericolo gli ebrei, e la catastrofica situazione in Francia è eloquente.
Quando si parla di “violenza di genere”, di antisemitismo, di razzismo, eccetera, i $inistrati non sono certo parte della soluzione, come si affannano per far credere. Sono, al contrario, parte del problema.
Lorenzo Quadri