Svizzera sempre più Paese del Bengodi per la criminalità d’importazione. Chi ringraziamo?

Venghino siori venghino! Venghino nella Svizzera Paese del Bengodi per delinquenti stranieri grazie alle sentenze buoniste a sostegno della foffa d’importazione!

In pochi giorni di queste sentenze buoniste ne abbiamo viste almeno tre.

Sentenza nr 1

La prima è quella del Tribunale federale nei confronti di un delinquente italiano che non dovrà lasciare il Ticino malgrado sia stato condannato per rapina a mano armata e malgrado sia in assistenza da anni. Si tratta del “bravo giovane” che sei anni fa rapinò la banca Raiffeisen di Cadenazzo con una pistola softair (che  l’arma fosse softair, però, le vittime non lo potevano sapere). Costui potrà rimanere in Ticino perché, secondo i legulei del TF, quando commise il crimine era “assai giovane”. Nel caso concreto aveva 22 anni, quindi era maggiorenne da un pezzo. Ma evidentemente ogni scusa è buona per non espellere, al contrario di quanto votato dal popolo nell’ormai lontano 2010. E il bello è che da Berna i camerieri dell’UE ci avevano raccontato che, con la nuova legge sugli stranieri, le espulsioni dalla Svizzera sarebbero passate da 500 a 4000 all’anno, ossia 8 volte di più. Come no. Campa cavallo che l’erba cresce. La nuova legge è in vigore. Risultato? Altro che espulsione di delinquenti stranieri. Ci teniamo in casa perfino un tale, italiano, che ha commesso una rapina a mano armata (non un furto di ciliegie alla bancarella del mercato) e per soprammercato lo manteniamo pure con i soldi del nostro Stato sociale!

Ecco quanto valgono le promesse dell’élite spalancatrice di frontiere di rispettare la volontà popolare in campo d’immigrazione e di espulsioni. Meno del due di briscola. Vergogna!

Sentenza nr 2

Seconda sentenza del medesimo tenore, ad un paio di giorni di distanza dalla prima. E sempre “a cura” del Tribunale federale. Un altro rapinatore, ancora cittadino italiano (non è razzismo nei confronti della Penisola; è la cronaca a dirlo) potrà rientrare nella Svizzera paese del Bengodi tra due anni invece che nel 2024. In Ticino il galantuomo “non patrizio” aveva commesso i seguenti reati:

  • ripetuti atti preparatori punibili di rapina;
  • ripetuta rapina consumata e tentata nei confronti di un distributore di benzina;
  • tentato furto.

Il signore dunque è pericoloso e recidivo ma, ancora una volta, arrivano i legulei del TF a spalancargli, o a ri-spalancargli, le porte del Paese in anticipo. Ciò che significa, più concretamente, che lo stinco di santo  rientrerà in Ticino, mica a Gurtnellen. E se poi una volta tornato commetterà altri crimini, magari mettendo in pericolo di vita di qualcuno, chissenefrega! L’importante è garantire i diritti dei delinquenti stranieri onde non essere accusati di xenofobia. Non certo tutelare la sicurezza dei cittadini onesti; svizzeri o stranieri che siano!

E, per la serie “oltre al danno, la beffa”, l’assistenza giudiziaria a questo rapinatore recidivo l’ha pagata il contribuente ticinesotto. Niente di strano che la spesa pubblica a tale voce ammonti ormai alla spropositata cifra di sei milioni di franchi all’anno che – come ha ammesso lo stesso Consiglio di Stato rispondendo ad un’interrogazione parlamentare – vanno “per lo più” a beneficio di delinquenti stranieri!

Sentenza nr 3

Il terzo caso tanto per una volta non riguarda il Ticino ma il Canton Zurigo e più precisamente la città di Winterthur. Un altro bravo giovane straniero perfettamente integrato, figlio di un italiano (e ridàgli) e di una donna dell’ex Jugoslavia, e convertitosi all’islam radicale, è stato arrestato nel febbraio del 2016. Non per aver pigiato troppo sull’acceleratore, bensì  come militante attivo della Jiahd. Un aspirante terrorista islamico, dunque, che addestrava anche altri giovani nella famigerata moschea An’nur (noto centro di radicalizzazione) oltre che in centri fintess ed in una palestra di arti marziali (sic). E poco ma sicuro che il miliziano dell’Isis nelle carceri elvetiche a cinque stelle avrà senz’altro potuto continuare i suoi allenamenti a spese del contribuente. Ebbene questo individuo, di certo pericoloso, è stato rilasciato qualche giorno fa dal carcere preventivo. Così ha deciso il Tribunale dei procedimenti coercitivi. Nei suoi confronti sono state ordinate delle non meglio precisate “misure sostitutive”. Se non si atterrà alle misure, precisa la Procura federale, tornerà in cella.

Ah, bene! Prima facciamo uscire il delinquente e lasciamo che faccia disastri, ed un jihadista ne può combinare di molto grossi, e poi se del caso interveniamo!

Avanti così, che con simili garantismi ad oltranza diventeremo un polo d’attrazione per seguaci dell’Isis. E mentre i terroristi islamici tornano in libertà, grazie a Via Sicura gli automobilisti rischiano la galera. Poi ci si scandalizza perché la gente non ha fiducia nelle istituzioni…

Lorenzo Quadri