Berna insiste nel minimizzare il furto ai danni dei ticinesi

Prosegue il balletto di cifre, naturalmente al ribasso, sull’ammontare dei soldi che, dal 1996 al 2011, sono stati fatti pagare in eccesso ai ticinesi tramite premi di cassa malati dopati.
Questi soldi, è bene ricordarlo, non sono stati prelevati da un’entità astratta, bensì  razziati dalle tasche, sempre più sguarnite, dei Ticinesi.
Superfluo ricordare che i premi di cassa malati costituiscono la seconda voce di spesa, dopo l’affitto, per le economie domestiche del nostro Cantone. E’ a seguito di questi  costi che molte persone e famiglie vivono sull’orlo dell’indebitamento, non riescono più a mettere da parte nemmeno un franco e hanno dovuto rinunciare alla pizza settimanale al ristorante. Quindi stiamo parlando di difficoltà economiche concrete e anche dure, non della bella Rosina.
I risarcimenti di quanto pagato in eccesso non sono pertanto  un tema su cui possiamo permetterci di essere accomodanti.

Berna insiste
Adesso la Confederazione, rispondendo ad un atto parlamentare, ribadisce che la rapina ai danni dei ticinesi ammonterebbe a 140 milioni di Fr. Non è di per sé una sorpresa. A dire il vero, non è nemmeno una notizia, visto che la cifra circola ormai da tempo. Peccato che quando alcuni mesi fa la Commissione della sanità e della sicurezza sociale del Consiglio degli Stati rifiutò l’entrata in materia sul progetto di legge del Consiglio nazionale, i milioni erano 192. Se ne sono persi 52 per strada. Non sono proprio noccioline.
Inoltre, lo studio commissionato dall’Ordine dei medici al consulente Bruno Cereghetti, già capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS, parla di 400 milioni che per fine anno diventeranno 450.
 Chissà perché, ci sono buoni motivi per ritenere che la cifra reale sia quella dell’Ordine dei medici. Del resto la Confederazione porta una pesante corresponsabilità nella sottrazione indebita a danno dei ticinesi: ovvio quindi che voglia minimizzare. Sicché le sue cifre appaiono sospette.

Responsabilità federali
Erano infatti gli uffici federali che, anno dopo anno, approvavano i premi-rapina, sordi alle proteste del Ticino e di altri Cantoni “paganti” che  ne denunciavano l’iniquità. E’ ovviamente nell’interesse di Berna minimizzare ad oltranza, tanto più che un terzo dei risarcimenti ce li metterebbe la Confederazione che, sia detto per inciso, siamo sempre noi. Quindi ci finanziamo i risarcimenti, una situazione manicomiale.
Non solo l’Ufficio federale della salute pubblica vidimava di anno in anno, senza fare un cip,  i premi iniqui a danno nostro ma, quando veniva richiamato alle proprie responsabilità, scaricava il barile dicendo che la base legale a disposizione permetteva di correggere premi troppo bassi che mettevano a rischio la solidità finanziaria degli assicuratori, ma non di correggere premi troppo alti. Ma, se il problema è la base legale, perché il governo non ha mai fatto niente per correggerla?

Zitti e mosca?
La questione è ormai tristemente nota:  su 450 milioni di premi pagati in eccesso ne riceveremo indietro, se va bene, 67. Ma magari anche meno, visto che le bocce non sono ancora ferme.
Vuol dire dunque che all’appello mancano oltre 380 milioni.
 Non c’è assolutamente motivo perché dovremmo accettare buoni buoni che questi 380 milioni vengano messi via senza prete. Magari  perché, si è sentita anche questa, ”bisogna pensare al futuro”. E quindi chi ha avuto ha avuto, chi ha dato a dato, scurdammoce o’ passato?
 Non è così che può funzionare. Quindi una reazione un po’ meno uregiatta da parte del Consiglio di Stato davanti al micro-rimborso non avrebbe fatto male, anche se è vero che nelle ultime settimane gli altri Cantoni paganti si sono piuttosto defilati.

Futuro incerto
Ma il fatto è che non solo sul passato verremo fregati alla grande, ma anche la correzione per il futuro è tutt’altro che garantita. Infatti la base legale al proposito fa acqua da tutte le parti, ovvia conseguenza
dell’influenza delle lobby cassamalatare in parlamento. Pure i segnali per il presente sono tutt’altro che incoraggianti. Infatti per il 2012 in Ticino i premi d’assicurazione malattia sono aumentati più che nel Canton Berna, che è uno dei Cantoni che ha approfittato maggiormente delle ruberie in atto dal lontano 1996, potendo beneficiare di premi artificialmente bassi  (perché noi ed altri pagavamo troppo).
Tant’è che per far versare agli amici bernesi il premio giusto, occorrerebbero, da un anno all’altro, aumenti percentuali a due cifre, di cui la prima  non è un uno. Di transenna ricordiamo che gli amici bernesi, oltre ad essere avvantaggiati, a danno nostro, sui premi di cassa malati, si cuccano pure un miliardo di perequazione federale.
Facciamo quindi molta attenzione ad abbassare la guardia, o ad assumere atteggiamenti rinunciatari.
 Visto che qui ci sono in ballo 450 milioni che ci sono stati indebitamente sottratti, ci prendiamo sì il mini-risarcimento di 67 milioni (e mica lo lasceremo lì…) oltretutto per un terzo finanziati dalla Confederazione e quindi ancora da noi, ma dovremo fare in modo di ottenere anche i 383 che mancano all’appello. La Lega dei Ticinesi, in relazione al menefreghismo federale per i problemi con l’Italia, ha lanciato la proposta del blocco dei ristorni verso nord (ovvero blocco dei riversamenti dell’imposta federale diretta). In quest’ambito ci sta benissimo anche la trattenuta dei premi pagati in esubero che Oltregottardo non ci vogliono risarcire.